Lavoro, i numeri della Cgil E-R: calano gli incidenti mortali, ma nel 2021 più infortuni

Emilia Romagna | 10 Marzo 2022 Economia
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Calano del 7,6% nel 2021, in Emilia-Romagna, gli incidenti mortali sul lavoro mentre aumentano del 9,2% gli infortuni e del 34,9% le malattie professionali. E' quanto elaborato dalla Cgil regionale che ha deciso di istituire un 'Osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali in Emilia-Romagna' in modo, spiega lo stesso sindacato, da "monitorare costantemente e denunciare quanto avviene nella nostra regione riguardo alla sicurezza dei luoghi di lavoro". Lo scorso anno, l'Osservatorio ha registrato 74.066 infortuni denunciati in crescita del 9,2% rispetto ai 67.816 del 2020; 110 denunce di infortunio con esito mortale, in calo del 7,6% rispetto alle 119 del 2020 e 5.578 malattie professionali denunciate in crescita del 34,9% rispetto alle 4.136 del 2020.
Guardando ai settori segnati dal maggior numero di morti si segnalano quello del trasporto e magazzinaggio con 20 infortuni mortali denunciati; le costruzioni (18); l'agricoltura (8);i l commercio e la riparazione (8); la metallurgia e la fabbricazione di prodotti in metallo (5); le industrie alimentari (4) e la fabbricazione di altri macchinari (6). Quanto ai comparti in cui si registrano il maggior numero di denunce di infortunio: 5.391 sono state presentate nella sanità; 4.925 nel commercio; 4.273 nel trasporto e magazzinaggio; 3.867 nelle costruzioni e 3.700 denunce in agricoltura e agroindustria.
    "I dati - osserva la Cgil Emilia-Romagna - consegnano un imperativo: il tema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro deve tornare ad essere una priorità assoluta per le istituzioni a tutti i livelli. Chiediamo con forza investimenti sulla prevenzione, sul rafforzamento dei controlli e degli organismi ispettivi, sulla formazione, sulla partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla definizione dei modelli organizzativi che garantiscano la loro sicurezza. C'è un legame indissolubile tra la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e la buona occupazione, dove, al contrario, persistono fenomeni di sfruttamento, precarietà e illegalità, maggiore è il rischio di infortuni e morti sul lavoro".
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