Faenza, tanti premi, oltre 300, per l’attrice e regista Samantha Casella all’estero: «‘Katabasis’ sbanca in India, poche richieste in Romagna»

Elena Nencini
E’ stato un anno pieno per Samantha Casella, l’attrice e regista faentina, che lo scorso anno ha portato al Festival del Cinema di Venezia, nella sezione Starlight, il suo ultimo film Katabasis. Ma sicuramente per le vale il detto «Nemo propheta in patria», infatti se il film ha girato per tutto il mondo ricevendo ben 400 premi, farlo girare nelle sale del territorio romagnolo è un’impresa ardua».
Casella ama le tematiche esistenziali e spirituali, ma spazia anche fino ai documentari (come Mediterraneo, incentrato sullo scultore Giuseppe Spagnulo e presentato alla Biennale di Venezia). Nel 2022 ha esordito nel lungometraggio con Santa guerra, con cui ha vinto oltre 150 premi nei festival del circuito IMDb, e valendo a Casella 36 premi come miglior attrice non protagonista. L’anno scorso ha diretto il suo secondo lungometraggio,Katabasis, con un estratto presentato in anteprima durante l’81ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove ha ricevuto il Premio Starlight per la Regia innovativa.
Casella ha presentato al cinema Europa di Faenza il suo film.
Di cosa tratta il film?
«I miei lavori non sono mai lineari attraversano dei contesti onorici, surreali, atmosfere molto marcate. Sono partita dall’abuso in età infantile, la protagonista l’ha rimosso, ma le è rimasto il dolore e continua a riviverlo diventando lei stessa abusante. Nora ha una relazione con il giovane Aron, un orfano la cui gestione è affidata a Jacob, un manager cinico che ha fatto di lui un divo. Nora è una donna che sopravvive e l’essersi chiusi in una dimora prigione porta i due protagonisti ad un’introspezione sempre più profonda, anche evocando, da parte di Nora, entità oscure».
Da Venezia ad oggi come è andata la presentazione di questo film?
«Il mio percorso è molto legato agli Stati Uniti, Katabasis è andato in giro nei festival di tutto il mondo nel circuito Imdb, pensi che è stato presentato in India, in Bahrein, a Parigi e a Londra . Ogni settimana crescono i premi che riceve: siamo arrivati a 332, 91 premi come miglior film, 80 come miglior attrice, 45 per la regia, altri per la fotografia, i costumi. Ha girato in oltre 60 sale che per un film indipendente è molto. E’ molto peggio invece riuscire a farlo girare nel nostro territorio, è molto più difficile: anche se è stato girato tutto a Villa Rotonda a Castel Raniero, la location perfetta per questo film, non avrei saputo immaginarlo in un altro luogo. Devo ringraziare la proprietaria della villa che si è innamorata della storia e ci ha aiutato a contenere i costi».
Progetti per il futuro?
«Ho un 2025 pieno di progetti, dove mi dividerò tra il ruolo di attrice e quello di regista. Sarò infatti a Cannes a maggio per un medio metraggio che sarà presentato nella sezione Mercato dei film, dove recito come attrice. Poi sarò in Spagna per la stagione 2025/26 con il regista David Valverde. A breve realizzerò un video artistico ispirato a ’I cani dell’innocenza e dell’esperienza’ di William Blake, edito da Il Cenacolo delle Arti di Lamberto Fabbri e che coinvolge nomi illustri come il poeta Giuseppe Conte e l’artista Mimmo Paladino. Mentre come regista vorrei concludere la trilogia del subconscio, cominciata con il film Santa guerra, Katabasis è stato il secondo episodio. L’ultimo vorrei che fosse ‘Prosopon’, cioè maschera. L’idea iniziale era di creare tre storie in cui il subconscio e la dimensione onirica erano il motivo trainante».