Banche, il bilancio di Patuelli (presidente Abi): «La moratoria mutui sarebbe necessaria; rialzo dei tassi, tre su quattro ha già il fisso»

Emilia Romagna | 27 Dicembre 2022 Economia
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Manuel Poletti - «Il 2022 è stato un anno impegnativo e il 2023 lo sarà altrettanto, le banche offrono ascolto e impegno per supportare imprese e famiglie, l’economia regionale comunque è forte e sta tenendo bene. Una nuova moratoria mutui sarebbe auspicabile, come Abi continueremo a chiederla ad ogni livello istituzionale. Il rialzo dei tassi? Tre quarti dei mutui delle famiglie è a tasso fisso, l’impatto non sarà quindi drastico».
Il presidente dell’Abi (Associazione bancaria italiana), il ravennate Antonio Patuelli, analizza così il 2022 e i possibili cambiamenti che potrebbero arrivare con il nuovo anno in questa intervista.
Presidente Patuelli, è stato un 2022 molto impegnativo per famiglie e imprese. Dal suo osservatorio qual è la situazione? La società italiana appare sempre più divisa fra ricchi e poveri, con la seconda fascia in forte aumento. E’ così?
«E’ difficile semplificare: mi attengo in particolare alle autorevoli analisi della Banca d’Italia che indica una situazione molto diversificata. Le statistiche non sono sufficienti comunque a identificare tutti i movimenti relativi alla società italiana nella quale troppi sono gli aspetti di opacità, con livelli di evasione fiscale veramente molto rilevanti e che alterano le corrette rappresentazioni statistiche».
Il rialzo dei tassi, deciso dalla Bce, che impatto rischia di avere sui mutui di famiglie e imprese nei prossimi mesi e anni? C’è già tensione sul pagamento delle rate?
«Oltre i tre quarti dei mutui delle famiglie è a tasso fisso e, quindi, non subiscono alcun impatto dal rialzo dei tassi deliberati dalla Bce. Coloro che, invece, negli anni scorsi hanno scelto tasso variabile, hanno usufruito consapevolmente di condizioni finora particolarmente vantaggiose. E’ l’inflazione che ha convinto le banche centrali ad alzare i tassi dopo diversi anni di inediti tassi infimi. La Bce, nel mondo, è una delle banche centrali che sta comunque mantenendo i tassi più bassi. Le stesse autorità di vigilanza non indicano per ora già rilevanti crisi aziendali, ma le paventano per il 2023».
Lei a più riprese ha chiesto giustamente alle autorità nazionali ed europee una nuova moratoria mutui. Ci sono possibilità concrete perché la Bce la conceda all’inizio del 2023?
«Invece di aumentare l’indebitamento delle imprese è più opportuno che le istituzioni europee e nazionali decidano nuove moratorie, cioè nuove possibilità di allungamento o ristrutturazione delle scadenze dei prestiti. Ciò che manca innanzitutto in proposito è una deliberazione degli organi dell’Unione Europea, che, invece, nel 2020 furono molto solleciti di fronte alla pandemia. Per le moratorie, l’Abi per prima ha sollecitato e continua ad insistere convintamente ad ogni livello istituzionale».
Le regole europee sul credito negli ultimi anni hanno irrigidito molto realtà locali come le Bcc e le Cassa di Risparmio, che hanno nella loro mission il sostegno di famiglie e imprese che vivono e agiscono sul territorio. Si può prevedere un allentamento di queste norme?
«Le regole europee sul credito sono ormai identiche per ogni tipologia di banca, prescindono dalle caratteristiche storiche o dalle nature dei loro azionariati. Nel 2020, di fronte alla pandemia, le istituzioni europee competenti hanno allentato significativamente la rigidezza delle norme. Per l’emergenza energetica le istituzioni europee hanno deciso nuove possibilità di sostegno alle imprese fino al dicembre del prossimo anno. Insomma, vi sono diversi spazi per sviluppare iniziative creditizie per il sostegno alle imprese che siano corrette e trasparenti innanzitutto col fisco e complessivamente nella legalità».
Il 2023 si prefigura, almeno nella prima parte, molto critica per l’economia anche nel nostro territorio. Che cosa avete in cantiere per fronteggiare questa situazione?
«La Romagna e l’Emilia appaiono da diversi mesi, assieme alla Lombardia, i territori di più forte sviluppo ed in cui le esportazioni si sono maggiormente incrementate. Certamente la lunghissima estate metereologica, da metà maggio a fine ottobre, ha favorito il miglioramento dei dati economici, ma complessivamente l’Emilia Romagna sta esprimendo una assai forte vitalità economica. Di fronte alle problematiche possibili per il 2023, le banche, tutte diverse e in forte concorrenza fra loro, offrono una continua capacità di ascolto e di interlocuzione costruttiva con le aziende e le famiglie proprio per prevenire criticità e sostenere ogni iniziativa di sana e corretta attività economica. La voglia di lavorare e la fantasia degli italiani ed in particolare dei romagnoli e degli emiliani sarà certamente decisiva in ogni settore economico per contrastare i rischi di ritorno alla recessione e per sostenere ogni attività economica rispettosa della tutela della salute, dell’ambiente e complessivamente della legalità».
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