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Hub portuale di Ravenna, scavi ai fondali nel 2019, ma prima serve il via libera del Cipe

Emilia Romagna | 16 Settembre 2017 Economia
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Manuel Poletti - L’ultimo ostacolo si chiama Cipe, tanto per cambiare, e qualche esproprio di troppo, prima del via libero definitivo agli scavi per i fondali del porto. L’obiettivo dell’Autorità portuale è quello di iniziare i lavori nel 2019 per portare la profondità, come primo step, a meno 12,5 metri. Il progetto sarà a Roma lunedì 18 settembre, poi entro il 2017 dovrebbe arrivare l’ok del Cipe, a cui è legato il finanziamento dei 60 milioni di euro. Il 2018 servirà per la scelta del general contractor, poi i tanto attesi lavori. La road map per il progetto dell’Hub portuale di Ravenna, che è' stato presentano venerdì 15 in pompa magna in Provincia con la presenza anche del presidente regionale Bonaccini, è finalmente delineato, dopo almeno 5 anni di annunci mai rispetti dalle precedenti direzioni di Ap.
 

SCHEDA INFORMATIVA PROGETTO “HUB PORTUALE DI RAVENNA”

Premessa

Il Porto di Ravenna è costituito da un canale principale, il Canale Candiano della lunghezza di circa 12 chilometri e due secondari, Baiona a Piombone. Nel complesso sono attualmente presenti 24km di banchine disponibili, di cui 18.5km operative. Le merci trattate dai terminalisti privati sonoprincipalmente rinfuse, liquidi e container.

A seguito delle analisi del traffico e degli scenari futuri, il Piano Regolatore Portuale ha fissato come priorità per lo sviluppo del Porto l’approfondimento dei fondali per permettere l’ingresso di navi di dimensioni maggiori rispetto alle attuali, oltre alla realizzazione di un nuovo Terminal Container e nuove aree destinate alla logistica.

Cosa prevede il progetto

Le opere oggetto del presente intervento, si inserisco in un più ampio programma denominato “HUB PORTUALE RAVENNA 2017”, e consistono, in una prima fase:

-
nell’approfondimento dei fondali a -13,50 m del canale marino e dell’avamporto e nell’approfondimento del Canale Candiano a -12,50 m fino alla Darsena San Vitale, con il dragaggio di oltre 4.700.000 mc di materiale;
-
nella realizzazione di una nuova banchina, della lunghezza di oltre 1.000 m, destinata a terminal container sul lato destro del Canale Candiano in Penisola Trattaroli, che sarà raggiunta dalla linea ferroviaria;
-
nell’adeguamento strutturale alla normativa antisismica ed ai nuovi fondali di oltre 2.500 m di banchine esistenti;
-
nell’approfondimento dei fondali di ulteriori banchine (già adeguate) per uno sviluppo lineare di oltre 4.000 m;
-
nella realizzazione di nuove piattaforme logistiche urbanizzate ed attrezzate in area portuale per circa 200 ettari utilizzando parte del materiale di risulta dai dragaggi opportunamente trattato.

Nella seconda fase, che avrà inizio non appena ultimati i lavori della prima fase e sarà stato realizzato l’impianto di trattamento dei materiali risultanti dall’escavo, si completerà l’escavo dei fondali sino alla profondità di 14,5 metri.

Costi di realizzazione

Il quadro economico prevede una spesa di 235.000.000 di Euro per il completamento della prima fase di lavori.

Fonti di finanziamento

Il CIPE nel 2012 ha approvato il progetto preliminare del «Hub portuale di Ravenna», con l’assegnazione definitiva dell’importo di 60 milioni di euro, a valere sulle risorse del «Fondo infrastrutture ferroviarie, stradali e elativo a opere di interesse strategico».

La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) nel 2013 ha approvato l’erogazione di un finanziamento di scopo sino a 120 milioni di euro per il progetto “Hub Portuale di Ravenna”.

L’Autorità Portuale investirà fondi propri già disponibili per 55 milioni di Euro.

Tempi di esecuzione

Il cronoprogramma dell’intervento risente principalmente dei tempi necessari all’espletamento di tutti gli iter autorizzativi connessi ad un progetto complesso che coinvolge una numerosa serie di soggettiistituzionali e, dal punto di vista tecnico, dei tempi necessari per la corretta gestione dei materiali risultanti dall’escavo.

Il progetto definitivo sarà depositato il giorno 18 settembre 2017 al Ministero Infrastrutture e Trasporti per la relativa istruttoria presso tutti gli enti competenti. I tempi di istruttoria sono previsti in circa unanno. I lavori della prima fase sono previsti durare circa quattro anni per la realizzazione delle infrastrutture e contemporaneamente sarà realizzato l’impianto di trattamento dei materiali di dragaggio. La fase di approfondimento dei fondali durerà altri due anni circa.

Non appena completato l’iter autorizzativo ed ottenuta la delibera del CIPE, si provvederà ad indire la gara di appalto, per avviare i lavori nei primi mesi del 2019.

HUB PORTUALE RAVENNA 2017

Il progetto di potenziamento infrastrutturale si inserisce nel più ampio programma di valorizzazione del Porto di Ravenna, denominato HUB PORTUALE RAVENNA 2017, che prevede investimenti:

o
nel potenziamento della rete di collegamento ferroviario con investimenti per circa 30 milioni, per i quali sono in corso accordi con RFI, che consentiranno di realizzare un importante sottopasso ferroviario e due stazioni merci in area portuale per evitare il transito dei treni provenienti dal porto nella  stazione centrale cittadina e rendere più veloci le manovre ed i collegamenti;
o
nel completamento della digitalizzazione dei processi documentali per migliorare ulteriormente le procedure doganali di pre-cleaning e sdoganamento in mare;
o
nella realizzazione di una rete di trasmissione dati su banda larga per tutta la lunghezza della area portuale;
o
nel potenziamento della sicurezza in ambito portuale con l’installazione di un sofisticato sistema di videosorveglianza che coprirà gran parte dell’area e delle vie di accesso al porto per il quale si stanno definendo gli accordi operativi con Prefettura, Comune di Ravenna e Forze dell’ordine;
o
nella realizzazione di un impianto di trattamento dei materiali di dragaggio ed il loro riutilizzo, per il quale è in preparazione il relativo bando di gara;
o
nella costruzione delle opere infrastrutturali di supporto alla realizzazione di un impianto di stoccaggio e distribuzione di GNL, che sarà un investimento privato, per il quale è in corso il relativo iter autorizzativo;
o

nell’ampliamento del terminal RO-RO destinato allo stoccaggio e trasporto dirimorchi.




LE NOVITA’ DEL PROGETTO
Rossi è riuscito a mantenere la promessa di «rivisitare il Progettone» entro fine estate, lunedì 18 infatti il documento sarà a Roma. Poi il presidente in carica da fine 2016 confermerà la volontà di partire da un approfondimento di meno 12,5 metri.
Ma come cambia il progetto di scavi rispetto al precedente «progettone»? «Il progetto non cambia nei suoi obiettivi finali, ma viene articolato con fasi esecutive diverse – aveva dichiarato Rossi a fine maggio e confermerà questa linea anche venerdì 15 -. Vogliamo realizzare scavi a -12,5 metri che possono partire all’inizio del 2019. E’ il dato più ragionevole a cui possiamo arrivare in tempi ‘brevi’, dopo il confronto avvenuto in questi mesi con gli operatori del porto. Certamente per soddisfare i progetti di lungo termine, soprattutto per poter accogliere navi più grandi che sono il futuro di questo mercato, avremo bisogno di maggiori fondali, ma riteniamo realisticamente fattibile il perseguimento dell’obiettivo di raggiungere i -14,5 metri negli anni immediatamente successivi, grazie anche al contributo che darà l’impianto di trattamento dei materiali di risulta dagli escavi, per la realizzazione del quale abbiamo già iniziato a lavorare».
 
ANCORA GLI ESPROPRI
Gli espropri legati alle casse di colmata dei fanghi furono uno degli ostacoli maggiori che bloccarono di fatto il percorso avviato negli anni scorsi dalla presidenza Di Marco. A fine maggio Rossi sottolineò al nostro giornale che «sulle casse di colmata stiamo cercando una soluzione eco sostenibile, che non preveda espropri», ma con ogni probabilità questo obiettivo salterà. Infatti nel nuovo progetto saranno previsti espropri nell’area logistica 2 collocata sulla sponda sud del Candiano e alcuni ci saranno anche su quella nord. Questo sarà uno dei nodi più critici da affrontare dopo i fuochi d’artificio di venerdì 15, creerà ancora polemiche aspre.  Per quanto riguarda la sistemazione dei fanghi nel progetto sarà delineato un sistema di aree nel ravennate dove stoccare parte di questi, e contemporaneamente verrà reso funzionante un sistema di riciclo d’avanguardia che abbasserà i volumi generali da stoccare.
 
PIATTAFORME LOGISTICHE
Per quanto riguarda le piattaforme logistiche Rossi continuerà a battere il tasto «degli investitori privati. A noi non interessa acquisire delle aree – aveva dichiarato a fine maggio -, ma abbiamo bisogno di individuare aree che siano funzionali al progetto. Certamente favoriremo i progetti portati avanti dai privati. Noi dobbiamo ‘solo’ realizzare delle attività che siano funzionali allo sviluppo del Porto». Vedremo se questi investitori privati sono emersi durante l’estate bollente appena trascorsa.
 
I TRASPORTI
La linea tracciata da Rossi a fine maggio rimane valida. «Regione e Comune si stanno muovendo bene sul sistema viario attorno al porto e non solo. Considerati gli oltre 7000 treni che sono transitati nell’area portuale di Ravenna nel 2016 l’attenzione a questa modalità di trasporto è particolarmente alta – aveva sottolineato Rossi -. Con Rfi e Comune stiamo cercando soluzioni tecniche per rendere più agevole la circolazione dei treni all’interno dell’area portuale e per velocizzare i tempi di percorrenza.  Il numero di treni attuale è un dato che vogliamo incrementare, tenuto conto anche della forte attenzione ambientale che c’è sempre più sui trasporti».
 
 
 
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