Ospedale di Lugo, addio al posto letto di Pediatria

Bassa Romagna | 26 Giugno 2015 Cronaca
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Il reparto di Pediatria dell’ospedale di Lugo ha ridotto gli orari: la direzione dell’Asl, con una decisione che ha lasciato tutti con l’amaro in bocca, ha tagliato l’unico posto letto dedicato alla degenza, di giorno e di notte, e ridotto l’unità a semplice day hospital. In altre parole, i bambini che richiedono assistenza 24 ore su 24 sono dirottati a Ravenna e solo quelli con problemi che possono essere risolti tra le 8 e le 20 potranno essere seguiti a Lugo. 
Una mossa che non rientra nella famigerata riorganizzazione della nuova Asl Romagna: oggi si discute ancora di vertici organizzativi e le novità sulle singole strutture verranno più avanti. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, l’atto della direzione Asl per seguire le linee guida imposte per l’accreditamento delle pediatrie ospedaliere ha infiammato la polemica e risvegliato vecchie paure. 
Ad accendere i primi campanelli d’allarme erano stati i Verdi di Lugo, che fin dagli anni passati hanno raccolto migliaia di firme contro il depotenziamento del nosocomio lughese. «I nostri allarmi sono diventati realtà - si legge nella nota del Sole che ride -, dalla Senologia all'accorpamento di reparti, dall'Oculistica alla Cardiologia, l'Ospedale di Lugo continua a perdere pezzi».
Anche il Pd, che esprime 7 sindaci su 9 nel comprensorio della Bassa Romagna, prende una posizione piuttosto dura. «Un atto grave - hanno dichiarato i segretari del Pd di Lugo e della Bassa Romagna, Maurizio Montanari e Linda Errani -, non coerente con le normali relazioni tra un servizio pubblico e i rappresentanti dei cittadini, che sono gli utenti del servizio sanitario». Tutte le parti politiche hanno manifestato disappunto, così è arrivato l’incontro dei vertici Asl con la giunta dell’Unione Bassa Romagna nella mattinata di giovedì 25 e sul tavolo della giunta regionale sono state recapitate due interpellanze.  


Nicola Farina, responsabile settore sanità per Cgil

«C’erano altre soluzioni come l’osservazione breve»

«La scorsa settimana – spiega Nicola Farina - abbiamo avuto un incontro con da direzione dell’azienda e non siamo entrati nel merito di un progetto che non ci è stato presentato, se non a cose fatte, non rispettando il contratto nazionale, che prevede in questi casi una fase di informazione e discussione con le parti sociali. L’azienda può adottare le decisioni che ritiene opportune, ma è mancata questa fase di condivisione. Non si può motivare questo atto come provvedimento di urgenza dovuto all’accreditamento delle pediatria. Si potevano adottare soluzioni diverse. Le linee guida sull’accreditamento prevedono diverse definizioni per il servizio di pediatria. Se la ‘degenza’ prevede uno specialista (pediatra) presente 24 ore su 24 all’interno del reparto per seguire i pazienti ricoverati, a Lugo era presente un solo posto letto e, in media, la permanenza dei pazienti si attestava sulle 36 ore. Si poteva quindi optare per una soluzione diversa per non perdere il servizio: si poteva mantenere un posto letto per la cosiddetta ‘osservazione breve’, che richiede la permanenza del paziente per un massimo di 36 ore (poi per il ricovero vero e proprio sarebbe necessario il trasferimento all’unità operativa di Ravenna, nda) e la presenza di un infermiere in reparto, oltre alla presenza sulle 24 ore di un operatore socio sanitario all’interno dell’ospedale e di un pediatra all’interno della struttura. E come ‘struttura pediatrica’ si può intendere, nell’accezione più ampia, la stessa unità operativa di Ravenna. Oppure si poteva dedicare uno o più posti letto all’interno di altri reparti dell’ospedale di Lugo. Vi possono essere, in altre parole, soluzioni diverse dai costi trascurabili o pari a zero».
Invece la direzione Ausl ha preferito tagliare la testa al toro e dirittare i pazienti più giovani a Ravenna «muovendosi in maniera improvvida e arrogante, facendo più attenzione alla burocrazia che al servizio fornito ai cittadini – agginge Fasina -. «Ci hanno risposto che, almeno per ora, le cose stanno così, ma non è escluso che si possano cercare soluzioni diverse per il futuro, senza tuttavia chiarire ‘cosa’ e ‘quando’».   


Il sindaco di Lugo Davide Ranalli 

«Non possiamo perdere quello per cui abbiamo lottato»

Dopo questo taglio poco annunciato, al di là del singolo incontro, ritiene utile aprire un tavolo di confronto in pianta stabile con l’azienda per seguire da vicino la riorganizzazione?
«Probabilmente la politica ha sofferto proprio l’apertura di troppi tavoli di confronto senza arrivare, però, a soluzioni concrete: oramai pare un banchetto. Meglio una discussione aspra, chiara e concreta, soprattutto quando si toccano servizi pubblici, che porti a soluzioni concrete».
Quali sono i paletti, i servizi a cui non vuole rinunciare sull’ospedale di Lugo?
«Il Pronto soccorso va rafforzato e, più in generale, non possiamo perdere quello per cui abbiamo lottato con le unghie e con i denti, a partire da Senologia o dalla medicina».
La pillola amara poteva essere meglio digerita se, a fronte dei tagli, si fossero avvicinate le Case della salute, a partire da quella di Lugo?
«La sanità ospedaliera e quella territoriale sono due modelli non sovrapponibili. E un posto di degenza in pediatria non può essere compensato dalla Casa della salute. Per questo servizio abbiamo partecipato a numerosi incontri e discusso soluzioni ottimali, che spero vengano concretizzate a breve e che facciano risparmiare risorse al Comune». 


Tiziano Tonini, direttore generale Ausl Romagna

«Non ci sono le condizioni per tre pediatrie»

«Nessun depotenziamento», «niente rivoluzioni»: minimizza il direttore generale dell’Ausl Romagna Tiziano Tonini. O meglio consiglia di guardare le cose da un’altra prospettiva. La pediatria di Lugo e quella di Faenza nel breve periodo non avranno la reperibilità notturna, è così, ma tra 3 o quattro mesi, quando la Regione darà attuazione al decreto ministeriale che riordina di fatto le attività ospedaliere (quel riordino che aveva iniziato il decreto Balduzzi), allora ci si siederà attorno ad un tavolo e se ne potrà discutere. «Siamo dovuti intervenuti su una questione sulla quale non c’erano i margini di sicurezza adeguata (reparti di pediatria senza un medico fisso, ma in reperibilità, nda). Ma non ci saranno rivoluzioni – promette -. Dopo la pubblicazione del regolamento regionale, ci metteremo attorno ad un tavolo e aggiusteremo».  Certo, un cambio di mentalità è necessario: «Questo grande progetto dell’Ausl unica l’abbiam messo in piedi per guardare le cose più dall’alto, per superare i confini. In questo territorio non si può andare sempre a tre velocità, con tre pediatrie, non siam più in questa condizione. Lugo e Faenza hanno fatto fronte ad un contesto di risorse limitato con un grande senso d’appartenenza degli operatori, che è un valore, ma non si può fondare la qualità e la sicurezza dell’assistenza su quello. Occorre riaggiustare il tiro». 
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