Maltempo, il presidente Casalini (Terremerse): «Impossibile quantificare i danni al momento»
![maltempo-il-presidente-casalini-terremerse-impossibile-quantificare-i-danni-al-momento](/inc/scripts/crop.php?img=https://backoffice3.titanka.com/verticalizzazioni/4897/254/upload/1683720144_ss06alluvione-luigi-bosi-grande-az.jpg&w=420&h=248)
Marco Casalini, presidente di Terremerse, fa un bilancio molto provvisorio della situazione: «intanto posso dire che la nostra associazione ha 5500 soci a livello nazionale, da Latina fino in Piemonte, con una quota importante in Emilia-Romagna. Al momento non sono in grado di quantificare quante sono le aziende socie colpite. Prima di una decina di giorni non avremo stime e dati in merito. Come cooperativa Terremerse abbiamo avuto danni minimi, qualcosa al locale caldaie con alcune pompe rovinate, ma rispetto a quello che è successo nella bassa Romagna ci possiamo ritenere fortunati. Al nostro punto di vendita di Conselice abbiamo avuto il piazzale allagato per un paio di giorni, ma facciamo ancora fatica a quantificare i danni».
Ben altra la situazione per quello che riguarda le aziende agricole socie di Terremerse, continua Casalini: «è un un disastro, quasi tutte le aree colpite dall’alluvione vedono la presenza di nostri soci, ma è difficile quantificare l’esatta entità dei danni, perché bisognerà vedere come si comporteranno le coltivazioni che non sono state spazzate via e se riusciranno a sopravvivere. Il problema principale è il limo lasciato dalle acque, che ha ricoperto i terreni e non sappiamo quando riusciremo a pulirli. Il limo sta asfissiando le radici delle piante: abbiamo dei terreni che si sono modificati, innalzandosi anche di 20 cm e sono così cambiati completamente. E non c’è un’esperienza che sia in grado di poterci aiutare, ad oggi possiamo solo dire che speriamo che sulle frutticole si possa salvare la pianta, mentre la produzione la diamo già per compromessa, mentre per le annuali orticole gli impianti saranno tutti da rifare. Tra dieci giorni avremo un primo bilancio».
Continua Casalini: «le piante soffrono tutte alla stessa maniera, sia le annuali che le pluriennali, il problema è proprio l’asfissia radicale, a cui si aggiunge il problema che non potremo entrare nei campi per eseguire i trattamenti finché saranno allagati. In alcune zone l’acqua è già scomparsa, ma il limo impermeabilizza il terreno che ha cambiato la propria tessitura. È necessario rompere e frantumare il terreno, con una sarchiatrice, al più presto. La zona rossa è quella dove c’è stata la rottura degli argini, qui il limo è più alto, poi man mano che ci allontaniamo ci sono zone con stress minore perché sono state invase “solo” dall’acqua. Non ci sono situazioni identiche».