Ravenna, Bellenghi (Avis): «782 i nuovi donatori da inizio 2023. Forte crescita dei giovani, la promozione ha ripagato»

Emilia Romagna | 06 Agosto 2023 Cronaca
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Elena Nencini
Risultati brillanti per i primi 6 mesi del 2023 per le donazioni di sangue di Avis (associazione volontari italiani del sangue) provinciale Ravenna: nel periodo gennaio-giugno sono state infatti più di 10mila le donazioni effettuate in provincia, e in particolare: 7.071 quelle di sangue (+283 unità raccolte rispetto allo stesso periodo del 2022) e 2.990 quelle di plasma (+380). Un segno positivo già rispetto al 2022, che segna un ritorno alla normalità dopo la pandemia. 10.900 i soci sul nostro territorio, 782 in questi primi 6 mesi (+110 rispetto al 2022) i nuovi donatori, 21 le sezioni comunali, in 11 di queste sono presenti punti di raccolta gestiti direttamente dall’associazione. 15, tra amministrativi e personale medico, le persone che lavorano stabilmente per Avis, a cui si aggiungono oltre 20 dipendenti a libera professione, tra cui dei medici in pensione».
Ad aiutare i dati in crescita è sicuramente il grande lavoro di promozione fra i giovani e nelle scuole fatto da Avis sul territorio, come spiega Marco Bellenghi, presidente Avis Provinciale Ravenna.
Bellenghi, il forte segno positivo di questo semestre a cosa è dovuto?
«Sono due i fattori: i primi sei mesi del 2022 erano stati pesantemente negativi sia a causa della pandemia in corso sia per il forte caldo a maggio, giugno che ha creato una contrazione nelle donazioni, sotto le aspettative. Quest’anno finalmente siamo usciti dalle pandemie e siamo riusciti a fare il lavoro sulle scuole. Siamo sempre stati molto forte sulle attività scolastica sul territorio, con il covid siamo stati costretti a lavorare da remoto, ma non abbiamo mai avuto la possibilità di fare l’idoneità (comprende la compilazione di un questionario, incontro con il medico, visita e esami del sangue nda) con i ragazzi. Quest’anno abbiamo raddoppiato il numero degli alunni incontrati, circa 200, e anche il numero dei ragazzi che hanno fatto l’idoneità: abbiamo organizzato nelle scuole degli incontri con il medico, con la nostra autoemoteca che permette di fare tutti gli esami. Poi si può scegliere il percorso per la donazione di plasma, di sangue e prenotare la propria donazione, altrimenti puoi essere sospeso per 6 mesi se hai fatto tatuaggi, piercing, hai l’ematocrito basso o altro».
Quanto è importante la promozione?
«Facciamo attività a 360 gradi, il covid aveva rallentato la nostra attività, abbiamo aperto collaborazioni con Ravenna Teatro, con la società sportiva Pietro Pezzi, che ci ha permesso di incontrare gli atleti, ma anche la squadra di sitting volley (pallavolo da seduti nda) che ci ha aiutato a sfatare un tabù cioè che i disabili non possano donare. Naturalmente non sempre è così: abbiamo deciso di supportarli nel campionato e questo ci ha dato la possibilità di incontrare amici, parenti, conoscenti che a loro volta sono venuti a donare il sangue. Facciamo molta attività alle feste, come ‘Popoli Pop Cult Festival’ a Bagnara, la Festa della Birra di Cotignola o i vari mercatini serali. Bisogna andare nei punti di aggregazione dei giovani, abbiamo dato in 4-5 giorni 200 cartoline per fare la visita di donazione, di questi il 50% aderisce. Donare è utile perché fanno un check up di esami gratuiti che servono all’auto controllo».
Quali sono le difficoltà che incontrate sul territorio?
«Siamo molto contenti del lavoro fatto negli anni con l’Ausl, purtroppo i tempi del mondo pubblico non corrispondono ai nostri tempi. Se c’è emergenza sangue, noi riusciamo, dalla sera alla mattina, a rimediare 200 donatori, ma poi se io chiedo un colloquio alle istituzioni non ci possono volere 6-7 mesi. L’ann scorso siamo stati costretti a ridurre le uscite per problem di personale medico, ma adesso siamo in linea e cerchiamo di andare incontro alle esigenze dei donatori». 
Come sta andando la collaborazione con la società di volley Pietro Pezzi?
«La Pietro Pezzi ha la solidarietà nel sangue, si occupano di attivismo sul territorio , di eventi benefici, ci sembravano il nostro partner per eccellenza pe rpromuovere la donazione di sangue. E poi il capitano della squadra di sitting volley, Federico Blanc (è anche nella squadra nazionale paralimpica nda) ha scelto di fare da testimonial di Avis, di metterci la faccia. Ci servono persone che dicono “il sangue ci ha salvato”. Pensiamo a tutti coloro che fanno abitualmente dialisi, a chi ha malattie ematiche.  Nella Pietro Pezzi abbiamo trovato persone con forte solidarietà». 
Programmi per il futuro?
«Il prossimo anno finisco il mio percorso dopo dieci anni di presidenza, bisogna migliorare i rapporti con le amministrazioni, in qualsiasi campo. Adesso la sfida più importante però  è il ricambio generazionale che avverrà nel 2025, bisogna essere pronti con persone giovani che accettino la sfida. Quello che seminiamo nelle scuole lo ritroviamo poi quando i ragazzi diventano grandi».
Un appello ai nostri lettori?
«L’estate sono i mesi più caldi e in carenza di sangue, chi può, programmi la sua donazione prima di partire per le meritate vacanze».
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