Processo Poggiali: l'imputata verra' sentita il 4 dicembre

Ravenna | 20 Novembre 2015 Cronaca
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In carcere da oltre un anno con l'accusa di aver ucciso una paziente con un'iniezione letale di cloruro di potassio, la 43enne Daniela Poggiali ex infermiera di Medicina all'Umberto I di Lugo verra' interrogata il 4 dicembre prossimo. Intanto, alla sesta udienza del processo in Assise, il 20 novembre, sono state sentite quali testi per l'accusa altre Os ed infermiere che avevano lavorato con la Poggiali. "Era iperattiva sul lavoro- ha commentato l'infermiera Delia Pop- la trovavi che girava per settori non suoi per caricare o scaricare farmaci e capitava anche di vederla entrare ed uscire dalle stanze dei pazienti di notte. Ricordo che una volta le chiesi conto della sua presenza e mi disse che era passata a salutare un degente o che aveva risposto ad una chiamata. Mi stupii perche, generalmente, non rispondiamo a chiamate di pazienti di altri reparti: siam gia' piuttosto prese dai nostri". Si e' parlato nuovamente di furti e le ex colleghe han dichiarato che, se la vedevano in giro, la seguivano per evitare che succedesse qualcosa. " Ero appena uscita dall'ascensore del reparto per montare in servizio quando notai uno scatolone con diversi pasti confezionati per la mensa. Le chiesi cosa fossero e lei mi rispose 'roba mia', li mise in una borsa ed usci dal reparto. Quando la incrociai poco dopo mi diede un pestone guardandomi in faccia e dicendo 'Ops'". Altre hanno invece dichiarato di averla vista rovistare nei comodini dei pazienti e che molti si erano lamentati di aver subito furti. "Abbiam fatto il regalo di natale" dichiaro' una paziente alla Os Asoli Cristina spiegando di essersi accorta di non avere piu venti euro. Poco prima la Poggiali era nella sua stanza con le Os che stavano effettuando le pulizie personali ai pazienti e che avevano sentito il rumore di diverse monete provenire da dietro la tenda che protegge la privacy dei pazienti. " Mi aveva chiesto un parere mostrandomi l'esame del sangue di un conoscente-ha sottolineato Lucia Servadei, dirigente medico di Medicina- e le avevo detto che secondo me sarebbero stati efficaci per il battere che era stato isolato, degli antibiotici ad uso ospedaliero. Qualche tempo dopo la vidi arrivare con una busta con dentro diverse scatole cosi le chiesi se fosse matta a prendere tante cose e lei mi rispose che, come tutti, pagava le tasse. Non ho potuto verificare che medicinale fosse, ma immagino fosse l'antibiotico che le serviva. Nel suo lavoro era capace, sicura di sè e svolgeva in autonomia la propria mansione. Capitava che, ad un chiamata di un paziente facesse da sola il quadro della situazione senza avvisare prima il medico di turno. Una volta mi accorsi che nella cartella infermieristica di un degente risultava essere stato somministrato un medicinale per dormire che io non avevo prescritto e la ripresi dicendo di non prendere mai più iniziative personali". Un pomeriggio disse ad una collega riferendosi ad una paziente arrivata all'ospedale di Lugo dal Bufalini di Cesena dove aveva subito un delicato intervento e che non riusciva ad andare di corpo 'vedrai che a breve si libererà' e la mattina dopo la Os la trovò sdraiata a letto nelle sue feci che colavano in terra e in condizioni critiche tanto che fu spostata in rianimazione.
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