Pinarella, Il 25 riaprono Le Indie, parla uno dei soci: "Se la prendono con la movida, ma è dura far rispettare la distanza in pista"
Federica Ferruzzi - Nella notte tra il 18 e il 19 luglio i Carabinieri di Cervia-Milano Marittima hanno chiuso per 5 giorni la discoteca Le Indie di Pinarella, contestando ai gestori la violazione della normativa anti Covid-19 per gli assembramenti. Questo è il terzo locale in un paio di settimane che vede sospendere l’attività dopo lo Zouk di Milano Marittima, il Localito Clandestino e il Rocksea Pub di Marina di Ravenna. In proposito abbiamo chiesto un parere a Maicol Ucci, uno dei soci del locale di Pinarella.
Ucci, a due settimane dalla riapertura siete stati di nuovo fermi. Si poteva evitare?
«Posso solo dire che è impossibile far rispettare ai ragazzi i due metri di distanza sulla pista da ballo. Per quanto ci riguarda abbiamo seguito alla lettera tutte le disposizioni sanitarie e abbiamo fatto anche di più, rendendo obbligatoria ogni direttiva facoltativa».
Quali precauzioni avevate previsto sulla pista e nel locale?
«Tutto il personale è stato dotato di dispositivi di protezione individuale, inoltre abbiamo allestito plexiglass davanti alle postazioni e all’ingresso, che è contingentato, forniamo metri di carta per ricordare il rispetto della distanza. Abbiamo posizionato numerosi cartelli con le norme da osservare e sabato avevamo ben 31 addetti alla sicurezza, vale a dire 3.100 euro più iva solo per loro. Abbiamo allesito anche hula-hop che proiettano a terra una luce per indicare la distanza, in modo da far capire ai ragazzi dove dovrebbero stare. Avevamo il desiderio e il bisogno di tornare a lavorare, ma siamo stati puniti come se fossimo il male. Peccato però che nessuno punti il dito contro i mercati ambulanti e tutte quelle forme di aggregazione che sono all’ordine del giorno».
Ora riaprirete il 25, avete messo in atto misure speciali?
«Le misure sono le stesse, eravamo già al massimo di quello che potevamo fare, ma, ripeto, i due metri di distanza sono impossibili da far rispettare. Quando è uscita questa proposta gli addetti ai lavori hanno sorriso perchè era folle e tutti abbiamo avuto il dubbio che si trattasse di una “regola-trappola”, della serie ci fanno aprire ma poi ci bastonano perche non si rispettano le regole. La nostra attività non può essere presa in giro, ma pare che ora la moda sia quella di prendersela con la movida. Nel primo mese di apertura dopo il lockdown non ci sono state strade chiuse o amministratori che si sono dimessi, nonostante i tanti assembramenti riscontrati ovunque».
Come stanno rispondendo i ragazzi agli obblighi anti-Covid?
«I ragazzi all’ingresso sono disciplinati, ma una volta dentro c’è chi tiene la mascherina e chi no. Gli addetti intervengono, ma non è facilissimo, anche se l’impegno è totale. Pensi che la prima sera ho ripreso il mio addetto alla sicurezza che era intervenuto per staccare due ragazzi che si stavano baciando».
Il 25 è previsto qualcosa di particolare?
«Sì, sarà una serata speciale: dal momento che in tanti ipotizzano un ritorno della pandemia durante l’inverno, non vorremmo perdere l’occasione di festeggiare il Natale, di conseguenza abbiamo pensato di anticiparlo al 25 luglio così, se salterà, lo avremo già festeggiato».