E' presto per vedere alzare il sipario del teatro Rossini. Prima l'importante intervento di ristrutturazione, iniziato poco più di un anno fa. Poi le ristrettezze dovute al Covid, che hanno indotto l'amministrazione comunale di Lugo e la Fondazione Teatro Rossini a rimandare l'apertura all'autunno 2021.
A che punto sono i lavori?
«I lavori non si sono mai fermati, salvo l'ovvio stop nel periodo più critico del Covid – spiga il sindaco Davide Ranalli -. Ovviamente il progetto ha richiesto alcune modifiche, che peraltro stiamo già portando avanti: dall'intervento sono sorte nuove problematiche su cui, avendo già un cantiere aperto, stiamo intervenendo senza soluzione di continuità per evitare nuove aperture e chiusure: al termine di questo intervento, potremo restituire alla città un teatro completamente ristrutturato e restaurato».
Quando riprenderà l'attività teatrale?
«L'ultima ristrutturazione importante risale a più di 30 anni fa. Utilizzeremo il resto del 2020 e la prima parte del 2021 per consolidare questo tipo di intervento e lavoriamo per avere un teatro pronto e disponibile per la stagione 2021/2022. Senza dimenticare, oltre alle vicissitudini legate ai cantieri, l'impossibilità di supervisionare un cartellone composto da un significativo numero di spettacoli, a favore di un folto numero di persone: le normative relative al Covid, che hanno un impatto decisivo sugli spettacoli al chiuso, non ci permetterebbero di dare una risposta complessiva e completa ai nostri abbonati. Meglio lavorare, oltre che sul solo edificio, su tutti gli aspetti che ci possono portare alla normale fruizione del teatro».
Avete pensato ad iniziative alternative per non perdere per strada gli abbonati?
«Chi ha un teatro così importante e autorevole rischia che ogni situazione alternativa venga vissuta come un ripiego. Questo è il momento in cui sprigionare la nostra fantasia per pensare e ripensare gli spazi che oggi giocano un ruolo residuale all'interno della città, ma possono prestarsi ad ospitare spettacoli e, al contempo, lavorare sull'organizzazione di eventi che abbiano la loro forza e possono essere realizzati in spazi storici come il Pavaglione. Abbiamo stipulato una convenzione triennale con Ravenna manifestazioni per portare il Ravenna Festival a Lugo. Il programma estivo si è ulteriormente arricchito e vi rientra anche Lugocontemporanea, manifestazione guidata da John De Leo, purtroppo orfana di Franco Ranieri. C'è lo Scrittura festival che, nonostante le difficoltà, ritroverà nel Pavaglione e nel chiostro del Carmine gli spazi per far avvicinare le persone alla letteratura. C'è il Lugo music fest che tocca le frazioni: questo testimonia come la cultura, con intelligenza e fantasia, può essere riproposta in luoghi insoliti. Poi il cinema, tornato tre anni fa nel nostro centro storico. In questi anni abbiamo lavorato per far vivere il nostro centro come luogo della cultura».
Ogni momento di pausa può tornare utile per mettere in campo nuovi progetti. Avete in serbo nuovità in vista della riapertura del teatro?
«Cercherei di non tradire l'importante tradizione che ricopre la prosa nel nostro teatro. Però bisogna riformare tutto ed evitare che la cultura diventi uno strumento di nicchia: vogliamo pensare ad un teatro sempre più a disposizione della città e ad eventi frequentati da tutti. Penso alla stessa fiera del Vintage, che sta diventando un evento culturale, o alla fiera del tatoo. Cerchiamo di tenere tutto assieme, ma mantenendo alto il livello della proposta».
Casa Rossini che, dopo un importante intervento per l'allestimento di una moderna sede museale, doveva essere inaugurata il 29 febbraio. In questo caso, sono previste nuove date per il taglio del nastro?
«Possiamo ipotizzare ad una inaugurazione a metà o a fine settembre. Si tratta di uno spazio davvero straordinario: un luogo ricco di storia che, grazie alla tecnologia, ci permette di ripensare il ruolo della musica e la figura dello stesso Rossini». (samuele staffa)