BO7, sette giorni a Bologna: fra Arbore e David Murray
Di Paolo Redaelli
Entra nel vivo il Bologna Jazz Festival, con una settimana fitta di concerti. Sabato 3 all’Unipol Arena il sax di David Murray incontra la Tower Jazz Composer Orchestra di Ferrara. Prima, al museo della Musica (ore 17) il pianista Emiliano Pintori in «Jazz ‘68» racconta cinque importanti anniversari di protagonisti del jazz. Alla Cantina Bentivoglio domenica 4 c’è lo storico pianista Barry Harris, in trio con Luca Pisani (contrabbasso) e Fabio Grandi (batteria). Lunedì 5 al Duse suona la Clayton-Hamilton Jazz Orchestra, definita da DownBeat «la migliore big band d’America» con la vocalist Cécile McLorin Salvant. Al Bravo Caffé, martedì 6, è attesissimo Toninho Horta, uno dei chitarristi brasiliani più amati di sempre, in trio con Piero Odorici a sassofoni e flauto e Gilson Silveira alle percussioni. Mercoledì 7 all’Unipol Auditorium da non perdere l’ottetto all star SF Jazz Collective in un omaggio ad Antonio Carlos Jobim. Ancora alla Cantina Bentivoglio, giovedì 8, il sax di Steven Wilson incrocia un pianista di classe come Uri Caine. La songwriter americana Cat Power presenta lunedì 5 all’Estragon il nuovo album «Wanderer», e che si presenta come un disco estremamente personale. Giovedì 8 al Duse c’è il funambolico chitarrista acustico Tommy Emmanuel con il maestro del dobro Jerry Douglas
Sold out il concerto di venerdì 2 del rapper italiano Mecna, al Locomotiv è stata aperta una seconda data per sabato 3. Lunedì 5 all’Europauditorium c’è Renzo Arbore con la sua Orchestra Italiana. Al Covo giovedì 8 arrivano i Dunk, band italiana dal percorso interessante di ricerca sonora, special guest Riccardo Tesio, chitarrista dei Marlene Kuntz.
Martedì 6 all’Arena del Sole Roberto Latini porta la sua interpretazione del «Cantico dei Cantici» francescano, facendone un inno alla bellezza spogliato di riferimenti religiosi. Titta Ruggeri e Les Triplettes in «Retrovie», lunedì 5 al Celebrazioni, propongono uno spettacolo sulla memoria per le iniziative di «1918 – Anno di pace».