Porto di Ravenna, prima parte del Progettone in chiusura, Rossi (Adsp): ci sono nuovi investitori

Emilia Romagna | 24 Maggio 2024 Economia
porto-di-ravenna-prima-parte-del-progettone-in-chiusura-rossi-adsp-ci-sono-nuovi-investitori
Elena Nencini
Si concluderà a fine giugno la prima fase del Progetto Hub Portuale, cominciato a settembre del 2021, con la chiusura di quasi tutte le aree di cantiere del porto di Ravenna, nelle quali erano previsti interventi di potenziamento infrastrutturale. Il Progetto, realizzato dal raggruppamento temporaneo di imprese con mandataria il Consorzio Stabile Grandi Lavori - del quale è socio maggioritario e di riferimento la Rcm Costruzioni del Gruppo Rainone e mandante la belga Dredging International sta infatti per essere ultimato.
Una serie di lavori che stanno rendendo il nostro hub appetibile per molti nuovi operatori anche grazie ai nuovi fondali che a fine 2026 saranno a -14.50 m. L’opera di dragaggio del Candiano a -14.50 è stata assegnata al raggruppamento temporaneo di imprese Sidra (Società italiana dragaggi spa) assieme a Consorzio Integra Società Cooperativa Ambiente, Bioscience Research Center e Consorzio per il Centro Interuniversitario di Biologia Marina ed Ecologia Applicata «G. Bacci». 
La forza del Progetto Hub è quella di essere un Progetto integrato e di contemplare, accanto ad opere di potenziamento infrastrutturale del porto come, appunto, quelle che interessano direttamente banchine e fondali, anche la realizzazione di nuove aree per la logistica (oltre 200 ettari) a ridosso delle banchine portuali e collegate a strade e ferrovia. Daniele Rossi, presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, fa il punto sui lavori e spiega le ragioni dei dati negativi dei traffici nel primo quadrimestre del 2024.
Un bilancio della prima fase dei lavori?
«Confidiamo di mantenere la programmazione che abbiamo concordato con l’appaltatore e quindi di vedere terminate la maggior parte delle banchine entro il 30 di giugno. I dragaggi a - 12.50 m saranno comunque ultimati entro la fine dell’anno. Aree strategiche del porto, come l’avamporto e il bacino del terminal crociere, sono adesso a -11.50 m. Un’operazione molto importante per la stagione crocieristica: con i fondali nuovi abbiamo garantito l’ingresso a navi da crociera di ultima generazione, comprese le più grandi. Ci aspettiamo una stagione turistica importante anche se per il 2024 dovremmo contenere il numero delle navi perché cominceranno i lavori della stazione marittima e il terminal non sarà in grado di gestire i numeri di questi ultimi due anni. Dai 330 mila dello scorso anno quest’anno passeremo, verosimilmente, a 200/250 mila croceristi, riuscendo così a non impegnare l’area di cantiere. La cosa davvero importante è che abbiamo previsioni per numeri significativamente più importanti.
Quando partiranno i lavori del Terminal crociere?
«Il contratto è stato aggiudicato, sono in corso tutte le necessarie verifiche di legge e i  lavori al terminal crociere dovrebbero partire entro l’estate, Questa partita è in mano però al Terminalista concessionario Ravenna Civitas Cruise Port (Rccp). L’Autorità portuale partecipa sia economicamente che come supporto tecnico, siamo coinvolti nelle fasi autorizzative e di monitoraggio, ma la direzione operativa è di Rccp e dei suoi appaltatori».
In contemporanea alla prima fase è già partito il secondo step dei lavori dell’hub?
«Si, la seconda fase è già partita da tempo con l’aggiudicazione degli escavi e la realizzazione dell’impianto per la gestione dei materiali derivanti dall’ulteriore approfondimento dei fondali. A breve anche l’avvio dei lavori per la stazione ferroviaria in sinistra Candiano mentre il cantiere per quella in destra Candiano partirà solo il prossimo anno».
Andamento negativo del traffico merci per il primo quadrimestre, vede soluzioni a breve?
«I traffici purtroppo risentono di una situazione internazionale difficile: i numeri sono tendenzialmente negativi, abbiamo perso un 5-6% nel primo quadrimestre rispetto allo scorso anno. Questo è da ascriversi totalmente alla situazione geopolitica internazionale che vede alcune aree di grande interesse per i traffici del porto di Ravenna, come il Mar Nero e il Medio oriente in una situazione di guerra e di blocco totale dei mercati. Il porto di Ravenna ha storicamente rapporti commerciali molto forti sia con Russia che Ucraina: con il Mar Nero prima dell’inizio del conflitto avevamo contratti per 5 milioni di tonnellate di merci l’anno oggi ridotti a due. A questa perdita, già molto impattante sui 27-28 milioni di tonnellate che movimenta annualmente il porto di Ravenna, si aggiunge quest’anno, la situazione del Medio oriente con la guerra in Israele. Oltre a tutto questo c’è un momento di rallentamento dell’industria manifatturiera italiana e del settore delle costruzioni (in particolare, per quanto ci riguarda, nel settore delle ceramiche) che ha visto un boom particolare nel periodo di superbonus e oggi sta rientrando pesantemente, anche a causa del considerevole aumento delle materie prime. È necessario che tutte le filiere produttive riprendano a lavorare come due o tre anni fa, affinché il porto di Ravenna possa esprimere la grande potenzialità che le nuove infrastrutture gli danno oggi: non possiamo dimenticare che i porti non generano pil ma registrano l’andamento del pil. Se l’economia va male i porti vanno male. Si sta trascinando questa congiuntura sfavorevole cominciata con il Covid, proseguita con la guerra in Ucraina, esasperata poi dalla crisi dei consumi dell’est Europa e di tutto il mondo, e aggravata pure dall’aumento dell’inflazione. Come se non bastasse, inoltre, oggi uno dei mercati di maggior interesse per il nostro porto, il Medio Oriente, è paralizzato da una situazione di guerra molto grave. La realtà è che il porto di Ravenna oggi è un porto nuovo, le infrastrutture ci sono ed il porto è pronto a cogliere il rimbalzo dell’andamento dell’economia. Nuovi fondali, nuove banchine, nuove aree per la logistica, una nuova comunità energetica ed un sempre migliore livello di servizi fanno del porto di Ravenna un porto capace di crescere, di svilupparsi e di attrarre nuovi flussi di merce. E tutto questo sta richiamando l’attenzione di numerosi operatori interessati ad insediarsi nelle nuove aree logistiche, potendo beneficiare di tutte le opportunità che il “nuovo” porto di Ravenna è in grado di offrire».
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-emilia-romagna-porto-di-ravenna-prima-parte-del-progettone-in-chiusura-rossi-adsp-ci-sono-nuovi-investitori-n44722 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione