Ravenna, Bissi lascia T&C dopo 17 anni da amministratore: «Bilancio in positivo con 80mila semirimorchi»

Emilia Romagna | 28 Giugno 2024 Economia
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«Bilancio in positivo 
con 80mila rotabili»
Elena Nencini
Dopo 17 anni alla guida di T&C, il terminal Traghetti e Crociere di via Baiona, Alberto Bissi lascia l’’incarico di amministratore unico: doveva essere un’esperienza di qualche mese ed invece lo ha accompagnato fino ad oggi, tanto che fa fatica, durante l’intervista, a non usare la parola «noi».
T&C, che è di proprietà dell’Autorità di Sistema portuale di Ravenna,  dal 28 marzo è passata sotto Logiport, società di logistica del Gruppo Grimaldi. Ma le novità potrebbero anche essere altre, come spiega Bissi, che è arrivato al terminal da una lunga esperienza nel mondo dell’autotrasporto.
Bissi, 17 anni al terminal T&C come è andata?
«Un incarico nato per caso nel 2006 dopo l’incidente mortale che colpì Luca Vertullo, un ragazzo di 22 anni al suo primo giorno di lavoro in porto nella stiva di un traghetto della Tirrenia. L’incarico doveva durare solo 6 mesi, ma alla fine sono diventati 17 anni molto impegnativi. Abbiamo  - uso ancora il noi, è fatica staccarsi, spiega ridendo – subìto due fallimenti prima quello di Tirrenia poi Cin-Tirrenia». 
Prima di T&C di cosa si occupava?

«Lavoravo nel mondo dell’autotrasporto, sono stato a lungo in Fita Cna Ravenna, con incarichi particolari di settore, come gli accordi nazionali sulle piastrelle. Poi sono stato portavoce dell’autotrasporto italiano in argomenti delicati di trattativa. Mentre ero a Roma, proprio mentre seguivo alcune questioni, capitò l’incidente di Vertullo e l’allora direttore operativo di AdspRa, Guido Ceroni, mi chiese se potevo dare una mano». 
Ve la siete vista brutta con i due fallimenti?
«Con Tirrenia siamo stati liquidati con 60mila euro, era poco ma meglio di niente, mentre per il secondo siamo ancora impegnati in un probabile recupero tanto che lo abbiamo messo in bilancio. Speriamo ancora di essere pagati».
Cosa è cambiato in questi anni per il terminal?
«Tantissimo, sono arrivato nel 2006 che facevamo 26 mila semirimorchi destinati alla Sicilia, a Catania in particolare poi con l’arrivo di Grimaldi, le cose sono cambiate in meglio. Grimaldi ha potenziato le cosiddette autostrade del mare, ricordo che, con Gianpaolo Polichetti (manager all’epoca di Grimaldi nda), partecipai a Roma proprio alla nascita di queste autostrade del mare. Grimaldi ha esteso la possibilità di lavorare anche con la Grecia: è nato così l’approdo intermedio a Brindisi, qui vengono sbarcati parte dei rotabili che vanno verso la Grecia. Il traghetto poi riparte con semirimorchi che arrivano dalla Puglia e vanno verso la Sicilia. A volte, arrivati all’hub di Catania, ripartono verso il sud Africa. 
Abbiamo superato gli 80 mila rotabili movimentati, abbiamo perso qualcosa con il covid, ma oggi parliamo di oltre 79 mila rotabili movimentati. Ci sono poche realtà nel nostro porto in crescita come noi. Dal 28 marzo Logiport, la società di logistica del Gruppo Grimaldi, è ufficialmente il terminalista ufficiale del porto di Ravenna per T&C».
 Al momento come sta andando il terminal?
«Sono stati fatti molto lavori: l’asfaltatura, la segnaletica, ma naturalmente ci sono dei rallentamenti  Il terminal subisce i ritardi dovuti al cantiere per gli escavi dei fondali e ai lavori che al momento sono sulla banchina di Ifa che utilizza oltre 200 metri della nostra per le sue merci. Da agosto tutta la banchina dovrebbe tornare ad essere di T&C».
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