Alessandro Ceccarelli di Bpm Concerti tra la ricalendarizzazione dei live e l’estate «senza hit»

«Un segnale concreto che mi aspetto e di cui si accorgeranno tutti? Mancheranno i tormentoni, le hit estive, mentre per i concerti nella bella stagione si prefigura qualcosa, ma molto diverso dal passato». Non si fa prendere dallo sconforto e mantiene una pacatezza ammirevole Alessandro Ceccarelli, cesenate co-amministratore di Bpm Concerti, che cura i live di numeri artisti italiani dopo aver fatto da tour manager ai principali gruppi indie tricolore degli anni ’90 e aver dato un contributo fondamentale a una realtà come l’Estragon. Ma oggi il settore della musica dal vivo è in assoluto tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria. «L’ultimo nostro concerto è stato la data zero di Dardust, a Bologna il 22 febbraio - ricorda Ceccarelli -, poi siamo partiti con le prove del tour dei Pinguini Tattici Nucleari e il 26 febbraio è arrivato il blocco generale dei live».
Come vi siete mossi?
«Abbiamo temporeggiato. A differenza di chi lavorava nei teatri, per i palazzetti abbiamo atteso nell’immediato, per poi spostare tutto a ottobre, saltando la primavera. I biglietti sono tuttora validi ma l’autunno non è, francamente, molto lontano, quindi abbiamo tante date già nel 2021».
A livello aziendale in che situazione siete?
«Fermi da fine febbraio, a fatturato zero e coi dipendenti in cassa integrazione. Nei prossimi giorni capiremo se gli eventi si potranno fare in estate, presumibilmente chi suona per un pubblico seduto lo farà. Per riavviare l’attività, però, servirà un minimo giro d’affari. Diciamo che per noi il problema diventerebbe vitale se non si riuscisse a far nulla neanche nel 2021. A fine anno possiamo arrivarci, ma si spera di riprendere molto prima».
In estate?
«Da qualche giorno sono chiare le linee guida del governo. Dal 15 giugno al 31 luglio, se non si rialza la curva epidemica, si potranno fare concerti al chiuso per 200 persone e all’aperto fino a mille, senza somministrare bevande. Poi ci sarà da capire se il pubblico vorrà andare ai concerti, ma su questo sono ottimista».
I concerti distanziati ti convincono?
«Al momento non c’è alternativa e naturalmente ci sono limiti, problemi e costi: le sanificazioni, ma anche inchiodare le sedie a terra. E se arriva un temporale? Come gestisco il fuggi fuggi? Chi si prende la responsabilità? Assicurarsi oggi sulla pandemia è impossibile, quindi si è molto esposti legalmente».
La sostenibilità?
«Se ne parla di continuo tra operatori ma siamo stati anche coinvolti nel dibattito dagli enti locali. In termini politici, la ripresa dei concerti è un segnale importante. E l’intervento delle amministrazioni locali sarà determinante in questo scenario, in cui gli eventi veramente grandi non si potranno fare e probabilmente anche i piccoli, in pub e piccoli club, avranno tante difficoltà. E’ un bel problema, perché buona parte del mondo musicale si muove a quel livello e tante cose nascono dal basso. I concerti che prevedono un pubblico a sedere saranno più fattibili di quelli con la gente in piedi. Più barocca e meno hard-rock, insomma…».
Come si scelgono i luoghi?
«Insieme alle amministrazioni, vedi Ravenna Festival con la Rocca Brancaleone. Devono essere spazi gestibili in sicurezza, con ingresso e uscita fluidi e monitorabili. Abbiamo tanti cortili e palazzi che si prestano, come la Rocca Malatestiana a Cesena o il cortile dei Salesiani a Faenza. I limiti della capienza vanno tenuti nel conto».
Le vostre ricalendarizzazioni?
«I concerti meno grossi di marzo e aprile sono spostati fra ottobre e aprile 2021. Gli eventi più grandi dalla primavera 2021 in avanti, meglio se in estate. Facciamo anche nuovi contratti, ma sono pieni di “se” e di “ma”, con formule che non usavamo in passato. Solo i big della musica guadagnano con lo streaming. Fedez ha pubblicato un brano fatto a casa ma la gran parte dei musicisti ha bisogno di suonare dal vivo. Sono il tour manager dei Modena City Ramblers da 25 anni e loro hanno sempre puntato sui live. Stanno ragionando su come tornare a farli, anche per un pubblico giocoforza seduto. I concerti, in genere, si fanno per promuovere un nuovo album, ma è fermo anche il mercato dei dischi, proprio perché l’uscita “brucerebbe” il tour…».
Si prefigura un ingolfamento di proposte nel 2021?
«Secondo me si vede già! Per il 2021 sono già programmati i concerti saltati in primavera. Ma chi uscirà con un disco nuovo l’anno prossimo? Avrà una data per presentarlo dal vivo? L’effetto curioso che prevedo, in tutto questo, sarà un’estate senza hit, perché non ci saranno le feste in spiaggia, la moda sarà lenta».
I biglietti dei vostri concerti sono sempre validi?
«Sì, e fortunatamente lavoriamo con artisti italiani, facciamo una sorta di scouting che lancia nei palazzetti le band che dimostrano di avere un bel seguito nel circuito concertistico. Lavorando con gli italiani, riesco a ricalendarizzare senza problemi e in genere i fan non chiedono il rimborso. La questione dei voucher e i problemi ad essa legati si presenta con gli artisti stranieri». (f.sav.)