Bolkestein, Rustignoli (coop Spiagge Ravenna): «Situazione ancora in stand-by, serve un tavolo interministeriale»

Emilia Romagna | 29 Gennaio 2023 Cronaca
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Elena Nencini
Una situazione quelle delle concessioni balneari che lascia nell’incertezza la categoria degli imprenditori del settore, parliamo di 30mila persone in tutta Italia, ma che colpisce in particolare la Riviera romagnola che proprio negli stabilimenti balneari ha sempre investito molto, sia in termini di economia che di impegno. 
Maurizio Rustignoli, presidente cooperativa Spiagge di Ravenna, spiega la situazione attuale e le richieste al Governo.
Qual è la situazione al momento?
«Il tema è diventato molto dibattuto, nel Milleproroghe Lega e Forza Italia hanno inserito un emendamento con il differimento dei termini rispetto alla scadenze del 2024, ma al momento pare non sia possibile. Nel frattempo è stata messa a punto la mappatura e la profilazione delle coste italiane con il nuovo sistema informatico Siconbep, messo in piedi da 15 giorni che deve andare a registrare la realtà delle coste italiane. Dovrà mappare quante imprese esistono, la lunghezza delle coste italiane. Noi chiediamo al più presto l’apertura di un tavolo di confronto, riteniamo che sia indispensabile, anche perché le ipotesi ventilate sono diverse e vedo molta confusione. Non possiamo più perdere altro in tempo. Ci sono impegni che la Meloni ha preso con il nostro settore ma che per il momento non sta rispettando».
Quali possono essere le alternative?
«O si dà seguito al decreto fatto da Draghi o si dà il via a una legge nuova, la Meloni ha dichiarato che sarà necessario un “intervento strutturale definitivo sulla questione dei balneari” ma non ha spiegato esattamente di cosa si parli. E’ un impegno importante, ma ci vogliono i tempi, e inoltre vorremmo essere coinvolti. Il Governo non ha ancora scelto una strada, siamo speranzosi che l’emendamento vada a buon fine, ma manca ancora l’assegnazione delle deleghe del nostro settore».
Oltre al tavolo cosa è fondamentale?
«Sicuramente la mappatura, per il Siconbep e la mappatura sono stati stanziati tre miliardi di euro. Va fatta la mappatura delle coste non per eludere la direttiva Bolkestein bensì per riconoscere i giusti diritti delle imprese: tramite essa infatti bisogna verificare se c’è o non c’è scarsità della risorsa, ossia delle aree demaniali già censite come insediamento turistico ricreativo balneare ma non ancora assegnate. Perché la direttiva va applicata solo se c’è scarsità. Se dovesse emergere che la risorsa è scarsa, si dovranno stabilire i valori certi delle imprese balneari e i parametri per le gare. Ma a noi risultano centinaia di lotti disponibili in Italia». 
Cosa chiedete al Governo?
«Chiediamo un confronto, in tempi rapidi, se i primi mesi il Governo infatti era impegnato sulla finanziaria, sulla guerra alle porte, sull’energia, adesso anche il tema dei balneari deve trovare uno spazio di discussione. La nostra associazione è pronta a un confronto. Martedì 25 c’è stato un incontro tra il ministro Fitto e i rappresentati dei partiti di maggioranza per  andare a delineare una proposta per il nostro settore Ci aspettiamo nei prossimi giorni che le associazioni di categoria siano convocate. Ad oggi non abbiamo ancora capito qual è l’idea del Governo per risolvere il problema delle concessioni». 
Vivete un momento difficile come settore?
«Le imprese non possono continuare a vivere nell’agonia dell’incertezza, è un sistema imprenditoriale bloccato, non si fanno investimenti, la filiera dietro di noi è ferma, da chi vende i lettini a chi l’arredamento, a chi le strutture per le cucine, i bar. Non vogliamo eludere i principi europei, ma si confondono i canoni con la Bolkenstein. Se si vuole aggiornare i valori dei canoni possiamo fare un ragionamento equilibrato, ma sono due filoni diversi».

BOLKENSTEIN | Corsini (ass. turismo ER): «5 i punti necessari da inserire nella riforma»
Andrea Corsini, assessore regionale al turismo dell’Emilia Romagna, che conosce da vicino la situazione dei balneari in Romagna, commenta così la situazione attuale: «E’ inutile che il Governo provi a fare un ulteriore proroga di qualche mese che sarebbe naturalmente disastrosa. Del resto non ce ne è bisogno: già la legge consente, motivandolo, di prorogare fino al 2024. Non mi pare che in questo momento ci sia una soluzione pronta per i balneari, bisogna fare i decreti attuativi che contengono le cose che noi in Regione diciamo da tempo: riconoscere il valore aziendale dell’impresa balneare, la remunerazione degli investimenti realizzati, il riconoscimento dell’esperienza maturata negli ultimi cinque anni nella gestione degli stabilimenti, la tutela del lavoro, il riconoscimento e la salvaguardia delle piccole imprese che rappresentano la quota maggiore della nostra realtà aziendale. 
La deroga ai balneari sarà una strada che porterà ad accrescere ulteriormente il contenzioso con l’Unione Europea e il problema delle concessioni balneari, che è un problema tipico del turismo italiano».
 Continua Corsini: «Colpisce soprattutto quelle regioni e quelle coste come la nostra che hanno fatto dell’organizzazione delle spiagge e dei servizi il proprio fiore all’occhiello. Bisogna o cambiare la legge approvata dal governo oppure inserire i decreti attuativi che devono contenere i nostri 5 punti».
E conclude: «In Emilia-Romagna abbiamo un patrimonio di oltre mille stabilimenti balneari, sui circa 6.800 dell’intero Paese. Parliamo di 45-50mila posti di lavoro, per la nostra regione, senza contare l’indotto. È giusto mettere ordine a un settore fondamentale dell’economia ma occorre procedere insieme, ascoltando i territori per evitare, dopo due anni di Covid e di enormi difficoltà, di penalizzare ulteriormente la capacità imprenditoriale sana del Paese. E l’Emilia-Romagna, come sempre, è pronta a dare il proprio contributo».
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