Ravenna, a Farete anche Giovanardi (Jas): «Il nuovo hub ravennate attira gli spedizionieri»
Elena Nencini
Mercoledì 6 e giovedì 7 a Bologna Fiere si terrà l’evento Farete, una vetrina delle eccellenze produttive e dei servizi, un’occasione concreta per sviluppare opportunità di business e nuove relazioni professionali. In questo contesto (7 settembre, ore 14-16) ci sarà il workshop, organizzato da Tcr, «Ravenna, il porto dell’Emilia Romagna. Il sistema portuale di Ravenna, fattore competitivo per le imprese emiliano romagnole». con particolare attenzione al trasporto containerizzato. Il focus sarà quello di richiamare le aziende presenti e le organizzazioni di impresa sul ruolo di Ravenna e la sua importanza per il tessuto economico della regione.
Tra le aziende coinvolte nella round table finale anche la Jas Worldwide, tra i principali player internazionali del forwarding B2B internazionale, aereo e marittimo, e nei servizi logistici. Oltre alle 19 filiali in Italia, dove ha 500 addetti, ha una capillare presenza in più di 90 paesi, offrendo un’ampia gamma di servizi e di merci trasportate.
Nicola Giovanardi, area manager Jas Jet air service sarà il relatore alla tavola rotonda di Farete.
Giovanardi, qual è l’importanza del porto di Ravenna per la vostra società?
«I valori in percentuale in merito all’utilizzo del porto di Ravenna da parte di Jas sono di 1,742% per l’export e pari a 3,006% per l’import, che registra un aumento rispetto allo scorso anno che era di 2,840%».
Quali sono i mercati e merci che transitano per Jas sul porto di Ravenna?
«Essenzialmente l’utilizzo di Jas del porto di Ravenna è per lo più orientato all’import, nel 2022 abbiamo movimentato 1261 teus dei quali 1071 con provenienza Cina. Ad agosto 2023 ne sono già stati movimentati 1143 il trend è quindi in crescita. L’export invece mostra dei numeri ben diversi, parliamo di soli 119 teus nel 2022, ad agosto 2023 ne sono già stati movimentati 297 il trend anche qui risulta in crescita. Le merci invece sono veramente le più disparate».
Quali possono essere le potenzialità e i nuovi scenari di sviluppo del Porto di Ravenna, in particolare alla luce del nuovo progetto per l’hub e dell’approfondimento dei fondali?
«Con la possibilità di far attraccare navi madre con maggior portata di containers il porto potrebbe beneficiare di servizi diretti con minori transit evitando trasbordi in altri porti, vista la presenza nella zona di tre distretti industriali strategici quali packaging, wellness, food e chemical. Il porto si trova in zona ottimale per servire un’ampia zona industriale che va dall’Emilia Romagna alle Marche, al basso Veneto con quindi benefici a livello di trasporti su gomma che diminuirebbero i chilometri effettuati e migliorerebbero i tempi di consegna se confrontati con i servizi intermodali su e dal mar Tirreno».
Pregi e difetti del porto di Ravenna.
«Sicuramente tra i punti favorevoli ci sono la presenza di ottimi servizi specialmente su East Med (come Turchia, Egitto, ecc); la struttura di medie dimensioni rende le operazioni più snelle e veloci, inoltre la presenza in loco di ottime società di trasportatori terrestri permette di offrire tariffe concorrenziali ed ottime performance specie sul breve raggio. Invece ci sarebbe da lavorare sulla scarsità di servizi diretti sui trade di maggior traffico come Asia e Stati Uniti, che non rende sempre appetibile il porto di Ravenna per via dei trasbordi e relativi tempi di transito».