Lugo, l'apertura del teatro Rossini slitta ad aprile 2022
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Samuele Staffa
Il teatro Rossini, gioiellino lughese chiuso oramai dal giugno 2019, riaprirà con qualche mese di ritardo rispetto al previsto: se fino a qualche mese fa si pensava di partire con gli spettacoli nelle prime settimane del 2022, l’inaugurazione è rimandata a primavera e la programmazione vera e propria entrerà nel vivo nell’autunno del prossimo anno. Intanto, nei prossimi giorni si valuteranno i curricola di chi si è candidato al ruolo di direttore del teatro.
LA NUOVA STAGIONE
Le grandi manovre per il restauro del Rossini, il più antico teatro ancora in attività dell’Emilia Romgna, (la posa della prima pietra risale al 1758) sono partite nel giugno 2019, a più di 30 anni dall’ultima signifi9cativa ristrutturazione datata 1986. Un intervento complesso, quello in corso, per un costo di circa 2,3 milioni di euro.
Ma se l’inizio del nuovo anno doveva coincidere con la riapertura, è ancora presto per alzare il sipario: problemi legti al bando per l’affidamento dei lavori hanno fatto slittare la data. «Si prospetta la riapertura ufficiale attorno al mese di aprile con un evento importante – spiega Anna Giulia Gallegati, assessora alla Cultura del Comune di Lugo - e in autunno partirà la vera e propria programmazione ch si allungherà fino alla alla primavera 2023».
Oggi è in pubblicazione il bando per la selezione del direttore del teatro, ruolo oggi ricoperto da Giovanni Barberini, che chiuderà nei prossimi giorni. La commissione tecnica non valuterà solamente i curricula – aggiunge Gallegati -, ma anche le proposte progettuali inerenti le attività del teatro. In particolare, vogliamo valorizzare gli storici punti di forza del Rossini, ovvero la prosa e la concertistica, e puntiamo anche ad intercettare le nuove generazioni».
Chi ha frequentato le scuole lughesi ricorda le agevolazioni e gli abbonamenti scontati dedicati proprio agli studenti. «Ma dopo la chiusura ed un periodo difficile come questo il circolo virtuoso si è interrotto - commenta Gallegati – e non sarà semplice avvicinare i più giovani, a partire dai ragazzi che non hanno mai visitato il nostro teatro».
L’INGHIPPO
L’inghippo riguarda la gara pubblica per i lavori di recupero alla «scenotecnica» del Rossini, le strutture che ruotano attorno al palco, dal sipario alle quinte. Dopo l’avvio dei cantieri, l’impresa seconda classificata alla gara ha promosso un ricorso al Tar che verte su aspetti formali e sulla documentazione prodotta dall’aggiudicatario. «In attesa di un pronunciamento da parte del Tribunale amministrativo – spiega l’assessora ai Lavori pubblici Veronica Valmori – abbiamo deciso di fermare il cantiere. Poi, il fatto che il Tar nei giorni successivi non abbia optato per l’interruzione dei lavori è un passaggio rilevante: di conseguenza, abbiamo optato per ripartire fin dai prossimi giorni con i lavori. Purtroppo abbiamo perso un mese».
I tempi, rispetto ai piani del 2019, si sono allungati anche perché sono stati aggiunti alcuni interventi in corso d’opera (ad esempio i lavori sulle strade adiacenti) e sono emerse alcune criticità che possono emergere quando, dopo tanto tempo, si mette mano ad una struttura monumentale: può capitare che, durante i lavori, emergano malauguranti infiltrazioni d’acqua. «Continuano senza interruzione – sottolinea l’assessora - tutti gli altri interventi di tipo edile, sia all’esterno sia all’esterno su Vicolo del Teatro e Largo Balilla Pratella, che si concluderanno a metà dicembre». Se Vicolo del Teatro è già interdetto al traffico, anche Largo Balilla Pratella (eccezion fatta per il mercoledì) verrà pedonalizzato. «Abbiamo appurato – conclude Valmori - come certe vibrazioni prodotte dagli automezzi possano danneggiare strutture come quelle del teatro Rossini»