Dalla lista «izquierda» al liceo di Cesena al «sogno» Barcellona per Ravenna, De Pascale «lo spagnolo» vuole conquistare anche l'Emilia-Romagna

Emilia Romagna | 20 Luglio 2024 Politica
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Manuel Poletti - E’ tornato a Cesena per far decollare la sua campagna elettorale regionale mercoledì 17 dalla Festa dell’Unità, parlando di salute pubblica, il primo punto del suo programma. Michele De Pascale è nato a Cesena nel gennaio 1985 ed ha frequentato il liceo scientifico «Augusto Righi» nella città oggi governata dal suo «amico» e quasi coetaneo Enzo Lattuca. I due alle superiori avevano mostrato già le idee chiare, in occasioni delle elezioni studentesche quando lanciarono la lista «izquierda» (sinistra) che vinse. Poi con i genitori ha vissuto a Cervia, dove nel 2004 a 19 anni fu candidato consigliere comunale alle amministrative dall’allora segretario Ds Andrea Corsini. Nel 2007 aderisce al neonato Partito Democratico (Pd), entrando a far parte della sua Assemblea nazionale, e al suo interno è stato negli anni un sostenitore in particolare delle segreterie di Pier Luigi Bersani e poi di Nicola Zingaretti. Un percorso rapido da amministratore, anche in giunta a Cervia per due anni, dal novembre 2011 al novembre 2013, per poi diventare segretario del Partito democratico provinciale a fine 2013. Sono anni complessi e sofferti, nel 2011 un grave incidente stradale lo segnerà per sempre. Alle elezioni amministrative del 2016 a Ravenna il candidato scelto è il giovane assessore della giunta Matteucci Enrico Liverani, che tragicamente scomparve in un incidente il 20 novembre del 2015. Da lì a poche settimane si capì che il nuovo candidato sindaco di Ravenna era Michele De Pascale. Il centrosinistra spinto dal vento riformista del governo Renzi in quegli anni vinceva quasi dappertutto. Nel giugno 2016 fu proprio il premier a chiudere la campagna elettorale di De Pascale in piazza del Popolo, che si affermò però solo al ballottaggio, sostenuto già dieci anni fa da una coalizione ampia: Pd, Pri, Italia dei Valori e tante liste civiche. Sognava Ravenna come Barcellona o quasi: porto, turismo e diritti. Sono arrivati otto anni alla guida di Ravenna e non solo (in questi anni De Pascale è poi diventato presidente della Provincia e presidente nazionale dell’Upi) con molta energia (il suo primo slogan elettorale) e tante nuove progettualità. Ricorda un mix fra Sanchez e Alcaraz, sposato con Laura, due figli (tenuti giustamente al riparo da troppa visibilità sui social, a differenza di altri colleghi politici), con un carattere deciso, anche ruvido che poi col tempo ha smussato, le sfide del primo mandato furono quelle legate soprattutto all’economia: progetto dell’hub portuale, con i nuovi fondali, discusso per anni, oggi in via di realizzazione; il futuro dell’offshore e della chimica, con un rinnovato impegno di Eni su Ravenna; la sanità e la scuola, con tanti progetti, gli impianti sportivi, col nuovo palasport (oggi è un cantiere non concluso) e la rinnovata piscina (ancora da realizzare), poi la trasformazione dei lidi, con il nuovo Parco marittimo che sta rivoluzionando pian piano parcheggi e viabilità. L’attenzione a Dante2021, con una miriade di eventi legati al 700esimo della morte del sommo poeta. Confermato sindaco in mezzo alla Pandemia da Covid (bis al primo turno nell’autunno 2021 con una coalizione molto ampia, che oggi è portata ad esempio, con pure i 5 Stelle), osa nel 2022 accogliendo il Jova Beach Party a Marina di Ravenna, una due giorni di musica in spiaggia con oltre 100mila persone ed un successo organizzativo da far rabbrividire anche il più bizantino dei ravennati. In questi ultimi anni le emergenze l’hanno fatta da padrone: prima il Covid, con l’impegno diretto in ambito sanitario, poi lo shock energetico dovuto anche alla guerra in Ucraina, con il governo Draghi che di fatto impose la realizzazione di un Rigassificatore a Ravenna (sarà in funzione dall’aprile 2025, oltre 300 milioni di euro di lavori per le aziende del territorio) e infine l’alluvione del 2023, con De Pascale sempre in prima linea, dalle giornate tragiche di metà maggio  con le dirette Facebook anche notturne, alla ripartenza di questi ultimi 12 mesi, battagliando spesso col governo Meloni per le mancate risposte e soprattutto i gravi ritardi nei rimborsi. Alcune sfide sono già nell’agenda regionale, in questi anni sempre al fianco di Stefano Bonaccini,  dovrà dimostrare di esserne altezza, un compito non facile. Dopo Vasco Errani, un altro romagnolo verso Bologna (ma non a Roma).
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