Cervia, Ceccaroni (Coop. bagnini Cervia): «Al momento ci manca un terzo del personale»
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Fabio Ceccaroni, presidente della cooperativa bagnini di Cervia, oltre che titolare, insieme ai fratelli, del bagno Delfino di Pinarella, è molto preoccupato per la situazione: «Difficilmente riusciremo a reclutare il numero di persone che ci servono per la stagione estiva, mancano i marinai di salvataggio senza parlare del resto come camerieri, cuochi, pizzaioli, saremo in grande difficoltà. Vivo questa esperienza direttamente sia come gestore di una singola impresa sia come presidente per il personale di salvamento e riscontro delle difficoltà esagerate. Se arriva personale da altre località hanno bisogno di alloggi che non siamo in grado di recuperare oppure li dobbiamo affittare. Poi purtroppo lo scopriamo solo quando lo abbiamo a disposizione se le qualifiche sono meritate oppure non soddisfano i requisiti. Manca veramente un po’ di tutto, certo per l’addetto di spiaggia ci arrangiamo anche con personale dell’ultimo minuto, va bene anche se non parla italiano perché è un lavoro sistematico. Invece tutto quello che è sala, cucina, accoglienza ha bisogno di una professionalità forte, della conoscenza merceologica. Da diversi anni avevamo problemi a reperire personale italiano, ma fortunatamente i cittadini rumeni hanno colmato questo vuoto. Ma da dopo la pandemia si è aperta la voragine. Nonostante l’alberghiero a Cervia i ragazzi non sono sufficienti e spesso non fanno la stagione al mare: il problema è che mancano comunque le professionalità forti che possano anche insegnare e sostenere i più giovani, se mancano loro il sistema naufraga».
Altro problema invece i marinai di salvataggio continua Ceccaroni: «confidiamo che in un mese abbondante la situazione possa migliorare ma al momento degli 80 bagnini necessari tra postazioni fisse e jolly, cioè turnanti, ne abbiamo solo 60 e non è detto che siano ancora disponibili tra un mese. Ci siamo attivati come cooperativa per creare un’accademia gratuita dove i ragazzi, provenienti da tutta Italia, possano conseguire il brevetto di salvataggio a costo zero e essere inseriti nel mondo del lavoro. Più ragazzi riusciamo a reclutare meglio è, per avere un bacino di raccolta più ampio per trovare il nostro personale. Speriamo di poter svolgere il nostro lavoro, anche se ormai credo che ci sia un problema culturale trasversale».