Con i dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in Emilia-Romagna è danneggiato un export da oltre 10,5 miliardi di euro: quello Usa è infatti il primo mercato di destinazione delle esportazioni di beni da parte delle imprese emiliano-romagnole. Supera anche la Germania.
“Per L’Emilia-Romagna, il suo sistema economico e le sue filiere manifatturiere, potremmo essere alla vigilia di uno scenario drammatico, con ricadute durissime, visto il legame commerciale e di interscambio profondo con gli Stati Uniti. Stiamo parlando di grandi Gruppi così come di aziende artigiane e di migliaia di posti di lavoro. È per questo che chiediamo con forza al Governo italiano di guidare la delegazione europea in una trattativa nel difendere gli interessi del Paese, con voce forte e unica. Ma anche di reagire con intelligenza affermando tutti i modelli di sviluppo sanciti nella bussola competitiva che si sta discutendo in Europa, senza indugio e senza titubanze”.
È la posizione, molto preoccupata, della Regione Emilia-Romagna, espressa dal presidente, Michele de Pascale, che segue da vicino il ‘dossier dazi Usa’ insieme al vicepresidente con delega allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, e all’assessore all’Agricoltura e ai Rapporti con la Ue, Alessio Mammi.
Nel 2024, l’Emilia-Romagna ha rappresentato, con un export di beni verso gli Usa di quasi 10,5 miliardi di euro, pari al 16,2% del totale delle esportazioni italiane nel mercato americano (64,8 miliardi di euro), la seconda regione per valore assoluto dopo la Lombardia (con il 21,2% dell’export nazionale negli Usa), prima di Toscana (15,8%) e Veneto (11,2%). Per la regione gli Stati Uniti rappresentano il 12,5% dell'export regionale complessivo (83,6 miliardi di euro). Oltre 6mila le imprese interessate.
I principali settori per valore di export sono: i mezzi di trasporto/automotive (quasi 3,3 miliardi di euro esportati, pari al 31% dell'export regionale verso gli Usa), i macchinari e gli apparecchi industriali (3,1 miliardi di euro, pari al 29%), l'industria alimentare e delle bevande (986 milioni di euro, pari al 9,4%). Senza contare l’impatto e le ripercussioni sulla farmaceutica (circa 650 milioni di euro, pari al 6,2%).
“Al momento non è possibile stimare, neanche con approssimazione, l'impatto di questi costi sui volumi futuri di beni provenienti dall'Emilia-Romagna e importati dagli Stati Uniti- aggiungono de Pascale, Colla e Mammi-. Però cresce la preoccupazione dopo l'introduzione di nuovi dazi del 20% su tutti i prodotti provenienti dall'Ue con destinazione Usa: il costo complessivo dei prodotti esportati dalle imprese dell'Emilia-Romagna potrebbe crescere tra 2,1 e 2,7 miliardi di euro. Costi che si scaricherebbero innanzitutto sugli importatori/consumatori americani: questo si configura come una tassa aggiuntiva sul valore di un bene importato, pagata dall'importatore americano a vantaggio del Governo federale”.