Bassa Romagna, Ravagli (Asp):«Servono investimenti per servizi all’altezza»

Bassa Romagna | 14 Maggio 2021 Cronaca
bassa-romagna-ravagli-aspservono-investimenti-per-servizi-allaltezza
Samuele Staffa
«Qualcuno ha perso il lavoro e ha più tempo per assistere gli anziani a casa. Certo, la gestione domiciliare è auspicabile per l’assistenza alle persone più fragili – spiega Pier Luigi Ravagli, amministratore unico dell’Asp della Bassa Romagna e membro del coordinamento regionale Cispel -, ma vi sono situazioni in cui i familiari non hanno gli strumenti adatti a far fronte alla situazione. E il Covid ha solo evidenziato una questione già nota da anni: servono investimenti sulle strutture per organizzare dei servizi alla persona al passo coi tempi». 
I questi giorni si parla di ripartire con le visite agli ospiti delle case protette da parte dei familiari. Ravagli, quali sono le nuove regole di ingaggio?
«Per ora parliamo di annunci, non c’è ancora nulla di concreto. Nei giorni scorsi ho partecipato al coordinamento regionale delle Asp con la vicepresidente Elly Shlein e l’assessore Raffaele Donini su questa partita. Si diceva che ci sarebbe stato a breve un provvedimento del Governo a cui sarebbe seguito un provvedimento della Regione sullle visite in presenza. Ma siamo in attesa. Nel frattempo stiamo ragionando per riprendere quello che già facevamo lo scorso anno: la stagione sta migliorando e pensiamo di ripristinare la possibilità di visite all’aperto. Anche nei mesi invernali, tuttavia, il rapporto tra familiari e ospiti non si è mai interrotto grazie alle videochiamate o ai contatti attraverso un vetro». 
Il virus, nel corso della seconda ondata, è entrato nelle strutture per anziani della Bassa Romagna. Come hanno vissuto le strutture Asp gli ultimi mesi di pandemia?
«Oggi le conseguenze della malattia sono state ridimensionate, ma vi sono stati casi di operatori contagiati anche se vaccinati. Anche gli ospiti dei centri anziani, quando escono dalla struttura, ad esempio, per essere ricoverati all’ospedale, sono esporti al virus. Quindi non possiamo abbassare la guardia e continuiamo a mantenere i protocolli di sicurezza, a partire dall’isolamento di chi ha trascorso un periodo fuori dal Cra o per i nuovi ospiti».
I focolai della Bassa Romagna hanno coinvolto principalmente le strutture a gestione privata. Questo deve farci ragionare sul modello dei due canali differenziati tra pubblico e privato?
«Anche alla comunità alloggio di via Fermini a Lugo abbiamo avuto contagi. Non ne farei una questione di gestione pubblica o privata e non spetta a me questo tipo di valutazione. Nonostante vengano rispettati tutti i protocolli, il rischio è comunque elevato. Nessuno può cantare vittoria». 
Le difficoltà legate alla pandemia sono vissute prima di tutto da chi lavora nelle strutture. Avete riscontrato problemi con la turnazione del personale?
«Le criticità sono molteplici. Oltre allo stress a cui sono stati sottoposti gli operatori, non è semplice rimpiazzare il personale che se ne va. Infermieri e oss puntano, è naturale, ad essere assunti dall’Asl e a lavorare in ospedale.  L’Asl, in questi mesi, ha messo in campo un massiccio reclutamento e ha ‘pescato’ spesso tra Asp e cooperative sociali, mettendoci in difficoltà. In questo caso la differenza tra gestore privato e pubblico è notevole. Il pubblico, per integrare il personale, deve attivare procedure concorsuali lunghe e complesse. Mentre il privato accreditato, che fonda la propria attività su un contratto di servizio, si può muovere in modo molto più agile. Come coordinamento regionale, abbiamo recentemente esperito un concorso per il reclutamento di infermieri a cui hanno aderito circa 15 Asp. Tuttavia, i candidati sono stati pochi a fronte dei posti disponibili. Un tempo vi erano molti operatori disponibili e veniva registrata una vera migrazione dal sud al nord. Ora, invece, il trend è cambiato e gli unici infermieri disponibili sono i giovani usciti dai corsi di specializzazione. E’ lo stesso problema che attraversa il mondo dei medici di base.n Non dimentichiamoci che quando un familiare ti affida un anziano, ti consegna parte del suo mondo. E noi dobbiamo fare tutto il possibile. E tutti, dagli operatori ai responsabili, hanno messo il massimo impegno in questo periodo difficile».
Gli operatori sono stati tutti vaccinati? Qualcuno si è rifiutato?
«Gli anziani ospiti delle strutture oggi sono tutti vaccinati salvo chi, proprio per ragioni sanitarie, non poteva sottoporsi al trattamento. Anche la stragrande maggioranza del personale è vaccinata. Ma in questo caso c’è un problema. Per via della tutela della privacy, il datore di lavoro, in questo caso l’Asp, non può sapere se il dipendente è vaccinato o non lo è. La questione è in mano agli ordini professionali, che gestiscono i dati e li comunicano alla Regione che, a sua volta, li incrocia con quelli delle Asl. Da qui dovrebbero partire i controlli. Una trafila lunghissima e prima di arrivare a provvedimenti nei confronti degli operatori non vaccinati passeranno diversi mesi».
Quando riapriranno i centri diurni?
«Qualcosa è stato aperto, ad esempio ad Alfonsine e Ravenna. In questo caso la difficoltà è quella di rispettare le giuste restrizioni previste dalle normative: è possibile aprire dove non vi sia promiscuità di locali e personale tra l’attività dei centri diurni e i centri residenziali. Anche in questo caso torniamo su una questione già nota ben prima dell’emergenza Covid: le strutture che ospitano i nostri servizi sono obsolete (l’edificio meno datato a disposizione dell’Asp Bassa Romagna è il «Fratelli Bedeschi» di Bagnacavallo, costruito negli anni ‘70) e servono investimenti da parte di enti locali, Regione e Stato per una organizzazione dei servizi alla persona al passo coi tempi. Basti pensare al grande progetto messo in campo dalle cooperative sociali del territorio (che sono soggetti privati, nda) per una nuova grande struttura alle porte di Ravenna. Oggi, invece, non ci sono capitoli di spesa nei bilanci regionali o statali su questo argomento e dobbiamo spingere affinchè il Recovery plan porti risorse anche in questo campo». 
 
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-bassa-romagna-bassa-romagna-ravagli-aspservono-investimenti-per-servizi-allaltezza-n29292 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione