La cura del suono con la Münchner Philharmoniker
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Il programma del Ravenna Festival ha fin dall'inizio della sua storia puntato sulla musica eseguita da grandi orchestre e da eccellenti direttori: proprio per far fede a questo impegno venerdì 26 giugno (Pala De André, ore 21) Semyon Bychkov salirà sul podio della Münchner Philharmoniker. Molto apprezzato per la chiarezza e la trasparenza delle sue interpretazioni, Bychkov trasmette la propria visione della musica attraverso una tecnica elegante ed espressiva, che fa suonare in modo nuovo anche il repertorio d’uso. Fin dalla loro nascita la storia dei Münchner Philharmoniker è strettamente legata alla vita della città di Monaco: infatti furono fondati nel 1883 per «entrare in nobile contesa con i Berliner». L'orchestra assurge a notorietà internazionale a partire dal 1979 con il suo direttore Sergiu Celibidache che la porta a concentrarsi sulla cura per la sonorità e l'attenzione e il risalto delle parti contrappuntistiche intermedie. Il programma prevede due capolavori per certi versi antitetici: la Terza sinfonia in fa maggiore op.90, con cui Johannes Brahms si emancipa definitivamente dall’ingombrante modello beethoveniano; e la stupefacente tavolozza timbrica de La mer, tre schizzi sinfonici dedicati a Jacques Durand, che Claude Debussy compone tra il 1903 e il 1905, durante un soggiorno sulle coste inglesi della Manica. In mezzo, la giocosa serenità del Concerto per pianoforte e orchestra in sol maggiore di Ravel, intriso dei più diversi influssi, dal jazz ai temi baschi, affidato alla poetica e alla prodigiosa tecnica pianistica di Jean-Yves Thibaudet, sicuramente tra i più titolati interpreti raveliani dei nostri tempi.
L’innata musicalità di Semyon Bychkov, il cui gesto è capace di svelare l’insospettabile anche nelle pagine più celebri, si fonde in modo perfetto con il rigore della pedagogia russa e questo gli consente di dirigere un repertorio che abbraccia quattro secoli.