“A due mesi dall’anniversario dell’alluvione- hanno affermato Bonaccini e Priolo-, abbiamo deciso di riunirci nei territori colpiti, mettendo in fila quanto è stato fatto e quanto è in programma, proseguendo quel confronto con gli amministratori, le parti sociali e le comunità che è uno dei pilastri dell’Emilia-Romagna. A loro, abbiamo ribadito ciò che non ci stanchiamo di ripetere da quando si sono aperti i primi cantieri, all’indomani dell’alluvione: la Regione non arretrerà fino a quando la ricostruzione non sarà completata, non come prima ma meglio di prima. E fino a quando i rimborsi non saranno garantiti al cento per cento. Continuiamo, dunque, a chiedere al Governo le risposte che ancora mancano, a partire dal risarcimento dei beni mobili danneggiati e procedure più semplici per ottenere quanto dovuto da cittadini, famiglie e imprese”.
Primo incontro a Ravenna del tour della Giunta regionale nelle province colpite dall’alluvione dello scorso maggio (i prossimi appuntamenti domani alle 14 a Forlì, per Forlì-Cesena, e il 19 marzo alle 9 in Città metropolitana a Bologna). Un momento di confronto tra la delegazione della Regione, guidata dal presidente Stefano Bonaccini e dalla vicepresidente Irene Priolo, il presidente della Provincia di Ravenna, Michele De Pascale, sindaci e amministratori, rappresentanti delle parti sociali, delle imprese e delle realtà associative. Nella delegazione della Giunta anche il sottosegretario alla Presidenza, Davide Baruffi, e gli assessori Paolo Calvano (Bilancio), Andrea Corsini (Trasporti), Alessio Mammi (Agricoltura) e Paola Salomoni (Scuola).
Inoltre, la vicepresidente Priolo ha anche illustrato il percorso che si sta facendo verso i Piani speciali, a partire dalla mappatura del dissesto, ormai in fase di conclusione, perché la ricostruzione non può che partire dall’analisi dell’evento.
“Questa alluvione ci ha insegnato molto- ha aggiunto Bonaccini- e le vecchie previsioni vanno aggiornate: gli strumenti urbanistici dovranno recepire le nuove carte che stiamo aggiornando insieme all’Autorità di bacino. Stiamo dicendo al Commissario di inserirle nei Piani della ricostruzione così come stiamo dicendo ai nostri tecnici di far valere sempre il principio di precauzione. Mi aspetto dai Comuni che siano i primi a farlo e aggiungeremo anche una norma di copertura, perché non vogliamo lasciare il cerino in mano a nessuno. Voglio quindi essere chiaro: non si costruisce il nuovo nelle aree allagate; l’assessora Lori lo ha già chiarito in Assemblea Legislativa e i nostri uffici si stanno muovendo di conseguenza”.
“Saremo un punto di riferimento nazionale per le nuove strategie in materia di difesa del suolo- ha sottolineato Priolo-, ma i Piani speciali dovranno essere finanziati e, in questo senso, diventa dirimente anche il Decreto Pnrr di cui stiamo aspettando ancora di vedere la bozza. Perché, solo se questi 1,2 miliardi di euro saranno realmente aggiuntivi, come promesso dal Governo, allora potranno davvero essere una prima fonte di finanziamento per i Piani speciali”.
In totale sono 84 gli interventi sul territorio ravennate tra somme urgenze, urgenze e interventi di programmazione anticipata, per 91 milioni di euro circa. Di questi sono già conclusi, o in corso, interventi per oltre 65 milioni. Sono 11, invece, quelli in fase di avvio, in particolare sui fiumi Ronco, Montone, Savio, Lamone e Santerno, per un valore di quasi 7 milioni e mezzo ad opera dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, che si concluderanno entro la fine dell’estate. Inoltre, per far fronte ai disagi della popolazione causati dall’alluvione, sono stati erogati contributi Cis (Contributo di immediato sostegno, 5mila euro iniziali) per 65,6 milioni.
“È stata una riunione molto positiva- il commento del presidente De Pascale-: al momento, purtroppo, il bilancio della situazione è molto negativo e lo diremo al Commissario Figliuolo al quale faremo proposte molto concrete per la massima semplificazione. Le procedure di indennizzo sono di fatto bloccate. Non c’è copertura per i beni mobili e non c’è nemmeno copertura finanziaria completa. La ricostruzione avanza con grande spinta, anche se le risorse Pnrr sono un aggravio dal punto di vista burocratico. Non arretreremo di un millimetro rispetto alla necessità di indennizzare, ripristinare e rendere più sicuri i territori”.