Ravenna, Carlo Cordone (Agenti marittimi) chiede «nuovi spazi sui piazzali»

Emilia Romagna | 30 Luglio 2022 Economia
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Elena Nencini
Carlo Cordone è tornato dopo 5 anni alla guida dell’Associazione Agenti Marittimi Raccomandatari e Mediatori Marittimi di Ravenna, l’ex presidente Franco Poggiali resterà comunque al suo fianco come past president in un momento sicuramente difficile per la situazione economico-politica mondiale.
E’ tornato da un paio di mesi alla guida degli Agenti marittimi, come ha trovato la situazione?
«Stiamo vivendo un momento molto particolare del porto, perché abbiamo i dragaggi, i livellamenti, il rifacimento delle banchine e in più c’è il grosso problema dei piazzali che sono strapieni, non si ritirano le merci anche per mancanza di camionisti, questo determina un forte ritardo nelle operazioni di scarico delle navi. Oggi succede che invece dei soliti 4-5 giorni per completare le operazioni di scarico, ne occorrono anche 20, tra l’attesa in rada e il completamento dei lavori. È una battaglia giornaliera: stiamo facendo incontri con la Compagnia portuale per aumentare gli addetti alle operazioni, e gli stessi si sono impegnati unitamente all’Autorità di sistema portuale di Ravenna (AdspRa) per fare nuove assunzioni di personale da impiegare entro fine anno, dopo la dovuta formazione. Resta comunque il problema degli spazi a terra, sia al coperto che open, che creano poi ripercussioni sulle operazioni commerciali».
I lavori delle banchine vi stanno creando problemi?
«Dobbiamo lavorare di più: invece che terminare i turni alle 19.30 proseguiremo fino alle 2 di notte, in modo tale da diminuire la sosta in porto delle navi. La situazione rimane abbastanza critica, oltre a quanto sopra descritto incide anche il fattore dell’economia che è molto incerta e la caduta del Governo non ci voleva proprio. In campo marittimo la stabilità dei mercati è la cosa più importante. Se a questo si aggiunge il covid, il caro energia e l’aumento dei costi dei materiali si capisce che la situazione è molto preoccupante. Però Ravenna si difende bene, la cosa positiva è che tutto il cluster marittimo è unito nel cercare soluzioni per il bene del Porto».
Cosa chiederebbe come priorità al Governo in questo momento?
«La stabilità dei mercati, abbiamo bisogno di stabilità in maniera che si riprendano i consumi e quindi il ritiro delle merci con il progressivo aumento degli spazi nei capannoni e nei terminal».
I lavori dell’hub portuale saranno molto impegnativi per i prossimi anni, quali sono i punti principali su cui intendete lavorare?
«Abbiamo preparato un piano per le banchine per lavorare di più e per diminuire al massimo l’impatto dei lavori: l’approfondimento dei fondali è fondamentale perché ci ritroveremo un porto pronto alle sfide che ci attendono al pari di altri porti Europei. E’ necessario, prima di fare i fondali, mettere in sicurezza le banchine in modo da ottenere un primo aumento degli stessi a -12.50 m. Due metri in più degli attuali fondali ci garantiscono navi con circa 10mila tonnellate di carico in più».
Molte aziende del porto lamentano la mancanza di personale, come vi trovate?
«Mancano gruisti, carrellisti, personale ad alta specializzazione: la Compagnia portuale sta facendo sforzi immani, ma il reddito di cittadinanza ha creato tanti problemi: l’idea della legge è giusta, ma se ne fa cattivo uso. Inoltre abbiamo lo stesso problema di organico in Dogana e alla polizia di frontiera: a Ravenna scalano mediamente 3.600 navi l’anno con 100mila marittimi in transito in più, oggi abbiamo inoltre uno scalo passeggeri con 50 navi che hanno scelto Ravenna come hub portuale, il che significa che tutti gli sbarchi ed imbarchi dei passeggeri saranno effettuati a Ravenna e quindi parliamo anche qui di centinaia di migliaia di passeggeri.  E’ evidente a questo punto l’importanza strategica di avere una Dogana con il suo organico e come pure una Polizia di Frontiera. Si sono avuti incontri in tal senso con Prefetto, Questore, Comune e AdspRa che hanno dimostrato la massima disponibilità per risolvere queste  problematiche chiedendo il ripristino degli organici con più personale in tempi immediati».
Qual è il punto di forza del porto di Ravenna?
«Quello che fa grande il nostro porto è il cluster marittimo: c’è da sempre una forte coesione di responsabilità tra i vari componenti, sia nel pubblico che nel privato che ci permette di affrontare sempre insieme tutte le varie problematiche che si presentano. Una forte presenza positiva è senza dubbio anche la nostra Direzione Marittima dell’Emilia Romagna sempre operativa e disponibile»
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