Sanità, «Case della salute e telemedicina per far fronte ai pensionamenti»

Bassa Romagna | 10 Luglio 2020 Cronaca
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«Occorre rilanciare il progetto delle case della salute, puntando sulla medicina di gruppo e sulla telemedicina». E' questa la ricetta indicata da Luca Piovaccari, sindaco di Cotignola e referente per le Politiche sanitarie della Bassa Romagna, per far fronte alla penuria dei medici di famiglia attivi sul nostro comprensorio. Tra dieci anni, dei 66 dottori in attività oggi, ne resteranno soltanto 5. E, problema non secondario, manca il personale per far fronte ai pensionamenti.

Giovedì 2 luglio alla Rocca di Lugo la giunta dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ha incontrato i vertici locali di Ausl per fare il punto della situazione nel territorio della Bassa Romagna. Per l’Ausl erano presenti il direttore del Comitato di Distretto di Lugo Maurizio Piolanti, il direttore Cure primarie ambito territoriale di Ravenna, Lugo e Faenza Mauro Marabini, il direttore dell’Aerea giuridico economica convenzionati esterni Pierdomenico Lonzi.

La situazione non è la migliore e si rischia che possa peggiorare. Nei prossimi anni nei nostri territori tantissimi medici di famiglia andranno in pensione per sopraggiunti limiti di età: dei 66 medici presenti, solo 5 saranno ancora in servizio nel 2030. Per questo l’Unione dei Comuni ha deciso di avviare un confronto di prospettiva con l’Azienda, per mettere in campo tutte le azioni necessarie a gestire e coordinare il quadro che verrà a crearsi nel futuro prossimo.

La Bassa Romagna risente della carenza strutturale nazionale di medici di base. Negli anni ’60-’70 ci fu un boom di laureati in medicina, ma oggi questa ondata si sta esaurendo e le sostituzioni non sono sufficienti, a causa anche di un’errata programmazione universitaria a livello nazionale (numero chiuso, specialità carenti, eccetera).

Criticità che è emersa anche sul fatto, per esempio, che negli ultimi anni nell’area ravennate sono andati in pensione circa 120 medici dipendenti, a fronte di un’acquisizione di solo circa 100 unità di personale. Altro esempio, a fronte del pensionamento di un medico di famiglia a Voltana per l’incarico provvisorio, non è stata trovata nessuna disponibilità nell’intero albo aziendale (che conta 546 medici), tanto che si è reso necessario attivare una soluzione alternativa sfruttando una disponibilità fuori graduatoria.

Ad oggi le zone carenti di medicina generale in Bassa Romagna sono 8: 2 su Lugo, 2 su Voltana, 1 su Longastrino, 1 su Bagnacavallo, 1 su Conselice, 1 su Massa Lombarda e Sant’Agata sul Santerno. Si auspica di poterle coprire con il bando regionale previsto per la prima decade di luglio.

Per favorire il ricambio generazionale, in Romagna a settembre l’Ausl attiverà una nuova classe di specializzazione della Medicina generale per 35 posti per medici di famiglia. A queste carenze si aggiunge il fatto che i territori periferici sono spesso meno attraenti per un neolaureato. «Vogliamo quindi lavorare per creare le condizioni affinché le medicine territoriali siano stimolanti e interessanti per i medici di base - ha sottolineato il sindaco Luca Piovaccari, referente per le Politiche sociosanitarie dell’Unione -. Questo è possibile migliorando l’integrazione tra la medicina territoriale e quella ospedaliera, in particolare attraverso il rilancio e la ridefinizione del progetto delle case della salute, puntando sulla medicina di gruppo e sulla telemedicina. La Bassa Romagna, insieme all’Ausl, deve fare in modo che le case della salute diventino luoghi di prossimità per la presa in carico complessiva dei bisogni di salute di bassa intensità che non richiedono una risposta ospedaliera, per rendere la macchina della sanità pubblica più efficiente e soprattutto più vicina al cittadino».

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