Capucci (Randagi della Bassa Romagna) racconta di un sogno che si realizza a San Potito

Elena Nencini
Franco Capucci è il pilastro de I Randagi della Bassa Romagna, l’associazione che da diversi anni si occupa di recuperare animali in difficoltà, ma non solo, con una particolare attenzione ad animali con disabilità. Il 2022 finalmente sarà l’anno in cui si avvera un sogno inseguito da tempo l’inaugurazione del rifugio-fattoria che si trova a San Potito di Lugo. Capucci parla di quello che è successo durante la pandemia e dei nuovi progetti. 
Come è andata in questo periodo?
«Per fortuna abbiamo tanti amici e sostenitori che ci seguono e ci aiutano, fisicamente ed economicamente. Hanno visto che non siamo soltanto un gattile, adesso abbiamo anche un rifugio dove ogni animale troverà la sua collocazione. Accogliamo tutti, ma naturalmente gli animali selvatici vengono gestiti da noi solo inizialmente e poi indirizzati verso il Cras più vicino».
Di quanti volontari è composta l’associazione?
«ne abbiamo trovati di nuovi: oltre ai 9 che lavorano tutti i giorni, si aggiungono coloro che ci aiutano il sabato e la domenica. Adesso vorrei crearne di nuovi: è importante trovare qualcuno che sappia gestire la disabilità dei gatti. Al momento ne abbiamo 5: gli animali non si accorgono dei propri problemi, ma bisogna essere capace di aiutarli in molte situazioni». 
Parliamo del Rifugio a che punto siete?
«Siamo a buon punto. E’ una casa su due piani, con cucina, sala, bagno a pianoterra, 4 camere al piano di sopra, 12mila quadrati di terra, dove abbiamo piantato degli alberi per fare un boschetto e mettere dei tavolini. Pensiamo poi a un Bosco dell’arcobaleno dove metteremo gli eventuali gatti deceduti. Adesso dobbiamo recintare i 4000 metri intorno alla casa dove tenere gli animali senza pericolo. Il restante terreno per il momento resterà incolto. Man mano che arrivano aiuti procediamo con i lavori: adesso dobbiamo per l’appunto recintare il terreno e finire gli ultimi lavori. Oltre a chi ci sostiene economicamente ci hanno aiutato anche l’idraulico e il fabbro. Tutto quello che risparmiamo va per i nostri animali. Appena avremo l’autorizzazione definitiva faremo l’inaugurazione del Rifugio».
Quali altre attività fate?
«Stiamo continuando a dare una mano a chi è in quarantena nella Bassa Romagna per portare fuori i cani o per qualsiasi esigenza relativa agli animali. Continuiamo a collaborare con altre associazioni de L’Aquila, Napoli e Taranto dove conosciamo le volontarie, prendendo i loro gatti e se hanno bisogno gli mandiamo anche qualche aiuto in denaro. Se abbiamo del mangiare in sovrappiù lo diamo alle volontarie delle colonie locali. Adesso siamo in attesa della nuova ondata di gattini che nasceranno tra poco: solo che appena arriveranno i piccoli quelli che abbiamo di 6 mesi saranno considerati troppo grandi e sarà difficle darli in adozione».
In cosa consiste il progetto della fattoria?
«Sarà una piccola fattoria sociale non didattica dove potranno venire i ragazzi disabili perchè ce ne sono molti e l’interazione con gli animali li aiuta. Avremo galline morositas, caprette, conigli, un galletto e speriamo presto un asino. C’è un ragazzo autistico che rimane delle ore a guardare le galline. Vorremmo riuscire a dare una mano a quelle famiglie che in estate si trovano in difficoltà nel gestire questi ragazzi. Cercheremo a questo proposito un’educatrice».