Lugo, le associazioni di categoria sull'ultima Fiera biennale: «Modello superato, lavoriamo per il 2024»

Bassa Romagna | 22 Settembre 2022 Economia
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Samuele Staffa

Dopo 4 anni di stop forzato e con i tempi che corrono, tra bollette impazzite e tensioni internazionali, è meglio guardare al bicchiere mezzo pieno. Se la Fiera biennale non ha raccolto il successo sperato, le associazioni di categoria del mondo economico sono d'accordo. Non era facile riportare le imprese in centro a Lugo ed esserci riusciti è già un buon risultato. Questo evento è importante e va riproposto anche in futuro. Ma negli ultimi anni è passata parecchia acqua sotto i ponti, il mondo è cambiato e il modello della biennale va sicuramente rivisto.

NICOLA ISEPPI Cna Bassa Romagna

«Impressioni positive, ma servono nuove risorse»

Una fiera diversa, come voleva esserlo, rispetto a quella di quattro anni fa: un poco più commerciale e un poco meno evento di paese. In altre parole, si cercava di privilegiare i contatti e le trattative rispetto al grande afflusso di pubblico. Le prime impressioni degli operatori convenzionati Cna, tuttavia, sono positive. Poi si tratta, come sostenuto dal sindaco Ranalli, di una formula su cui occorrerà lavorare e investire nuove risorse per trovare il giusto mix. Dovremo analizzare i dati: non possiamo limitarci alle sensazioni a caldo, ma valutare il giro d'affari mosso dalla fiera e il riscontro degli espositori. Poi si potrà riflettere sulla necessità di rifondare o correggere l'evento. Probabilmente il ritorno di questo evento non è stato comunicato con grande anticipo e nel modo più corretto al pubblico e agli stessi espositori. A quattro anni di distanza dall'ultima fiera, dopo il Covid e in un momento molto difficile per diverse aziende, il risultato non era affatto scontato. Se gli operatori, in questi giorni, si son detti soddisfatti, forse si può lavorare meglio sulle attrazioni.

Giancarlo Melandri Confesercenti

«Il modello è superato, meglio rivedere tutto»

Rifare la fiera, dopo quattro anni di stop forzato e tutte le difficoltà del momento, costituisce già un risultato importante. Crisi dei consumi, caro energia e materie prime, incertezza politica e tensioni internazionali incidono negativamente su ogni tipo di iniziativa. Se guardiamo alla mappa degli spazi espositivi, tutte le superfici disponibili sono state occupate. Ma oramai è difficile che la fiera attiri semplici curiosi per una passeggiata in centro. Le persone vengono perchè interessate a qualcosa e seguono percorsi mirati. Questo, inoltre, è un format che difficilmente attira i giovani, i consumatori di domani. Bisogna intercettare i loro bisogni. D'altra parte, la figura del commerciante si sta evolvendo. Non basta esserci e proporsi come semplice intermediario tra produttore e acquirente, ma occorre fornire servizi che I clinti non possono trovare on-line. Ad esempio, oramai un barista non può limitarsi a servire 'un caffè': deve piuttosto offrirne diverse qualità e, come per i vini, dotarsi di una 'carta del caffè'. Difficile che il pubblico si avvicini all'Agorà per seguire un dibattito vecchio stile sulle politiche europee. Meglio partire dalla gara dei barman: questo è stato l'evento che ha calamitato più pubblico. Sono un sostenitore della fiera, ma questo è un modello superato: meglio rivedere tutto, dagli spazi espositivi agli appuntamenti fino alla regia dietro questo evento. E servono risorse adeguate per un cambio di passo.

FAUSTO MAZZOTTI presidente Ascom-Confcommercio

«Il mondo è cambiato, sediamoci attorno a un tavolo»

Quella di quest'anno è stata una fiera in tono minore. La causa va ricercata in un insieme di fattori. Vi è stato, ad esempio, un ritardo nell'organizzazione dell'evento e questo non ha dato modo ad alcune aziende di attrezzarsi. Molte imprese del settore edilizia sono cariche di lavoro e non hanno partecipato. Altre, invece, toccate duramente dai rincari, non hanno potuto affrontare questo investimento. Il tessuto economico, negli ultimi anni, è decisamente cambiato e i potenziali espositori sono calati: penso ai concessionari di auto o macchine agricole, oppure ai mobilifici che hanno risentito della forte concorrenza di catene come Ikea. La stessa Agorà, la vera novità di quest'anno, poteva essere sviluppata di più. La promozione dell'evento, dopo quattro anni di fermo, forse andava gestita meglio e anche la durata della manifestazione andrebbe rivista: nove giorni sono molto impegnativi e sarebbe utile concentrare gli sforzi. Ma l'importante è aver ripreso questo evento. Parliamo di un modello di fiera che, negli anni, non ha conosciuto una grande evoluzione. Tutte le campionarie vivono un mutamento e, se penso a Russi o Argenta, stanno virando verso il concetto di sagra, abbandonando alcune premesse iniziali. Se vogliamo riproporre la fiera, dobbiamo 'volerle bene'. Ora gli attori principali devono sedersi attorno a un tavolo, analizzare quanto fatto e andare oltre i numeri per spendersi con convinzione. Per me ne vale la pena.

ANTONELLO PIAZZA Confartigianato

«Le aziende devono essere protagoniste»

Anche se si deve lavorare su diversi aspetti, non si può cancellare la storia di un evento tanto importante. Ora dobbiamo discutere su come sviluppare questa manifestazione in futuro: se vogliamo dare spazio alla realtà socio-economica della Bassa Romagna nel suo complesso, o se vogliamo concentrarci sui soggetti che fanno impresa. L'Agorà, unica vera novità, potrebbe essere rivista. Bene i dibattiti promossi dalle istituzioni e dalle associazioni di categoria. Ma occorre mettere le aziende locali nelle condizioni di recuperare un ruolo da protagonista. La fiera dovrebbe essere il luogo dove le imprese presentano, davanti a clienti e stackeolder, le ultime novità. Penso all'azienda locale che porta in centro a Lugo dei clienti o dei collaboratori che vengono da altri territori per toccare con mano nuovi prodotti o servizi da commercializzare. Poi ogni impresa potrebbe costruire, partendo proprio dalla fiera, un proprio percorso di ospitalità. Dopo la presentazione in Agorà, ad esempio, l'azienda potrebbe organizzare un open day dei propri stabilimenti o altre occasioni di incontro in Bassa Romagna. Si tratta, tuttavia, di percorsi che richiedono tempo e impegno: non è possibile organizzare una fiera in pochi mesi. La macchina organizzativa andrebbe meglio definita fin dalle prossime settimane e dovrebbe mettersi in moto fin dal prossimo anno. Nel 2024 ci saranno le amministrative. Tuttavia, gli amministratori in uscita dovranno preparare il terreno a chi li sostituirà e le elezioni non possono essere la scusa per rimandare i preparativi. Poi possiamo ragionare su altri aspetti, a partire dalla durata della manifestazione: nove giorni sono tanti per le imprese, che devono affrontare costi diretti e indiretti.

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