A dicembre è stato approvato dal Ministero per le Politiche agricole un decreto che indica un primo gruppo di cinque Comuni autorizzati alla produzione di tali quantità: si tratta di Brescello nel reggiano e Alfonsine, Fusignano, Russi, Sant’Agata sul Santerno nel ravennate.
Lo stesso atto consente a Regioni e Province Autonome di chiedere al Ministero l’inserimento di altri Comuni nelle aree con vigneti in deroga, a condizione che almeno il 25% dei viticoltori che hanno coltivato uva per vini generici in quei territori dal 2015 al 2019, abbia avuto una resa maggiore ai 300 quintali per ettaro.
In Regione, i Comuni che possono andare in deroga sono 77. La Giunta Regionale ha quindi deciso di chiedere al Ministero di ampliare anche a questi ulteriori 77 Comuni le aree vitate in cui sarà possibile produrre in deroga portando a 82 i Comuni interessati nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì Cesena e Rimini.
Nelle prossime settimane il Ministero, valutate le richieste delle Regioni, adotterà un ulteriore decreto con l’elenco definitivo dei Comuni.
“Un risultato positivo - commenta l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi - a cui abbiamo lavorato assieme all’intera filiera di produttori e cantine. Il provvedimento di deroga a 400 quintali per ettaro- spiega - permette a questa filiera vitivinicola di mantenere la sua vocazione nazionale e di non aprire il mercato ai vini generici provenienti dall’estero. Nelle prossime settimane ci prendiamo l’impegno politico di chiedere un ulteriore miglioramento della legge nazionale”.