Emergenza Ucraina, il deputato Pagani (Pd). «In gioco il nostro sistema democratico, le sanzioni dure unica strada per fiaccare Putin»

Emilia Romagna | 05 Marzo 2022 Politica
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Manuel Poletti - «E’ in gioco il nostro sistema democratico, è uno scontro fra democrazia ed autarchia, per questo l’Occidente, dagli Usa alla Ue fino alla neutrale Svizzera, si è compattato contro Putin e la sua invasione all’Ucraina».
Ragiona ed analizza la situazione l’alfonsinese Alberto Pagani, deputato del Pd, presidente del gruppo in Commissione Difesa alla Camera e membro della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare della Nato.
Onorevole Pagani, si aspettava l’invasione della Russia in Ucraina? Perché?
«Si e no. A livello militare i presupposti c’erano tutti, erano emersi dai dati dei droni Usa Global Hawks (che partono da Sigonella) con la raccolta di intelligence dettagliata. I numeri delle truppe schierate dalla Russia compatibile con un piano di invasione. Si sperava e si pensava però che Putin avesse messo truppe solo come forma di pressione. Invece, purtroppo, è andata diversamente. E’ stata un’esibizione di forza che alla fine è stata utilizzata».
La Nato poteva fare di più per evitare questa escalation? Oggi può utilizzare l’articolo 4 del suo regolamento?
«No, non poteva fare più. Oggi comunque gli alleati della Nato stanno rafforzando il loro sostegno politico e pratico all’Ucraina, che continua a difendersi dall’invasione su vasta scala della Russia».
Il sistema di sanzioni via via rafforzato da Usa e Ue sarà sufficiente per mettere in difficoltà Putin?
«Per mettere in difficoltà Putin oggi l’unica strada è il sistema delle sanzioni dure, adottate in questi giorni da Usa e Ue. Esclusa la strada militare, che avrebbe aperto il terzo conflitto mondiale, e il silenzio, che avrebbe significato l’assenso all’invasione russa, resta la tenaglia delle sanzioni, che anche se porteranno qualche svantaggio economico pure a noi, impoverisce l’economia russa, che finanzia lo sforzo militare, e la resistenza Ucraina; che lo costringe a restar impegnato sul campo. Le sanzioni economiche servono quindi per soffocare la forza militare della Russia, oltre che ad indebolire il loro sistema».
Gli ucraini sono un popolo unito e sono una democrazia compiuta, dove la resistenza durerà. Che tempi immagina per il conflitto? Quello partito in questi giorni è un negoziato «vero»?
«Siamo alle prime battute, ma penso che Putin cercherà di negoziare, non ora, ma in una seconda fase per potersene andare, senza prosciugare le risorse economiche del paese. Una campagna lunga, fatta da un esercito di 150mila soldati e tanti mezzi, costa tantissimo e la Russia non se lo può permettere a lungo, con il sistema di sanzioni adottate in questi giorni da Usa e Ue. Quanto avrà fretta di tornare a casa sarà la condizione migliore per negoziare la pace, e salvare libertà e democrazia in Ucraina».
In Italia i partiti paiono compatti nella condanna alla Russia, ma ci sono alcuni distinguo sulle sanzioni. Salvini e la Lega faticano…
«Salvini è in forte difficoltà tenuto conto i trascorsi moscoviti, ma di fornte a quello che sta succedendo serve chiarezza e non mezze posizioni, non si può stare un po’ con la Nato e un po’ con Putin, questo è molto triste ed avvilente, soprattutto se sono leader nazionali ad esprimere certe posizioni, anche se ininfluenti».
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