Cervia, Pomicetti (Parco Salina): «Speriamo nel raccolto dell’oro bianco per il 2024»

Emilia Romagna | 02 Giugno 2023 Cronaca
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Elena Nencini
Saline allagate e sale disciolto: i danni che ha subito la zona delle saline di Cervia al momento non si può calcolare: infatti l’area è ancora allagata, anche se si lavora a un ritmo incredibile per liberare la zona.
Giuseppe Pomicetti, presidente del Parco della Salina di Cervia, racconta cosa è successo agli 827 ettari dove viene prodotto il famoso oro bianco di Cervia, il caratteristico sale dolce, in un territorio costituito da un ecosistema prezioso e incontaminato, da sempre riserva naturale di popolamento e di nidificazione per molte specie animali e vegetali.
Pomicetti, come è la situazione oggi?
«Tuttora in salina, nell’aia dove ci sono i reparti produttivi e quello che resta della nostra area di sale, è presente dell’acqua. Si è allagato tutto, non c’è un lembo degli 827 ettari in cui non è passata l’acqua del Savio».
Cosa comporta?
«Comporta aver sciolto tutta la raccolta del 2022, qualcosa sarà rimasto per il papa. Noi siamo sott’acqua in tutti i reparti produttivi, nel magazzino, nei laboratori dove  si fa il sale aromatico, in ufficio, autorimessa. Tutte le macchine che si usano per la raccolta del sale, i giraffoni è tutto completamente sott’acqua.
Il nostro è un sale marino integrale per questo, una volta che avremo fatto defluire tutte le acque dolci quest’anno non riusciremo a fare il sale. Non ci sarà tempo per fare l’evaporazione e la conseguente concentrazione di acqua marina affinché risulti talmente satura da partorire i cristalli. Il prossimo anno sinceramente non so se riusciremo, dipenderà dai tempi in cui potremo entrare e i tempi in cui i meccanici saranno in grado di ripristinare le macchine».
Quante persone lavorano per il Parco?
«In questo momento 27 persone direttamente, invece indirettamenente c’è il centro visite che è già operativo. Ha avuto poca acqua e si possono fare escursioni, senza naturalmente entrare dentro le saline. Si possono fare escursioni in altre zone, per esempio per vedere i fenicotteri».
Per quello che riguardano l’ambiente si possono quantificare di danni?
«La parte ambientale è stata toccata profondamente in quanto solitamente è un territorio in cui circola solitamente solo acqua salata, faremo una ricognizione per tutti i danni ambientali patiti da quell’ecosistema».
Era mai successo un impatto così grande sul Parco?
«No, mai. Alcuni vecchi salinari mi hanno detto che nel 1966  qualcosa era successo, ma non in queste proporzioni. Raccontano che l’acqua del Savio lambiva la salina ma mai l’aveva allagata». 
Per il danno economico invece?
«Me ne renderò conto solo quando saremo entrati dentro, sicuramente si parlerà di milioni. Si tratta della mancata rendita della produzione e di tutto quello che sarà da ripristinare».
Quando pensate di poter fare un primo sopralluogo?
«In questo momento stiamo facendo defluire interrottamente l’acqua dai nostri canali, c’è uno spiegamento di pompe che, come ha detto un pompiere ‘non aveva mai visto in vita sua’. Un ringraziamento ai pompieri e alla Protezione civile del Lazio  che sono stati una grande mano in questo momento. Negli uffici confido che già domani (martedì nda) riusciremo a entrare. Ma finché non ci sarà tutta l’aia scoperta dall’acqua difficilmente potremo vedere come vanno le macchine e poi bisognerà riattaccare l’impianto elettrico. Ma ancora non so i tempi». 
Quando pensate che sarà pronto il primo raccolto di sale?
«Abbiamo perso il 100% del raccolto produttivo dello scorso anno e di quest’anno. La speranza è per il 2024 ma non siamo ancora sicuri».
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