A Marina l'accordo tra Università e Eni. Parla uno dei responsabili: «Si rafforza il rapporto con il territorio»

Elena Nencini
Un centro di eccellenza quello di Marina di Ravenna nato meno di un anno fa: il nuovo Centro di Ricerca Ambiente Energia e Mare è un luogo di ricerca scientifica e innovazione tecnologica, ma anche uno spazio destinato al supporto alla creazione d’impresa e a nuove forme di imprenditorialità.
Grazie a un nuovo accordo tra Università di Bologna e Eni ci troverà sede un laboratorio congiunto di ricerca dedicato alle nuove tecnologie per la decarbonizzazione e la transizione energetica.
E’ una struttura di livello internazionale, di 26mila metri quadri, che rappresenta un importante elemento di sviluppo e valorizzazione del Polo Universitario e del Tecnopolo di Ravenna. 
Roberto Cimino, responsabile di Innovation Ecosystems & Partnerships di Eni, che segue il progetto specifica: «Con questo nuovo accordo, il rapporto di lunga data che Eni ha con il territorio del ravennate si rafforza ulteriormente. Il laboratorio congiunto di ricerca con l’Università di Bologna rappresenta per Eni il primo esempio di profonda integrazione tra la ricerca e le realtà locali. Questa solida sinergia tra innovazione, industria e territorio, permette al laboratorio di rappresentare una risorsa condivisa e di ampio respiro, pensata per aggiungere valore alle peculiarità della realtà industriale del territorio. Infatti, il laboratorio oltre ad allineare il mondo dell’impresa a quello della ricerca universitaria d’eccellenza di UniBo, permetterà di accelerare l’industrializzazione di tecnologie game-changer nell’ambito della ricerca su cattura, utilizzo e stoccaggio di CO2, tecnologie con emissioni potenzialmente CO2-negative e idrogeno sostenibile. L’integrazione a monte con la ricerca universitaria, fin dalla individuazione delle tematiche, di ricerca è una strategia a cui Eni ha puntato sempre di più negli ultimi anni, e siamo convinti che apporti valore aggiunto a tutti gli stakeholders coinvolti».
Il Laboratorio, denominato «HC-hub-ER – Hydrogen and Carbon use through Energy from Renewables», rappresenta il primo esempio in Italia di un hub di ricerca aperto anche all’industria che ha come obiettivo di facilitare la creazione di nuove idee e il loro rapido trasferimento al mercato. Il laboratorio intende sviluppare sinergie con Istituzioni di ricerca, Enti locali e aziende presenti sul territorio ravennate, con la possibilità di coinvolgimento di soggetti terzi interessati.
I filoni di ricerca sui quali lavorerà il laboratorio riguardano produzione e utilizzo sostenibili e sicuri di idrogeno; cattura, utilizzo e stoccaggio di CO2 in sinergia con la trasformazione di idrogeno;  tecnologie con emissioni potenzialmente CO2-negative. I ricercatori di Eni e i gruppi di ricerca dell’Ateneo potranno lavorare fianco a fianco all›interno di questi spazi su progetti di interesse comune in questi tre ambiti.
Con questo accordo Eni rafforza la collaborazione con l’Università di Bologna, che si inserisce nella volontà della Società di accrescere il proprio network con le eccellenze accademiche nazionali e internazionali, e compie un ulteriore passo nel proprio percorso per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.