Da Flavio Albanese a Veronica Pivetti, da Milena Vukotic agli Spellbound, una settimana a teatro in Romagna

Emilia Romagna | 19 Aprile 2024 Cultura
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Elena Nencini
Ultimi appuntamenti per le stagioni teatrali della nostra provincia che presentano gli ultimi spettacoli, prima della chiusura.
La stagione del teatro Masini di Faenza si chiude con una commedia come quella di «A spasso con Daisy», spettacolo adattato da Mario Scaletta e interpretato da Milena Vukotic nel ruolo di Miss Daisy Werthan e Salvatore Marino nei panni del suo autista di colore Hoke; con loro Maximilian Nisi è il figlio non più giovane di lei, Boolie. La versione teatrale più che i temi del razzismo nell’America del dopoguerra punta al tema dell’amicizia e della solidarietà tra esseri umani in condizione di fragilità. Lunedì 22 alle 18 si terrà l’incontro con gli artisti al ridotto, mentre lo spettacolo sarà in scena da domenica 21 a martedì 23 aprile, alle ore 21. Adattamento leggero e pungente, regia pulita ed efficace, interpretazione magistrale che grazie a trovate semplici ma particolari confezionano una commedia leggera, piena di ironia, di grazia e respiro. 
Spostandoci a Conselice invece troviamo sabato 20 aprile l’attrice Veronica Pivetti, insieme al musicista Alessandro Nidi, nel nuovo spettacolo «L’inferiorità mentale della donna»; lo spettacolo nasce dalla domanda rispetto alla quale la donna nei secoli sia sempre stata considerata inferiore all’uomo, e partendo da questo assunto, mette in scena testi che in pochi conoscono, fra i più discriminanti, paradossali e, loro malgrado, esilaranti scritti razionali del secolo scorso. Veronica Pivetti lo racconta, grazie a bizzarre teorie della scienza e della medicina. Ad accompagnarla sul palco Alessandro Nidi, un musicista che, insieme all’attrice, eseguirà canzoni vecchie e nuove ispirate alla figura femminile. Pivetti non mancherà di raccontare al pubblico alcuni singolari episodi personali e di ricordare, con le parole di Lombroso, che… «il maschio è una femmina più perfetta». Questo spettacolo è la rielaborazione necessariamente ironica dei testi di alcuni neurologi del ’900 che si sono presi la briga di dimostrare scientificamente che la donna è inferiore all’uomo, e di come purtroppo i lasciti di quel pensiero rimangano vivi ancora oggi nella cultura e nel pensiero comune. Il testo è liberamente ispirato al trattato «L’inferiorità mentale della donna» di Paul Julius Moebius, per la regia di Gra&Mramor, 
Si parla di teatro classico a Russi con «Il grande inquisitore» il 19 aprile, ore 20.45, al teatro comunale, dove il personaggio principale dell’opera tratta da un capitolo del grande romanzo di Fëdor Dostoevskij «I fratelli Karamazov» è Flavio Albanese.
Un racconto che Ivàn Karamazov fa a suo fratello Aleksej alla vigilia dell’assassinio del padre e dell’esplosione della sua malattia mentale. Protagonisti due fratelli, un aspirante scrittore ed un aspirante monaco, due posizioni opposte nel vivere la vita. Si confrontano, forse per la prima volta, in una trattoria. Vogliono «salvarsi» a vicenda…ciascuno vuol portare l’altro alla sua visione della vita. Chi vincerà? La capacità di assumersi tutte le responsabilità del vivere, in sostanza, il terreno su cui si giocherà la partita fra i due fratelli. Dostoevskij in questo capitolo esprime la contrapposizione tra libertà e costrizione, tra fede nella vita e negazione di essa.
A Ravenna il panorama dell’offerta è ampio tra balletto e teatro contemporaneo: la compagnia ravennate ErosAntEros continua la sua ricerca sul teatro impegnato che non dimentica la potenza estetica della forma, con un nuovo progetto a partire da un grande classico teatrale del Novecento, «Santa Giovanna dei Macelli» di Bertolt Brecht, creando l’occasione per confrontarsi con la band cult slovena Laibach che eseguirà dal vivo le musiche. 
Economia, capitale, speculazione finanziaria, sfruttamento dei lavoratori, questi i grandi temi al centro del dramma, scritto in seguito al grande crollo della borsa di New York del 1929, che portò, gli Stati Uniti prima e l’Europa poi, a dieci anni di crisi economica, fallimenti di industrie, abbandono delle terre, disoccupazione, miseria, fino alla Seconda Guerra Mondiale. «Santa Giovanna dei Macelli» è ancora un testo attuale che affronta temi da noi non distanti, offrendo l’occasione per metterli in relazione dialettica con il nostro presente attraverso l’utilizzo di video di realtà. Spettacolo in italiano, sloveno, tedesco, inglese con sovratitoli in italiano e inglese.
Per la danza invece ultimo spettacolo per la stagione di danza al Teatro Alighieri sabato 20 aprile alle 20.30 (replica domenica 21 alle 15.30) con «L’arte della fuga» di Mauro Astolfi e il suo SpellBound Contemporary Ballet. Il coreografo si è ispirato a una delle più emblematiche ed enigmatiche opere di Johann Sebastian Bach. Su musica, ovviamente, di Bach ma anche composizioni originali di Davidson Jaconello: nove interpreti, che si alternano in assoli, duetti e momenti corali, ora respingendosi e ora attraendosi. I costumi – abiti che appartengono al quotidiano – sembrano fatti proprio per confondersi nella massa, ma ogni interprete è un individuo composto di impeti ed esitazioni. Nel muro, apparentemente invalicabile e immutabile, si apre una porta; il muro stesso può dividersi, farsi prigione o via d’uscita.
Martedì 23 aprile, ore 21, torna l’attore Roberto Corradino al Teatro Rasi con «Diario di Pinocchio 20202065» in cui racconta cosa è successo al noto burattino una volta diventato adulto. Lo spettacolo ha vinto il Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche Dante Cappelletti 2020.
Se invece si vuole parlare di calcio da non perdere al Teatro Socjale di Piangipane venerdì 19, ore 21 Gianfelice Facchetti, scrittore e regista teatrale, figlio di Giacinto Facchetti, storico giocatore dell’Inter e della Nazionale - con «La tribù del calcio», adattamento teatrale del saggio di Desmond Morris che racconta lo sport più popolare del mondo utilizzando le categorie dell’antropologia e spiega come l’uomo si sia trasformato da cacciatore a calciatore. Mescolando teorie e aneddoti sul calcio, ne esce un ritratto più umano di quello che le cronache rimandano, destinato a durare nel tempo.
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