L'Expo del direttore lavori Belfiore: "Esperienza irripetibile, l'idea è un campus sul decumano"

Faenza | 09 Novembre 2015 Cronaca
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«E’ stata un'esperienza irripetibile. Un’incredibile cavalcata di lavoro, ma che ha portato gratificazioni. Dopo la concitata fase di esecuzione dei lavori e quella di apertura del sito con oltre 21 milioni di biglietti venduti, camminare domenica mattina, alle 7, lungo il cardo ed il decumano deserti faceva una strana impressione». Queste le prime parole di Ignazio Belfiore, ingegnere di Castel Bolognese che nel novembre 2014 è salito fino a Milano per ricoprire il ruolo di direttore dei lavori del Padiglione Italia, dell’Albero della vita e degli edifici del Cardo all’Expo. Dopo un anno l'esperienza si sta per chiudere, ora inizia la fase di dismissione del sito e Belfiore traccia un bilancio, personale, di ciò che ha vissuto. L'Expo si è chiuso il 31 ottobre sulla scia di un successo tutt'altro che annunciato. Qual è il suo bilancio? «Abbiamo fatto un piccolo miracolo. Arrivare al 30 aprile 2015 con gli edifici e gli allestimenti pronti non era cosa scontata. Un impegno svolto in tempi ristrettissimi, in condizioni difficili e sotto gli occhi del mondo e di tanti che ritenevano che non ce l'avremmo fatta. Il tutto si è concretizzato grazie ad uno straordinario lavoro di squadra di un centinaio di persone e professionisti, la stragrande maggioranza dei quali erano giovani neolaureati». Un percorso difficile che ha portato lustro e riconoscimenti a livello internazionale. Soddisfatto? «Abbiamo lavorato di giorno, di notte, il sabato e la domenica, anteponendo l'obbiettivo di aprire anche alle nostre famiglie, affrontando e superando momenti difficili, molta tensione ed enormi problemi tecnici. Per questo la soddisfazione è stata ancora più grande il giorno dell’inaugurazione gratificata anche dall’abbraccio del presidente del consiglio Matteo Renzi e del ministro Maurizio Martina». Quali sono i momenti che più di altri ricorderà come salienti di questa avventura professionale e personale? «E' stato bellissimo vedere il nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella e i capi di stato e di governo accompagnati in visita ammirati di quanto vedevano. Ho visto succedersi i grandi della Terra dal segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon a cui è stata consegnata la carta di Milano, a Putin, Merkel, Cameron, Hollande, la signora Obama, Wang Yang e molti altri. Quelli che mi hanno colpito di più sono però state le delegazioni africane con i loro vestiti coloratissimi». Dopo l'apertura qual è stato il suo compito all'Expo? «Quello di direttore della manutenzione e della gestione del sito espositivo. La sera si chiudevano i cancelli ed entravano le ditte incaricate di fare la manutenzione. Centinaia di operai in campo a ripulire e riparare in modo tale da potersi presentare il giorno dopo tutto in ordine davanti agli occhi del mondo». Adesso? «Abbiamo iniziato la terza fase, quella dello smontaggio dell'area Expo. Anche in questa fase ricopro l'incarico di direttore dei lavori. Nel frattempo si succedono incontri ed idee per il futuro di questa area. Le idee sono tante. Si va dal campus universitario all'incubatoio di imprese, dalla creazione di impianti sportivi a molto altro. Credo che le dimensioni del sito espositivo sono tali, ben 1,1 milioni di mq, che forse ci sarà spazio per tutto». Su questa esperienza qualche rammarico le è rimasto? «Non essere riuscito a visitare tutti i padiglioni, perché l’impegno è stato tale che per visitare i padiglioni mi sono dovuto prendere, quando possibile, qualche mezza giornata di ferie o fuori orario». (Riccardo Isola)
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