IL TESSITORE DEL VENTO di Guido Tampieri - Sgangherati

Emilia Romagna | 25 Settembre 2023 Blog Settesere
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Guido Tampieri - Scorrendo le immagini della nostra quotidianità sembra di guardare uno di quei film di Dino Risi nei quali il maestro della commedia all’italiana rappresenta in chiave grottesca situazioni e personaggi che fotografano vizi e difetti ordinari di questo straordinario Paese.
Se ci attardiamo nell’uso di questa espressione è perché noi, patrioti alla Pertini, siamo un po’ cauti nell’ impiego della parola nazione, che cresce ormai al passo con l’inflazione. Ci soccorre Pascal: «Con tanti demagoghi in giro, meglio essere scettici». E così ci siamo posti, fin dall’inizio, di fronte ai tonitruanti proclami di Giorgia Meloni sulla guerra lampo che avrebbe debellato l’orda di invasori ansiosi di assoggettarci in casa nostra. Perché la questione, se solo ci si accosta ad essa uscendo dalla categoria dell’emergenza per entrare in quella più appropriata di una condizione planetaria epocale, si rivela più complicata di quanto la semplificatoria rappresentazione sovranista dia ad intendere. Forse per questo non mi riesce di gioire del fallimento delle strategie del Governo in materia migratoria.
Troppo facile, in fondo prevedibile. Troppo cinico, che in ballo ci sono degli esseri umani. Troppo simile a ciò che faceva e farebbe questa destra reazionaria a ruoli invertiti. Troppo poco per accreditare l’opposizione agli occhi di chi le chiede se quando poteva ha fatto di meglio.
In presenza di un fenomeno al quale prima o poi bisognerà trovare una quadra. Poiché costituisce il fattore di maggior destabilizzazione del vecchio continente. Un terreno su cui attecchiscono le speculazioni politiche più bieche, su cui la destra ha costruito le proprie fortune. Si fa un gran parlare di questo e di quello, del Pnrr e del Mes, del salario minimo e delle pensioni, dei diritti civili e del generale Vannacci ma togliete ai sovranisti l’arma dei migranti e ne resterà poca cosa. Non la terranno scarica. Costi quel che costi. Ancora adesso non sono così certo che il caos degli sbarchi, la loro dismisura, si ritorcerà contro chi aveva promesso che l’ordine avrebbe presto regnato sul suolo patrio. O non produrrà invece un rinnovato affidamento, un mandato ancor più severo a risolvere il problema con mezzi più spicci. Come fa la Grecia, alla quale l’incredibile Rampini invita a guardare, che mitraglia le barche dei migranti. Mentre la sinistra, a dire del Capo del Governo, non solo indulge ma deliberatamente ricerca una immigrazione brutta e cattiva per «mescolare e diluire», in un satanico melting pot, quel che resta della nostra cultura, delle nostre tradizioni e, perché no, del nostro sangue.
Di complotto in complotto è lì che si arriva, alla sostituzione etnica. Oltre i confini della decenza e della ragione. La crisi migratoria, assieme alla crisi climatica, terrà il banco nella prossima consultazione europea. La destra reazionaria alzerà ancor più il vessillo del pericolo incombente. E ritaglierà per se la veste del vorrei ma non posso che indossava comodamente all’opposizione. Chiedendo agli elettori di slegargli le mani che «i sabotatori» interni ed europei gli hanno imprigionato. Questo Governo non conosce altro linguaggio che quello repressivo, non possiede altra strategia che quella messa in atto, decreto su decreto, fino all’abominio di una pena afflittiva di 18 mesi, da scontare nei centri di rimpatrio, per un illecito amministrativo. 18 mesi per chi fugge dalla miseria e dalla morte, 2 anni per chi non manda a scuola i figli, 6 anni per i frequentatori dei rave party, ricchi premi e cotillon per evasori e criminali in guanti bianchi. Meravigliose creature, come si fa a non votarvi!
I dogmi su cui si regge la narrazione sovranista sono caduti uno dopo l’altro come birilli. Le ong non erano il ventre molle attrattivo che induce al rischio della traversata. I migranti non portano via il lavoro agli italiani ma se mai riempiono un vuoto che le imprese non saprebbero colmare altrimenti. I salari bassi non sono una conseguenza dei processi migratori, visto che nei Paesi europei con più alta percentuale di mano d’opera straniera sono migliori. Adesso il re è nudo. Si scorge anche l’anima. E non è un bel vedere. Quanti attentati hanno compiuto in Italia le orde di terroristi che viaggiavano sui barconi? Rispondete a questa domanda e avrete la misura della barbarie che si sta consumando. Hanno in mano un martello e picchiano sui chiodi. Inutile chiedergli di sciogliere i nodi. Specie se intricati come questo. Che richiede abilità negoziale, un lavoro paziente, un approccio lungimirante, tante risorse e quel pizzico di umana comprensione che ti consente di difenderti senza offendere, di condividere il dolore degli altri anziché ignorarlo. Chiusi i canali di immigrazione regolari, si sono naturalmente allargati i flussi irregolari. Accrescendo il sentimento di insicurezza dei cittadini. L’incapacità di integrare i nuovi arrivati ha fatto il resto. Non siamo abbastanza forti per accogliere tutti, nè del resto ho mai sentito qualcuno sostenere questa tesi se non per contestarla; ma lo siamo per darci una politica migratoria intelligente, correlata all’andamento demografico e ai bisogni dell’economia. Senza temere di perdere la nostra identità. In Italia una politica migratoria non c’è mai stata. Oggi è peggio che andar di notte. Non conosciamo nè il fabbisogno né l’offerta di lavoro potenziale, non c’è progetto, non ci sono strumenti. Solo slogan: «aiutiamoli a casa loro», che nemmeno sappiamo quale sia e certo non è la Tunisia. E «fermiamoli al di là del mare, in che modo non importa. Non abbiamo accordi coi Paesi di partenza né risorse per favorirne lo sviluppo».
Il Piano Mattei è una bufala e per un Piano Marshall per l’Africa non basta forse l’Europa intera. Le condizioni basiche per contenere i flussi migratori sono di là da venire. Non c’è regia, non c’è diplomazia, non ci sono nemmeno le idee. Del ricollocamento di chi arriva quasi non si parla più, noi abbiamo rinunciato a chiederlo per non disturbare gli amici ungheresi, gli altri fanno finta di niente. Tutti hanno dimenticato che solidarietà fa rima con responsabilità e, di questo passo, anche con libertà. A nessun altro problema Giorgia Meloni dedica un’attenzione pari a quella che riserva all invasione degli ultracorpi e vien da pensare che sia un bene. Ogni giorno sembra quello del giudizio universale. God bless Italia.
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