QUARTIERE BRUXELLES di Valentina Brini: In Europa l’Italia è già l’osservata speciale
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La fulminea diffusione del Coronavirus nelle regioni del Nord ha fatto balzare l’Italia al terzo posto per numero di contagi in tutto il mondo: a parte la Cina, resta dietro solo alla Corea del Sud (602 casi), superando il Giappone (fermo a 135, secondo i dati della Johns Hopkins University). Il caso Italia allarma ora tutta l’Unione europea e in particolare i Paesi vicini, con Francia, Svizzera e Austria che hanno annunciato di seguire con attenzione gli sviluppi, al momento senza panico ma non escludendo eventuali contromisure se la situazione dovesse peggiorare. Dopo gli oltre 350 contagi ed i 12 morti registrati in pochi giorni, l’Italia è diventata uno dei principali fronti nella lotta al Coronavirus fuori dalla Cina. A Bruxelles, la Commissione Ue segue l’evolversi della situazione e ha promesso ogni possibile sostegno, stanziando già da questa settimana 230 milioni di euro per aiutare la lotta globale contro l’epidemia, che andranno a supportare misure di preparazione dei Paesi, anche extra-Ue, finanziare la ricerca e permettere l’acquisto di materiale per favorire la prevenzione. La commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, è subito volata in Italia: il nostro Paese, ha detto, ha preso «tutte le misure necessarie» per tracciare la diffusione del virus e prevenire ulteriori contagi. Al momento, Bruxelles non ha ricevuto alcuna richiesta di sospensione del trattato di Schengen per la libera circolazione dei cittadini e tutte le eventuali future decisioni - fanno sapere dalla Commissione Ue - dovranno essere prese in base a una rigorosa valutazione scientifica, nonché con misure proporzionate e coordinate. Se, però, in Belgio non risultano attivi nemmeno minimi controlli in entrata (come la misurazione della febbre) negli aeroporti per i cittadini provenienti dall’Italia, la reazione delle istituzioni Ue a carico dei funzionari italiani non si è fatta attendere. Il Parlamento europeo e la Commissione hanno inviato una circolare interna ai membri del proprio staff nella quale sono contenute una serie di misure di precauzione da osservare per i funzionari che negli ultimi 14 giorni hanno viaggiato nelle zone colpite dal Coronavirus, tra cui il nord Italia. Nella missiva si legge che «in attesa di un aggiornamento da parte del Centro europeo per la prevenzione e controllo delle malattie» chiunque «abbia viaggiato in Cina, Singapore e in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto deve osservare una serie di misure anche se si sta bene e non si hanno avuti contatti con persone contagiate dal virus». Tra queste, si chiede di «rimanere in isolamento a casa e di non recarsi al Parlamento europeo (neanche al servizio medico)», di «fare richiesta per il telelavoro» e di «controllare la propria salute e misurare la temperatura due volte al giorno per 14 giorni». Solamente trascorsi quei 14 giorni, se non emergono sintomi, allora «è possibile tornare al lavoro». Stesso destino per gli eurodeputati, ai quali è raccomandato di rispettare una quarantena di 14 giorni se hanno visitato le quattro Regioni italiane considerate a rischio oppure si sono recati in Cina o a Singapore. Dal punto di vista economico, l’Ue si mantiene cauta, ma l’epidemia rischia di avere un impatto molto serio. Una stima delle ricadute sull’economia mondiale ed europea «dipenderà dalla durata dell’espansione» del contagio, ha spiegato il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, sottolineando che nei prossimi mesi la Commissione Ue dovrà «aggiornare le previsioni economiche», con alcuni comparti - tra cui turismo e industria automobilistica - esposti a conseguenze significative. L’andamento dell’economia italiana, che ha avuto un brutto quarto trimestre del 2019, sarà «molto condizionato dall’evoluzione della vicenda», ha precisato Gentiloni. Un motivo in più, ha spiegato unendosi al coro di esperti, autorità sanitarie e istituzioni, «per associare alla priorità assoluta della protezione della salute dei nostri concittadini anche l’impegno a limitare la diffusione di panico, che porta al blocco delle attività economiche anche quando non ritenuto necessario dalle autorità sanitarie».