Nuovo Dpcm del governo Conte, è subito salito alle stelle lo scontro con l'Anci, l'associazione dei sindaci italiani, che non hanno gradito affatto "lo scaricabarile" del governo nei loro confronti sulle chiusure nei centro storici dopo le 21. Il premier Conte aveva sottolineato questo aspetto durante la conferenza stampa di domenica sera. A ruota la protesta di Decaro, sindaco di Bari, presidente nazionale dell'Anci. Dal testo del Dpcm in nottata è stata eliminato il riferimento esplicito ai sindaci, come affermato questa mattina del ministro Boccia. Nel testo finale del dpcm scompare la parola sindaci per le restrizioni anti-movida. All'art.1 del decreto si legge che "delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico dopo le 21". "La norma - ammette il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia a Rainews24 - è stata smussata. Detto questo, se c'è un quartiere da chiudere lo decidono i sindaci , i sindaci sanno che lo Stato è al loro fianco 24 ore su 24, dobbiamo tornare alla collaborazione massima. Il Governo non scarica responsabilità su sindaci", ha aggiunto Boccia.
Anche il sindaco ravennate Michele De Pascale (presidente nazionale dell'Upi, Unione provincie italiane) ieri sera era stato molto duro nei confronti del Governo: "Come Sindaci da ormai otto mesi cerchiamo di fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per gestire chiusure, riaperture, contenimento del virus, controlli, aiuti economici, politiche sociali, edilizia scolastica e quant'altro. Questa mattina alle 10, insieme al Presidente Decaro, siamo stati 3 ore in riunione con Governo e Regioni sul nuovo DPCM. Non una parola ci è stata anticipata rispetto allo "scaricabarile" ai Sindaci sul coprifuoco alle 21 che dovremmo stabilire nelle vie e nelle piazze delle città, che Conte ha annunciato a sorpesa questa sera. La misura, così come è scritta è inapplicabile, ma soprattutto è vergognoso il metodo utilizzato. Va ritirata immediatamente".