Artusi investiga per la seconda volta, grazie a Malvaldi
La prima volta fu nove anni fa, nel romanzo Odore di chiuso. L’ambientazione era un castello della Maremma, l’omicidio fu sanguinoso e ad occuparsi delle indagini fu uno che di professione faceva il gastronomo: Pellegrino Artusi. Il tutto scaturì dalla penna su di giri di Marco Malvaldi, autore della brillante saga provincial-giallistica del BarLume, che per scrivere un libro completamente staccato dalla serie che lo rese celebre scelse proprio il forlimpopolese Artusi come improbabile ma assai azzeccato detective. Ebbene, il 18 giugno si riaffaccerà sul prestigioso catalogo Sellerio il gastronomo più famoso di Romagna e d’Italia, protagonista de Il borghese Pellegrino, nuova avventura partorita dalla fantasia di Malvaldi, che in occasione del centenario artusiano colloca il nostro eroe all’interno di un romanzo costruito come un «enigma della camera chiusa», ambientato nel quadro della belle époque, fra intrecci di politica e finanza che legavano l’Italia all’Impero Ottomano e quella passione rivoluzionaria per la cucina che fece (farà?) di Artusi - per lo meno nell’immaginazione di Malvaldi - un detective provetto.