Faenza e Sassuolo, bollette e stop all’argilla ucraina: ceramica in trincea, ma tanti ordini

Emilia Romagna | 18 Marzo 2022 Economia
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Manuel Poletti - Il paradosso del settore ceramico, che rischia lo stop nonostante tanti ordini, ma con costi fissi esplosi (gas ed energia) e all’orizzonte sempre più vicino la crisi per la mancanza di argilla, bloccata in Ucraina, principale produrre della materia prima che viene utilizzata nei distretti di Faenza e Sassuolo. Dopo l’allarme lanciato la scorsa settimana dal presidente dell’Autorità portuale Daniele Rossi sul settore ceramico «il più colpito dagli effetti della guerra», ancora più chiaro è il presidente nazionale di Confidustria Ceramica, il faentino Giovanni Savorani, che negli ultimi giorni è andato in audizione con il Governo per portare proposte concrete. Venerdi 11 marzo proprio Savorani è stato invitato ad una Audizione dinnanzi alle Commissioni VIII (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) e X (Attività Produttive, Commercio e Turismo) della Camera dei Deputati in merito alla legge di conversione del dl Bollette.

SAVORANI (CONFINDUSTRIA)
«Abbiamo due fattori che stanno mettendo a fortissimo rischio il nostro comparto: il costo del gas esploso fino a dieci volte, oggi “rientrato” a cinque volte quello dell’inizio 2021, e in propsettiva, un mese al massimo, quello della mancanza dell’argilla, per gli effetti della guerra in Ucraina». Il risultato per ora è che diverse aziende hanno già fermato la produzione o parte di essa e stanno utilizzando la cassa integrazione. «In Emilia abbiamo circa 4500 lavoratori in Cig – conferma Savorani – in Romagna la situazione è migliore, ma avanti così non si può andare, auspico che Governo e Parlamento facciano presto ad intervenire in primis sul prezzo del gas. Come sistema aziende stiamo cercando in tutto il mondo nuove argille, chi aveva quella tedesca soffrirà meno, chi fa lastre bianche più raffinate importava il materiale dall’Ucraina, presto avrà problemi. L’autonomia dell’argilla è ancora di un mese, dopo Pasqua bisogna avere altre forniture da altri paesi, altrimenti saranno guai». Intanto il Parlamento si sta apprestando a discutere il nuovo decreto Bollette che prevede soluzioni utili. «Noi abbiamo proposto una ripresa e l’aumento delle estrazioni del gas in Adriatico, da veicolare poi solo alle aziende gasivore – sottolinea ancora Savorani -. Il punto però è che ci vorranno almeno 18 mesi per far ripartire le estrazioni (si aspetta il mea culpa di chi era nel governo giallo-rosso Conte 1 che approvò il Blocca Trivelle, ndr)».

I PUNTI CRITICI
Rispetto al testo dell’articolo stesso, Confindustria ha segnalato tre criticità, che potrebbero indebolire l’efficacia della norma, su cui intervenire. «Abbiamo richiesto poi, in merito all’articolo 16 del decreto legge 17/2022, che il prezzo riconosciuto ai concessionari sia equo ed effettivamente in grado di consentire alle imprese industriali di ricostruire, per alcuni anni, un prezzo medio delle forniture sostenibile – conferma Savorani -. La prima è relativa all’opportunità di introdurre un criterio di priorità verso i settori e le imprese a ciclo termico, per le quali il gas riveste una posizione preminente nei consumi. Fondamentale sarà inoltre la semplificazione delle procedure ed il consentire la partecipazione delle Pmi, anche in forma aggregata. Infine la possibilità per le imprese di utilizzare una garanzia pubblica, tramite fondo gestito da Sace, alla luce dell’attuale situazione di liquidità delle imprese» conclude Savorani.

DOMENICALI (CGIL RAVENNA)
Dal fronte sindacale la situazione viene analizzata con un po’ più di ottimismo. Monica Domenicali (Cgil Ceramica) sottolinea che «la ripresa degli ordini c’è ancora, per fortuna nel nostro territorio le aziende continuano a lavorare, il quadro è però diventato delicato causa il caro gas e lo stop dell’argilla dall’Ucraina, ma un po’ di scorta le nostre aziende ce l’hanno ancora. L’unica a fermare la produzione è stata Coop Ceramica nello stabilimento di Imola, ma sta già lavorando per far ripartire tutto e a Faenza presto entrerà in funzione un nuovo impianto. In provincia di Ravenna nessuna azienda sta utilizzando gli ammortizzatori sociali, ma il quandro è in costante evoluzione – ammette Domenicali -. Confermo che molte aziende si stanno guardando in giro per avere altra argilla, anche se quella Ucraina era particolare, prima di sostituirla servirà un tempo tecnico per testare il nuovo prodotto trovato. Situazione occupazionale è sotto controllo, al momento non ci sono pervenute richieste di Cig. Cerdomus e Italcer recentemente avevano fatto nuove assunzioni, ora vedremo come si evolverà il quadro».
 
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