Gambellara, Natali, presidente associazione Bizantina: «Lanciata una campagna per l’acquisto di un pick up»

Elena Nencini
Un battesimo del fuoco – anzi sarebbe più appropriato dire dell’acqua data la situazione – quello dell’associazione di volontariato di Protezione civile Bizantina Ravenna che è entrata in azione proprio nei giorni dell’alluvione del 2023, come racconta il presidente Giuliano Natali.
Oggi l’associazione conta 54 soci, con un impegno sul territorio e la sede a Gambellara, con attività diverse anche nel quotidiano come la manifestazione di domenica 13 ottobre, in piazza del popolo a Ravenna, con Pubblica Assistenza, Guardie ecologiche per l’iniziativa «Io non rischio» della Protezione civile nazionale.
Natali, come nasce l’associazione?
«Siamo stati riconosciuti come associazione di Protezione civile in Regione ad aprile del 2023 e iscritti al Coordinamento provinciale di Ravenna proprio nei giorni dell’emergenza alluvionale dello scorso anno. Il 19 maggio 2023 eravamo tra Coccolia e Borgo Sisa con tanti giovani e tanto fango da spalare. Siamo partiti in dieci soci fondatori, tutti con esperienze pregresse, come l’alluvione a Ostra nelle Marche, le emergenze di Nonantola e Argelato. Quando c’è stata la prima alluvione avevamo ancora poche attrezzature e siamo intervenuti dando una mano alla Consulta del volontariato. Quest’anno ci siamo trovati più preparati».
Come è andata con l’ultima emergenza?
«È andata... Impegnativa, siamo partiti due giorni prima dell’alluvione con il compito di monitorare il fiume Ronco, fare i sacchi a Faenza e spalare fango con i badili dove c’era bisogno. Quando cominciavamo a tirare il fiato è arrivata l’emergenza a Traversara. Poi abbiamo aiutato ad evacuare l’ospedale di Lugo, aiutavamo in quello che ci veniva richiesto. Posso dire che ogni giorno un terzo dei nostri soci erano impegnati».
Che differenza ha avuto rispetto allo scorso anno?
«L’anno scorso eravamo sicuramente impreparati alla vastità dell’evento: è stato devastante. L’esperienza di maggio 2023 non si può dimenticare, i giorni e le notti passati in giro ci hanno segnato: adesso è stato meno impegnativo dal punto di vista degli aiuti anche perché è stato più circoscritto e noi soccorritori potevamo concentrare meglio i nostri sforzi».
Avete soccorso persone che si trovavano al secondo e anche al terzo allagamento, tanta amarezza?
«Più che l’amarezza le persone colpite ripetutamente sono più abbattute. L’anno scorso era difficile raggiungere i punti in cui prestare assistenza, c’era acqua e fango ovunque, questa volta siamo intervenuti con maggiore facilità ma, specie nelle persone già colpite, c’era rabbia e rassegnazione. Rabbia perché il grido di aiuto non era stata raccolta fino alla fine. L’esperienza del 2023 per gli interventi in campo è servita».
A giugno avete inaugurato la vostra sede, un bel risultato per un anno di attività.
«Si, siamo molto contenti: solitamente siamo aperti due giorni a settimana: nei giorni della penultima alluvione, 19, 20, 21 settembre, eravamo aperti tutto il giorno, con tantissimi soci pronti a intervenire, mi ha riempito di orgoglio. Alla prima occasione abbiamo dimostrato il senso di appartenenza al territorio, siamo sempre pronti a dare una mano. Mi sono sentito veramente contento».
Progetti per il futuro?
«Abbiamo avviato una campagna di finanziamento per acquistare un pick up che può essere utile nella stagione invernale per le motopompe, le idropulitrici, ma anche d’estate per l’antincendio boschivo. Cerchiamo di raccogliere circa 38mila euro e i primi imprenditori hanno risposto positivamente. Sono molto ottimista. Il territorio è molto vicino, il Comitato cittadino di Gambellara, il Coordinamento provinciale: la nostra presenza è molto ben vista perché questa zona era scoperta dagli interventi».
In un solo anno siete cresciuti anche come soci?
«Siamo partiti con 10 corsi base (il corso che serve per accedere agli interventi di protezione civile), e 20 soci: adesso siamo 54 persone di cui 45 con il corso base, in un’ipotetica emergenza possiamo alternarci. E’ un risultato molto buono in un anno. Abbiamo tanti giovani under 50 che, anche avendo un lavoro, ci dedicano molto del loro tempo libero; vanno dai 25 agli 83 anni di un signore che ha collaborato anche nel sisma de L’Aquila. Grazie anche ad associazioni locali abbiamo aumentato le attrezzature che ci servono».
Intervenite solo nelle emergenze?
«No, siamo un’associazione di protezione civile, oltre che intervenire negli eventi calamitosi, ci stiamo specializzando nei grandi eventi: per la seconda volta abbiamo collaborato al Dragon Boat, la manifestazione che ha coinvolto oltre 7mila persone alla Standiana. Le emergenze hanno la precedenza, ma d’estate facciamo servizio di avvistamento degli incendi boschivi sia da mare che da terra, sul gommone nei fine settimana estivi oppure dalla torretta di avvistamento di Porto Corsini ai bordi della pineta. Abbiamo una convenzione con la polizia locale per i controlli dei grandi eventi come Tour de France, la Maratona di Ravenna, il Dragon Boat. I nostri volontari così fanno esperienza anche nei servizi di controllo».