Le abitudini degli spettatori sono cambiate e le bollette energetiche sono schizzate alle stelle. Così Lugo rischia di perdere l'ultima sala cinematografica rimasta in città. Le porte del San Rocco sono chiuse. «Speriamo sia solo una pausa, non un addio. Stiamo cercando di capire se vi sarà un aiuto da parte delle istituzioni e se i costi energetici caleranno. – commenta Federico Facchini, volontario e asse portante della gestione del cinema parrocchiale di via Garibaldi.
I motivi della crisi sono due. Da una parte il drastico calo delle presenze in sala, frutto di una tendenza genertalizzata riscontrabile ovunque. Prima la concorrenza delle multisala, che avevano modificato le abitudini degli spettatori e messo ai margini nomi come Giardino, Venturini e Astra. «Una dinamica di mercato che aveva penalizzato le piccole sale – aggiunge Facchini -, ma che aveva portato ad una crescita del numero assoluto degli spettatori». Poi, negli ultimi anni è passaaltra acqua sotio I ponti. Oggi il «derby» non si gioca più tra multisala e monosala. Oggi il campo di gioco è cambiato e la sfida è tra grande e piccolo schermo. «In questi anni la differenza sui tempi di uscita dei film al cinema o nelle tv pagamento si è praticamente azzerata: basta aspettare poche settimane per trovare lo stesso titolo sulle piattaforme. Il Covid è stato un momento determinante. Nonostante le restrizioni siano venute meno, non c'è mai stata la tanto attesa ripresa». Così, sono calate anche le serate di apertura.
Il secondo aspetto riguarda i costi delle utenze, dal riscaldamento dei locali al funzionamento del proiettore, che in questi mesi sonolievitati. Se pensiamo che una percentuale dell'incasso tra il 38 e il 42% va alle case distributrici ed a questi vanno aggiunti i costi della Siae, una proiezione (sono tutte prime visioni) viene a costare circa 400 euro. Se contiamo che il biglietto d'ingresso costa 8 euro, per raggiungere l'equilibrio occorrerebbero in media tra i 45 e i 50 spettatori a proiezione. In gennaio, invece, la media era sui 38.
Negli anni passati la struttura era stata oggetto di alcune spese improrogabili per rispettare tutte le norme di sicurezza e mantenere il passo della modernità, dall'impianto audio al proiettore digitsale. Il rischio è quello che venga a mancare un luogo della socialità attorno ad un presidio culturale. Il San Rocco è anche un teatro. Se la pandemia ha cancellato la rassegna dialettale, la sala può ospitare eventi di varia natura. «Saranno poi le associazioni e gli enti a doversi far carico dei rincari energetici».