Alluvione, il sindaco Isola di Faenza scrive a Mattarella: «Avanti coi lavori anche senza permessi e contributo di 10mila euro del Comune alle famiglie colpite»
"Per quanto ci riguarda, oggi finisce il tempo dei rimpalli di responsabilità: iniziamo da soli i lavori di messa in sicurezza del Marzeno per prevenire quello che, realisticamente, potrebbe accadere di nuovo e metteremo a disposizione risorse economiche a fondo perduto per le famiglie alluvionate più volte. Pretenderemo inoltre da Hera spa l’assunzione delle proprie responsabilità non come semplice spettatore ma come parte del sistema territoriale di sicurezza idraulica". Il sindaco di Faenza Massimo Isola scrive al presidente della Repubblica Mattarella e si impegna con la città ad andare avanti coi lavori anche senza permessi per mettere in sicurezza il Marzeno e di un contributo a fondo perduto di 10mila euro erogati dal Comune per chi ha subito danni.
"Sappiamo che il pezzo di cui ci occuperemo non risolverà i problemi idraulici e idrogeologici del territorio. Per quello non possiamo prescindere dai Piani Speciali. Non risolverà i problemi economici delle famiglie. Ma abbiamo un solo obiettivo: proteggere le famiglie che si sono già allagate tre volte e sostenerle con ogni mezzo a nostra disposizione. A costo, come detto, di procedere anche in deroga a procedure e norme".
E così la giunta "ha deciso di assumersi direttamente la responsabilità, come fosse nostra, di interventi che l'ordinamento prevede in capo ad altre e diverse amministrazioni, in alcuni casi istituite con lo specifico e unico scopo di curare la ricostruzione dei territori colpiti dal maggio 2023". Il primo cittadino rincara: "Mentre altri ancora discutono noi faremo un pezzo di ciò che serve ai nostri concittadini. Con lo stesso spirito collaborativo di sempre ma pronti alla 'disobbedienza istituzionale' pur di proteggere i cittadini e garantire la sicurezza".
L'affondo dalla Bassa romagnola arriva nelle stesse ore in cui la presidente facente funzione dell'Emilia-Romagna Irene Priolo ha incontrato il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario alla ricostruzione, per poi riferire in Assemblea legislativa. Ai consiglieri regionali ha sottolineato la necessità di "realizzare in tempi straordinariamente brevi opere straordinariamente complesse", chiedendo al governo a mettere risorse "che ad oggi non ci sono avendo già utilizzato il commissario tutte le risorse a sua disposizione". Poi, un messaggio proprio a Figliuolo: "Al commissario e alla sua struttura ho chiesto di dedicarsi a tempo pieno a questa attività e di farlo da qui: non può essere un impegno tra gli altri da svolgere da Roma o da altre parti del mondo". Priolo ha chiesto "procedure straordinarie e immediate: se è stato fatto per ricostruire il Ponte Morandi a Genova, perché non lo si può replicare in Emilia-Romagna?".
Poi in aula ha puntato il dito contro l'esecutivo: per gli interventi dell'ultimo anno e mezzo "all'Agenzia regionale il governo ha assegnato zero personale aggiuntivo", l'affondo. E rincara: "Se avessimo dovuto gestire con questa governance, queste norme e queste risorse la ricostruzione post sisma dell'Emilia, le migliaia di famiglie terremotate sarebbero ancora fuori casa e le scuole chiuse".