Omc Ravenna, Descalzi (ad Eni): «Da nuova guerra in Israele effetti sul prezzo del gas, ma non su volumi»
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La guerra tra Israele e Hamas sul fronte delle forniture energetiche non sta portando "impatti, ci sono stati impatti sul prezzo del gas, non tanto sul prezzo del petrolio che rimane alto, ma sul prezzo del gas sicuramente si' visto che siam passati da meno di 38 euro/Mwh a circa 50 euro/Mwh. C'e' stato un salto". Lo ha detto l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi interpellato sugli effetti sui prezzi dell'energia causati dalle tensioni in Medio Oriente. Parlando a margine dell'Omc di Ravenna, il top manager Eni ha sottolineato che "per il momento non c'e' nulla di preoccupante sul versante 'gas supply', anche perche' in quelle aree a parte il giacimento di Tamar che e' stato fermato dalle autorita' israeliane in modo precauzionale, non ci sono grossi impatti sulla acquisizione di gas. Probabilmente i mercati pensano che questo possa portare a ulteriori tensioni, io spero di no. Sui volumi non c'e' problema, per i prezzi", invece, le problematiche geopolitiche unite "al freddo invernale in arrivo porta tensioni a chi non ha gas proprio come l'Europa, su questo c'e' un po' di preoccupazione".
Le tensioni in Medio Oriente non cambiano i progetti e la cooperazione di Eni con l'Algeria. Lo ha sottolineato ancora l'amministratore delegato Claudio Descalzi a margine dell'Omc di Ravenna. "Non cambia assolutamente niente. Appena e' scoppiata la guerra in Israele sono andato subito in Algeria a parlare con il ministro e con il nuovo capo di Sonatrach. Non cambia assolutamente niente, abbiamo fatto una rivisitazione dei progetti. Noi non facciamo solo gas, come ha ricordato il ministro, ma stiamo sviluppando nuove tecnologie e anche la possibilita' di sviluppare elettricita' da trasportare attraverso elettrodotti in Europa. Quindi abbiamo passato in rassegna un po' tutte queste attivita', non ultima la cattura della CO2 e un grosso sforzo che l'Algeria sta facendo e noi insieme a loro per il monitoraggio satellitare delle fuggitive di metano per localizzarle, quantificarle e ridurle cosa che l'Algeria sta facendo con grande successo. Noi lo stiamo facendo in Egitto, in Libia, in tutti i paesi in cui lavoriamo", ha spiegato l'ad di Eni. Anche sul Libano, ha proseguito Descalzi, "non ci sono impatti, abbiamo finito un pozzo, si stanno facendo ancora le valutazioni. Non siamo operatori, l'operatore e' Total, ci sono altri blocchi, le analisi continuano e devono esserci concrete evidenze tecniche positive per continuare".