Lugo, chiuso il distaccamento della Polizia Stradale

Bassa Romagna | 09 Luglio 2021 Cronaca
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Samuele Staffa
Addio al distaccamento della Polizia stradale di Lugo. Addio alle «pantere» parcheggiate nel piazzale di Palazzo Ceccoli Locatelli: oggi sono a Ravenna. La razionalizzazione ministeriale era nell’aria da anni e a nulla sono valse gli sforzi e la petizione del comitato nato per salvaguardare il presidio locale. Da giovedì 1° luglio è tutto chiuso.
Il cosentino Emilio Baldino, dopo le esperienze di Foggia e Salerno, ha preso servizio a Lugo nel lontano 1959, lo stesso anno in cui venne istituito il distaccamento della Polstrada a pochi passi dalla Rocca Lugo. «Allora il comando si affacciava su piazza Garibaldi, dove ora c’è il punto vendita Crai – ricorda il veterano Baldino – e solo in un secondo momento venne trasferito in via Rivali San Bartolomeo». Solo qualche anno fa la sede era stata trasferita a pochi metri dall’Ala di Baracca. 
In tutti questi anni gli agenti in servizio erano circa una decina e le auto in dotazione erano tre. «Ma le cose erano diverse. I piantoni duravano anche 24 ore senza pause e le nostre mogli ci portavano il pasto in caserma fino a quando, creando qualche scompiglio, riuscii ad ottenere un’ora di pausa»  aggiunge Vincenzo Sardella, originario di Avellino che, dopo il servizio in Liguria, è arrivato a Lugo nel 1972. Oggi sardella è anche presidente della sezione Anps (Associazione nazionale Polizia di stato) e consigliere nazionale. «Ogni agente – continua Sardella - aveva a disposizione una moto: oggi, invece, non le guida più nessuno»
La Polstrada di Lugo aveva il compito di presidiare la statale (dal 2001 è provinciale) San Vitale da Bologna a Ravenna e l’Adriatica da Argenta alle porte di Pesaro. Poi è arrivata anche l’A14 dir coperta dagli agenti di Ravenna, con l’aiuto di quelli di Lugo.
Il distaccamento di Lugo negli anni ‘70 contava più di dieci agenti e aveva guadagnato un certo lustro. «Ricordo il caso dell’autoscuola di Forlì che rilasciava licenze illegalmente – sottolinea Baldino – diversi inseguimenti e tanti sequestri di droga». 
Poi la scorta al Giro di Romagna e gli accertamenti degli incidenti stradali, che negli anni ‘80 erano più di 30 al mese. «Facevamo rilievi molto dettagliati – commenta Sardella -. Il pretore Benelli diceva ‘Non occorre leggere il rapporto per capire come è andata: è sufficiente guardare i disegni’».   
Ora questi compiti passano ai colleghi di Ravenna. «Ma sulla San Vitale non ci saranno più gli stessi controlli – conclude Sardella -, è già evidente: gli automobilisti conoscono i luoghi in cui sono collocati i rilevatori di velocità e i malintenzionati non hanno più tanti deterrenti. Oggi i rilievi in occasione degli incidenti sono di competenza della Polizia locale, ma questa ha una competenza territoriale ristretta. Di conseguenza, dopo un incidente in luoghi più defilati, si corre il rischio di aspettare di più».



Herrol Benedetti, Siulp Ravenna

«Risorse e personale 
o la barca è alla deriva»

La chiusura era nell’aria da tempo «ma dispiace notare come non siano state prese in considerazione le intese di massima raggiunte col Ministero nei mesi scorsi sul personale» spiega Herrol Benedetti, segretario del sindacato Siulp di Ravenna.
Negli ultimi tempi, in vista della smobilitazione, gli agenti in servizio al distaccamento di Lugo erano 6 o 7 (negli «anni d’oro» erano più di dieci). La proposta era quella di trasferirli tutti al Commissariato di via Emaldi. Invece 3 agenti, di cui uno con 22 anni di servizio a Lugo, sono finiti a Ravenna. Il saldo per la struttura lughese, in altre parole, è negativo: una pattuglia in meno  
«Nel 2016 la politica ha scelto la strada dei tagli con la Legge Madia – rileva Benedetti -, ma certi passaggi vanno gestiti con attenzione. Penso, ad esempio, alla recente chiusura della squadra nautica di Ravenna: il nucleo non è più operativo, ma stiamo spendendo soldi per tenere a galla dei natanti che non utilizza più nessuno».
La spending review ha comportato anche la chiusura del distaccamento di Rocca San Casciano (Fc). Gode di buona salute, invece, il presidio di Faenza.
A prescindere dal colore politico e dalle maggioranze che si avvicendano, «siamo sempre orfani del governo e spalleggiati dalle opposizioni. Oggi parliamo di grandi investimenti per rilanciare il Paese, ma la voce ‘sicurezza’ non rientra in questi progetti. La situazione degli organici è preoccupante e tra il 2020 e il 2030 la PS perderà 40mila uomini per sopraggiunti limiti di età: servono risorse e assunzioni per non lasciare la nave alla deriva» conclude Benedetti.
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