È una prima stima dell’impatto che l’alluvione del maggio scorso ha avuto sulla rete dell’impiantistica sportiva regionale, che è stata presentata oggi alla Conferenza regionale sullo Sport, l‘organo consultivo della Regione per la promozione e la programmazione delle attività sportive, riunita alla presenza del Capo della segreteria politica della Presidenza di Giunta, Giammaria Manghi.
Il dato emerge da una ricognizione che la Regione ha realizzato in collaborazione con i Comuni colpiti, dopo gli incontri delle settimane scorse tra il presidente Stefano Bonaccini e il ministro dello Sport, Andrea Abodi.
“Far ripartire al più presto le attività sportive nelle zone colpite dall’alluvione è un obiettivo a cui abbiamo iniziato a lavorare fin da subito- sottolinea Bonaccini-. Per questo, oltre all’importante interlocuzione con il Ministero, i Comuni e gli Enti locali, è fondamentale il dialogo con le istituzioni sportive e gli enti di promozione dello sport per individuare insieme le priorità per ripartire. Recuperare gli impianti significa salvaguardare lo sport di base e quegli spazi di socialità che molto importanti per le comunità. Senza dimenticare le tante persone che vivono di sport, e che in questo momento vedono a rischio il loro posto di lavoro”.
Cosa si sta facendo
Il lavoro di ricognizione, che proseguirà, ha l’obiettivo di quantificare con precisione i danni e di descrivere dettagliatamente la situazione, Comune per Comune.
I sopralluoghi sul territorio, i colloqui con i sindaci e con gli amministratori locali delegati, e i confronti con le Federazioni e gli Enti di promozione sportiva hanno evidenziato un quadro di danni ingenti che hanno riguardato sia gli impianti veri e propri (campi in erba, campi sintetici, superfici in parquet ecc.) che hanno bisogno di un totale rifacimento, sia gli impianti di natura tecnica, in particolare quelli elettrici e di illuminazione.
Si segnalano, inoltre, danni alle attrezzature e ai materiali sportivi (porte, canestri ecc.) e danni generali alle strutture a causa del deposito di uno strato fangoso sulle superfici.
I numeri
In questa prima fase sono stati segnalati 135 impianti sportivi pubblici che hanno subito danni in 46 diversi comuni, così distribuiti sul territorio: 12 in provincia di Bologna, 13 in provincia di Forlì-Cesena, 16 in provincia di Ravenna e 5 in provincia di Rimini.
A livello economico, la stima provvisoria quantifica a 24 milioni di euro i danni subiti. Una cifra destinata a salire, al momento così suddivisa: 2 milioni di euro nella Città metropolitana di Bologna, 9 milioni nella provincia di Forlì-Cesena, 12 milioni nella provincia di Ravenna e 1 milione nella provincia di Rimini.
Il Dipartimento per lo sport ha già stanziato 5 milioni di euro per i primi interventi legati all’emergenza, soprattutto per liberare gli impianti dal fango, mentre i prossimi stanziamenti saranno destinati a ripristinare, dove possibile, la funzionalità degli impianti e, dove necessario, la loro ricostruzione.