Imola, teatro dell'Osservanza gremito per il prof. Saraceno: «Salute mentale come bene comune»

Emilia Romagna | 10 Ottobre 2022 Cronaca
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Una mattinata densa di contenuti quella che ha visto oggi riempirsi il teatro dell’Osservanza di Imola di operatori della salute mentale, associazioni di utenti e famigliari e di circa 280 studenti e docenti dell’Istituto Professionale Cassiano da Imola e del Liceo delle Scienze Umane Alessandro da Imola.
Ha aperto i lavori Bruna Zani, Presidente dell’Istituzione Gian Franco Minguzzi, che ha ricordato come la decisione di celebrare la trentesima Giornata Mondiale della Salute Mentale, ospitando il Prof. Benedetto Saraceno, che ha dedicato una riflessione sull’importanza della Salute Mentale per la comunità, è stata promossa dalla Città metropolitana di Bologna, tramite l’Istituzione, in collaborazione con le Aziende sanitarie di Imola e di Bologna, il Comune di Imola, su proposta di Auser Imola e con la collaborazione di tutte le istituzioni, il terzo settore e le associazioni di Insieme nella rete e Oltre la Siepe. Questa iniziativa si inserisce nel più ampio panorama della rassegna “La salute mentale come bene comune. Perché ci vuole una città” che vede l’organizzazione di 30 tavoli di conversazione aperti a tutti i cittadini e che culminerà con l’iniziativa del 14 ottobre in piazza Dalla a Bologna.
Hanno quindi salutato e ringraziato gli oltre 400 partecipanti e gli organizzatori del convegno: il Sindaco di Imola e vicesindaco della Città Metropolitana Marco Panieri, il Vescovo di Imola Monsignor Mosciatti, il direttore generale dell’Ausl di Imola Andrea Rossi, la Consigliera delegata al Welfare della Città metropolitana Sara Accorsi e la Presidente dell’ AUSER Emilia-Romagna  Magda Babini,.
Il dottor Rossi, riprendendo il tema della salute mentale intesa come bene comune, ha sottolineato come anche in un Paese, in una Regione e in una città così avanzate come la nostra, si sia ancora lontani da un accesso equo ai servizi e come questa iniquità si traduca in una sottrazione di diritto delle persone.  “Per colmare questa distanza è necessario mettere al centro la comunità – ha detto Rossi – . Serve un impegno che dia sostanza al fatto che la salute mentale non è materia esclusiva della psichiatria, ma riguarda la politica del lavoro, dell’abitare, della scuola, e più in generale riguarda la comunità tutta per una cura integrale, inclusiva, solidale”.  
“Parlare di salute mentale come bene comune significa attestare il fatto che la salute mentale deve far parte dell’azione della Città metropolitana in ambito di welfare. Il lavoro importante che l’Istituzione Minguzzi fa in termini di approfondimento, analisi e sensibilizzazione sui temi della salute mentale all’interno di tutto il territorio metropolitano è funzionale alla programmazione dell’Ente, che in questo mandato vede come strumento di risposta alla salute mentale il budget di salute – spiega Sara Accorsi, consigliera metropolitana delegata al Welfare – Il budget di salute chiede un’azione corale all’interno della quale agiscono le istituzioni, le aziende sanitarie, i servizi sociali dei territori, gli operatori e le operatrici. Un’azione che pone al centro la persona, con le sue aspirazioni, con il suo progetto di vita. Un impegno importante in termini di risorse, professionalità e competenze. Accanto a questo lavoro di azione quando la patologia è già presente, occorre attivare quante più azioni possibili per prevenire quanto può essere e diventare disagio mentale, e giornate come questa hanno anche questa funzione”.  
Ha concluso i saluti la Presidente Babini. «Auser è un'associazione di volontariato e di promozione sociale, impegnata nel favorire l’invecchiamento attivo degli anziani, ma non solo, è molto di più - sottolinea Magda Babini, presidente Auser Emilia Romagna -. Per noi ogni persona è protagonista e risorsa per sé e per gli altri in tutte le età. Il nostro obiettivo è valorizzare le esperienze di ognuno e incentivare la solidarietà, la partecipazione e lo scambio intergenerazionale. Per questo motivo, dopo che la pandemia e l'isolamento hanno messo a nudo nuove e vecchie fragilità, l'Auser di Imola ha voluto proporre questo importante convegno con l'obiettivo di aprire un confronto e creare una rete per promuovere insieme la salute mentale e il benessere non solo dei singoli, ma di tutta la comunità».
 
Al centro della mattinata l’intensa lezione magistrale del Prof. Benedetto Saraceno, un’occasione unica per contestualizzare gli sviluppi scientifici all’interno dei mutamenti sociali ed istituzionali e comprendere quali politiche possano risultare più efficaci per garantire una buona salute mentale alle popolazioni, andando oltre alle risposte semplicistiche basate sulla riproposizione del tradizionale paradigma psichiatrico biomedico.
 “La salute mentale non è la psichiatria, non appartiene a nessuna disciplina medica – ha infatti esordito Saraceno – è un bene comune, è un diritto che appartiene a ciascuno di noi. Non possiamo adattare le domande nuove ed incomprensibili che ci circondano, periferiche ai campi disciplinari a noi noti, alle risposte che già abbiamo. Le domande nuove devono sfidarci a costruire ciò che non c’è ancora: la clinica della precarietà. Solo così queste domande manterranno il loro straordinario potere trasformativo e creativo”.
Il trattamento, su cui tende a concentrarsi univocamente la psichiatria, secondo Saraceno non può invece essere guardato al di fuori del contesto del servizio in cui si effettua, parte sostanziale della qualità del gesto di cura. Ecco perché vanno riorientati i servizi territoriali, che devono avere un ruolo prevalente rispetto a quelli ospedalieri di diagnosi e cura, bracci strumentali, ancillari, della medicina di comunità e vanno riscoperti (come accaduto nel corso della pandemia) il ruolo delle determinanti sociali della salute; la necessità non rinviabile di una medicina di prossimità e del protagonismo della persona; l’importanza della dimensione dell’abitare anziché del risiedere, ossia dell’essere e dell’operare all’interno di una comunità.    
Una visione che pone al centro delle politiche della salute mentale la partecipazione dal basso e che sottolinea l’importanza delle esperienze di coinvolgimento diretto delle persone nei processi decisionali che li riguardano.
Alla lectio di Saraceno hanno fatto seguito i commenti di Alba Natali (Direttrice del DSM-DP dell’Ausl di Imola), Fabio Lucchi (Direttore DSM-DP Ausl Bologna), Alessio Saponaro (Responsabile Area Salute Mentale Assessorato Regionale Politiche per la Salute), Enzo Morgagni (Consulta Regionale per la Salute Mentale) e un lungo dibattito con il pubblico, che ha avuto gli studenti tra i principali protagonisti con domande di grande interesse rivolte al Professore.
A chiudere la prima parte della giornata, proseguita nel pomeriggio con lavori di gruppo per una riflessione tra cittadini, operatori, utenti e famigliari sulla costruzione delle future politiche per la salute mentale del territorio, è stato il dr. Angelo Fioritti, già direttore del DSM-DP della regione Emilia-Romagna e dell’Ausl di Bologna, oggi nel Consiglio di Amministrazione dell’Istituzione Minguzzi. “Un evento quello di oggi che resterà nella nostra memoria e che spero sia un punto di partenza per qualcosa di nuovo – ha concluso Fioritti, ringraziando Benedetto Saraceno per aver donato al pubblico imolese la sua ultima conferenza pubblica, in cui ha concentrato 40 anni di pensiero e di azioni – Oggi però è successo anche qualcosa di più: le domande, le considerazioni e le critiche dei tanti ragazzi presenti oggi ci hanno mostrato una generazione curiosa ed interessata ad orientarsi in un mondo complicato; le tante autorità che sono intervenute non solo formalmente; gli utenti, i famigliari, i volontari, i cittadini presenti ed interessanti, ci hanno dimostrato davvero cosa significa “bene comune”. 

 
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