Bassa Romagna, la presidente dell'Unione Eleonora Proni: «La voglia di reagire è più forte della paura»
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Samuele Staffa
«In Bassa Romagna, come dappertutto, paura e preoccupazioni sono presenti. E’ però vero che è più forte la volontà di reagire, di trovare risposte che riguardano la salute, il lavoro e la tenuta dei nostri territori da un punto di vista sia sociale che economico». Eleonora Proni, sindaca di Bagnacavallo e presidente dell’Unione della Bassa Romagna, guarda al 2021 con fiducia. E se, almeno nel breve periodo, le cose non torneranno come prima, i romagnoli hanno tutte le carte in regola pere venir fuori da questo brutto periodo.
Il 2020 è stato un anno complicato. Qual è stato, secondo lei, il momento più difficile?
«Di primo acchito verrebbe da dire che il momento più difficile è stato quello iniziale, perché ci siamo sentiti catapultati in una situazione che ci sembrava più grande di noi, quasi inaffrontabile. Però forse l’aspetto ancora più difficile e che rischia di affaticarci è la durata di questa emergenza. Al contempo alla parola “difficoltà” mi sento di associare la parola “risorse”: quelle che la comunità nel suo complesso e tutti noi individualmente siamo riusciti ad attivare durante questo 2020».
Cosa sarebbe successo se non ci fosse stata l’Unione dei Comuni?
«Tutti i Comuni, a prescindere dal fatto che facciano parte o meno di una Unione, hanno lavorato intensamente. Nel caso della Bassa Romagna, aver lavorato assieme ci ha permesso di erogare i servizi a più di centomila persone nelle stesse modalità e negli stessi tempi e di confrontarci con il mondo economico in una logica di sistema. La nostra Unione ha ormai una storia e un’organizzazione consolidate, è indubbio che questo passaggio ci abbia restituito la forza e la validità della scelta compiuta».
Qual è la ricetta da mettere in campo per la tanto attesa ripartenza?
«Perché la ripartenza avvenga e lo faccia nella direzione giusta occorre sicuramente un forte coordinamento tra i livelli istituzionali e una profonda condivisione tra tutti i soggetti: mondo economico, organizzazioni sindacali e associazioni di categoria. La fase che stiamo vivendo è indubbiamente critica, serve però che tutti siamo convinti che la ripartenza, il tornare a stare bene, l’occuparci gli uni degli altri siano obiettivi importanti e raggiungibili».
Tornerà tutto come prima?
«Quello che è successo e che sta succedendo lascerà indubbiamente dei segni. È però altrettanto vero che anche le fasi storiche più buie lasciano importanti insegnamenti su cui costruire il futuro. Sta a noi, individualmente e come collettività, cogliere la sfida con senso di responsabilità nei confronti delle altre persone e del pianeta: siamo fragili e dobbiamo avere cura di noi stessi, degli altri e dell’ambiente in cui viviamo.
Venendo al nostro territorio, questa emergenza si è mostrata con tutta la sua drammaticità ma ci ha anche dimostrato quanto è solido il nostro sistema sanitario territoriale, quale senso di responsabilità abbiano i nostri lavoratori non soltanto della sanità, quanto il mondo della scuola sia primario per la nostra società e capace di cogliere le sfide della digitalizzazione mettendo sempre al centro i bambini e le loro famiglie. Quantomeno per un periodo non troppo breve la socialità delle nostre comunità, così vivida e spiccata, non sarà la stessa, ma stiamo imparando un modo nuovo per starci vicino. Questo sarà il primo passo su cui costruire assieme il futuro che ci attende».