Vigili del Fuoco: sospesa la partenza di terra al porto
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«Dal primo ottobre Ravenna è una città meno sicura, a causa della soppressione della partenza di terra del distaccamento portuale dei Vigili del Fuoco in favore dell'apertura del distaccamento di Cervia». A dichiararlo sono stati i sindacati Cisal e Cisl dei Vigili del Fuoco, che hanno segnalato come, da oltre un mese, un'area ad alto rischio potenziale, rappresentata dal porto e dal Petrolchimico, non possa più disporre di una pattuglia ad hoc di pompieri. Il distaccamento era nato all'indomani del disastro della motonave Elisabetta Montanari, quando l'incendio nella stiva della nave gasiera provocò la morte per asfissia di tredici operai che, come ricordò monsignor Tonini nell'ormai storica omelia, «morirono come topi». Ad oltre 20 anni di distanza da quel tragico evento il polo chimico fa ancora paura, basti dire che su 66 aziende ad alto rischio presenti in Emilia-Romagna, metà si trova a Ravenna. «Il distaccamento portuale effettuava una media di 1100 interventi l'anno - spiega Marino Pederzoli, sindacalista Cisal - che adesso verranno scaricati in capo al personale della sede centrale, aggiungendosi agli oltre 2700 annui, di conseguenza il carico di lavoro aumenterà». Se si guarda il numero di interventi effettuati dal distaccamento cervese, si passa invece dai 350 estivi ai circa 80 invernali, rispetto ai poco meno di 3mila della sede di viale Randi. La soppressione del distaccamento comporterà così che «i vigili di Cervia dovranno venire a copertura dei colleghi della sede centrale, quando questi saranno fuori, con un inevitabile aumento dei tempi di intervento. Va ricordato che, in caso di soccorso, i primi minuti sono fondamentali per salvare vite umane». La segnalazione è stata raccolta da Giovanni Paglia di Sel, che l'ha trasformata in una interrogazione parlamentare. «Stante la situazione, appare quanto meno bizzarro che un settore nel quale la tempestività è fondamentale, debba fare affidamento su squadre provenienti da Cervia in caso di interventi particolarmente complessi - si legge nella nota di Paglia -; pertanto chiedo sulla base di quali criteri sia stata approntata la riorganizzazione nazionale che pare non tenere conto delle specificità locali e se non sia il caso di prevedere una riapertura del distaccamento territoriale dei VV.FF. del porto di Ravenna, o quanto meno di valutare una redistribuzione degli effettivi presenti sui vari distaccamenti della provincia, in modo tale da rispondere alle esigenze del capoluogo».