Foo Fighters stasera al Carisport, Zaffagnini lavora a un nuovo progetto
Federico Savini
«Il Rockin’1000 in quanto tale è un evento irripetibile, ma stiamo lavorando a qualcosa che ne ricalchi le dinamiche e il coinvolgimento». Ancora non si è svolto il chiacchieratissimo concerto romagnolo dei Foo Fighters, che suoneranno al Carisport di Cesena martedì 3 novembre, ma Fabio Zaffagnini, il fusignanese che ha reso possibile l’evento cesenate dopo aver aggiornato al 2015 l’utopia sociale della musica rock col progetto Rockin’1000, fa capire che qualcosa di simile a un «seguito» di questa esperienza ci sarà. Intanto il 3 novembre a Cesena circa 3.600 fans della band americana si godranno il concerto-evento per il quale i biglietti sono andati esauriti in 4 minuti lo scorso 23 ottobre. «In questi giorni ci confrontiamo col management dei Foo Fighters per costruire insieme, nei limiti del possibile, il concerto di martedì 3 – spiega Zaffagnini -. Organizzativamente è una cosa complicatissima, ma questo concerto è nato, con il video dei Rockin’1000, in maniera molto diversa dal normale. Non sarà un concerto come tutti gli altri».
I mille ci saranno tutti?
«Quasi tutti, tranne qualcuno per problemi lavorativi e di lontananza (in rete è trapelata anche qualche polemica sul prezzo del biglietto, peraltro in linea con le altre tappe italiane della band, e pretendere che per i mille fosse gratuito era francamente una chimera, nda). L’esigenza di comunicare all’ultimo l’ufficialità del concerto è stata dettata dalla complessità dell’organizzazione, specie in una città come Cesena, nuova per questo genere di cose».
Ma il rebus sulle «false partenze» era per sviare i giornalisti? La data era giusta…
«Siamo stati in forse fino all’ultimo. Sapevamo che il concerto era vicino e volevamo catalizzare l’attenzione sull’evento, non tutti vivono sui social network e volevamo comunicare di stare in allerta. Il “dire e non dire” della nostra pagina facebook aveva questa motivazione e davvero l’ufficialità è arrivata all’ultimo».
Inevitabilmente c’è stato del bagarinaggio selvaggio, acquirenti che hanno rivenduto i biglietti anche a più di 300 euro. Come avete cercato di tutelare questo aspetto?
«I biglietti sono nominativi e necessitano del codice fiscale, ogni eventuale cambio di persona va giustificato con molte informazioni. Conosco queste cose e, sebbene le polemiche non manchino mai, devo dire che non sono poi stati rimessi in circolazione tanti biglietti. Tra l’altro sono sicurissimo che i mille musicisti del parco Ippodromo, che avevano la prelazione, non l’abbiano fatto».
Avevate in mente un concerto al Carisport o si poteva sperare in qualcosa di veramente enorme?
«Il progetto aveva l’obiettivo di realizzare un video spettacolare per convincere i Foo Fighters a suonare a Cesena. E questo obiettivo è stato centrato in pieno. Abbiamo toccato con mano la complessità di simili eventi e direi che già questo risultato è un mezzo miracolo».
L’esperienza dei Rockin’1000 avrà un seguito anche dopo il Carisport?
«Ci stiamo già lavorando, sarà qualcosa che si fonda sugli stessi principi, sul coinvolgimento delle persone, ma in una chiave diversa. Lavoreremo su altri eventi fuori dall’ordinario, ma sostenibili. Non si può chiedere a dei professionisti di lavorare ancora gratis».