Credito, parla il presidente Bcc ravennate Gambi: «La Romagna sta reagendo dopo le alluvioni, moderato ottimismo per il 2025»
Manuel Poletti - «Avvertiamo un moderato ottimismo per il 2025 da famiglie e imprese, grazie alla discesa dell’inflazione e anche dei tassi d’interesse. I romagnoli stanno reagendo bene alle criticità enormi portate dalle alluvioni, siamo gente forte, che si rimbocca le maniche di fronte alle difficoltà. Certo a livello internazioale le due Guerre e l’arrivo di Trump alla Casa Bianca con la promessa dei dazi anche verso l’Europa sono scenari poco edificanti».
Giuseppe Gambi, presidente della Bcc ravennate, forlivese e imolese, il credito cooperativo più grande di Romagna, analizza così la situazione socio-economica generale, senza dimenticare che «il nostro istituto è in continua crescita e anche quest’anno rafforzeremo il patromonio, come anche tutto il Gruppo Iccrea», che ha celebrato i 5 anni dalla nascita proprio poche settimane fa a Cesenatico. Il Credito Cooperativo ravennate, forlivese e imolese ha raccolto il testimone di sedici cooperative di credito avviate a partire da oltre cento anni fa, oggi dopo numerosi passaggi, può vantare un’estensione operativa in 63 Comuni nelle 3 Province di Ravenna, Forlì-Cesena e Bologna, per quasi 37.500 soci.
Presidente Gambi, per la Bcc ravennate il 2024 che anno è stato? Il settore bancario negli ultimi anni ha goduto di ottimi risultati, anche per voi è stato così?
«Per la nostra banca il 2024 è stato un anno di grande lavoro e dal punto di vista della gestione aziendale è stato buono ed in generale anche l’andamento del gruppo Iccrea è stato positivo. Questi ultimi anni, è vero, sono stati molto positivi per le banche in generale. Anche noi siamo stati all’altezza delle richeste che ci hanno fatto i nostri soci e i nostri clienti. La nostra mission è chiara ed è quella di stare vicino al territorio, alle famiglie e alle aziende che vi operano. Un anno positivo quindi, con utili importanti sia per il gruppo Iccrea che per noi, in questa maniera abbiamo patrimonializzato ulteriormente la banca, rinforzandola sempre di più, così siamo un’azienda solida di cui i correntisti ed i risparmiatori si possono fidare».
Purtroppo le alluvioni hanno colpito ancora la Romagna, in particolare la provincia di Ravenna. Come avete agito?
«Le nostre aree di stretta pertinenza sono state colpite ancora dalle alluvioni, per cui la banca è intervenuta di nuovo a sostegno di aziende e famiglie. Abbiamo riattivato la stessa linea di credito del 2023, mettendo a disposizione un plafond di 100 milioni di euro, confermando dei prestiti con tassi molto vantaggiosi. Subito abbiamo messo in campo la misura dei 10mila euro per le famiglie a tasso zero, rimborsabili anche dopo 18 mesi in 5 anni, poi linee fino a 50mila euro con tassi agevolati. Abbiamo cercato di intervenire come un “pronto soccorso”, in maniera veloce ed utile per chi si è trovato danneggiato dal maltempo, dopo la tragedia già avvenuta nel 2023».
Che ferite hanno lasciato sul territorio queste alluvioni del 2023 e 2024? Avvertite una reazione del tessuto sociale ed imprenditoriale dal vostro osservatorio?
«Le ferite si sono sentite molto nel 2023, dalle imprese il segnale è stato lampante, tanto che il Pil della provincia di Ravenna è sceso dello 0,6%. E’ chiaro che una sofferenza c’è stata, ma è avvenuta all’interno di un sistema forte, fatto da persone che non mollano, la volontà di ripartire più forti di prima è stata ben evidente a tutti. Siamo abbastanza ottimisti per il futuro, abbiamo visto momenti di difficoltà, ma la Romagna è in grado di superare questa emergenza. Il problema è che l’alluvione 2023 era stata vissuta come un fatto straordinario, che poteva avvenire ogni qualche secolo, quest’anno invece è arrivata la conferma, dopo le nuove terribili ondate di maltempo, come i cambiamenti climatici incidano già profodamente sulla nostra esistenza ad intervalli di tempo molto più brevi di quelli presi in considerazione fino allo scorso anno. Per questo è necessario che ci siano interventi generali di medio-lungo termine della politica e delle istituzioni contro il dissesto idrogeologico».
Il Gruppo Iccrea ha compiuto i suoi primi 5 anni: numeri rilevanti, in un mercato bancario in movimento. Come vi state posizionando?
«Ci stiamo posizionando come uno dei primi gruppi di riferimento, sia come solidità patrimoniale (è il primo in Italia, in proporzione ai nostri numeri) e anche come efficienza e capacità di produrre reddito siamo ben piazzati a livello nazionale. Abbiamo fatto una strada importante in questi 5 anni, crescendo ed entrando nell’area investment grade, una zona d’attenzione importante per tutti gli investitori internazionali grazie ad un buon raiting. Questa è la mediaglia del percorso svolto in questi 5 anni, siamo un concorrente serio e capace anche per le altre banche».
Fusioni o accorpamenti, lei è favorevole al plauralismo o a un duopolio bancario a livello nazionale fra Intesa e Unicredit?
«Per quanto riguarda i grandi movimenti bancari nazionali ed internazionali io plaudo alle mosse di Unicredit verso Commerzbank in Germania o in Italia verso Bpm. Penso che un secondo gruppo bancario di grandi dimensioni, dopo Intesa-Sanpaolo, che possa accedere ai mercati internazionali con la forza che ci meritiamo come italiani, sia solo un fatto positivo e porti con sé solo dei vantaggi. In Italia ci devono essere degli istituti bancari che devono avere i numeri per stare al fianco della concorrenza europea, così avremo un futuro migliore».
In Romagna invece ci sono ancora spazi per eventuali nuove aggregazioni?
«E’ fondamentale che siano presidiati anche i territori di provincia dove operano famiglie e piccole o medie imprese, questo è il nostro principale mestiere. Oggi non vedo la necessità di addivenire a nuove aggregazioni, obiettivamente il sistema delle Bcc in generale collabora già in maniera molto collaudata, grazie anche al lavoro della Federazione regionale, e non ci consideriamo concorrenti fra noi».
Infine uno sguardo al 2025, l’andamento generale economico avrà alcune criticità, dai consumi ad alcuni settori d’impresa come la meccanica e l’automotive, c’è rischio stagnazione come alcune associazioni economiche hanno previsto?
«Dal nostro punto di vista c’è un moderato ottimismo, perché le famiglie stanno tenendo bene, anche grazie alla forte diminuzione dell’inflazione che negli anni 2022 e 2023 era stata molto impattante, anche sul carrello della spesa, non solo sulla bolletta energetica. Adesso c’è anche un sostanziale calo dei tassi d’interesse, noi stiamo percependo negli ultimi mesi un ritorno all’investimento sulla prima casa, con una timida crescita della richiesta dei mutui. Per quanto riguarda le imprese il calo dei tassi incide molto, dal 2023 in poi c’è stata una diminuzione dell’1% circa, poi incide anche la dimensione e le strategie delle singole realtà, ma in generale avvertiamo la voglia di tornare ad investire in modo lento, ma costante per ripartire con una programmazione seria. Certo, a livello internazionale ci sono ancora delle incognite pesanti: le due Guerre e l’elezione di Trump a presidente degli Usa, con la promessa di dazi pesanti anche sui prodotti europei (italiani in primis), rischia di essere un gap pesante nel prossimo futuro».