Nuova tournée per Riccardo Muti e l'Orchestra Cherubini da domenica 17 maggio

Al via domenica 17 maggio dal Teatro Valli di Reggio Emilia, poi Brescia, Bergamo, Baku, Izmir e Bologna . Il sempre più intenso e dinamico rapporto che lega Riccardo Muti ai giovani musicisti della Cherubini, l’orchestra che ha fondato nel 2004, è testimoniato da una nuova tournée, la terza nel giro di pochi mesi, che prende il via domenica 17 maggio al Valli di Reggio Emilia. Seguiranno i concerti al Festival di Brescia e Bergamo, poi il tour della Cherubini arriverà fino al cuore del continente euroasiatico, a Baku in Azerbaijan e Izmir in Turchia, per concludersi al Teatro Manzoni di Bologna. Riccardo Muti ha infatti ritagliato quest’anno una porzione importante della sua agenda internazionale alla guida delle orchestre più blasonate del mondo - è appena rientrato da un tour europeo dove ha diretto Berliner e Wiener, mentre a giugno tornerà sul podio della Chicago Symphony Orchestra – per dedicarsi a quella ‘scuola d’orchestra’ continua che caratterizza da dieci anni l’esperienza della Cherubini.
Al termine di una intensa settimana di prove nella sede di Piacenza il concerto d’avvio si terrà dunque al Teatro Valli di Reggio Emilia: e già dalla prima composizione in programma si intravede l’incontro tra lo stile orchestrale di area germanica e la grande scuola operistica italiana, che pervade l’intera tournée. Si tratta infatti dell’Ouverture in do maggiore “in stile italiano” D 591 di Franz Schubert, composta nel 1817 sotto l’influsso dei capolavori di Rossini approdati in quegli anni a Vienna, e contrassegnata da quella freschezza melodica e da quella verve ritmica tipiche della musica rossiniana. Alla singolare, e spesso trascurata partitura schubertiana, sarà affiancata la scintillante ed euforica Sinfonia n. 35 in re maggiore K 385 “Haffner” di Mozart, composta nel 1782 inizialmente come serenata, forma di cui conserva il brio e lo smagliante colore orchestrale intrisi però della straordinaria maturità espressiva e stilistica mozartiana. A questa prima parte si contrapporrà, come si è detto, il genio operistico italiano: Giuseppe Verdi. E’ dai “Vespri siciliani” (1855) che Muti attingerà scegliendo di dirigerne la Sinfonia, pagina orchestrale di indiscutibile impatto emotivo, e “Les Saisons”, ovvero la musica per i balletti previsti nel corso del III atto – rispettando il gusto del pubblico francese presso il quale l’opera debuttò nel 1855. Quattro danze (originariamente coreografate da Jules Perrot) concepite insieme all’opera stessa della quale non interrompono il flusso drammatico e narrativo, ma che, pur essendo raramente eseguite in concerto, costituiscono un affresco narrativo che dai toni scuri e spigolosi dell’Inverno conduce al morbido valzer della Primavera per poi perdersi nell’ampio melodizzare dell’Estate fino al temporale che segna l’irrompere dell’Autunno.
Ma come spesso accade sotto la direzione di Muti, l’interpretazione della partitura e la maestria tecnica spesso si fanno testimoni di significati e intenti che trascendono il semplice fatto musicale. Sarà così per i concerti che si terranno al Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo: in particolare quello del 19 maggio al Teatro Grande di Brescia, che sarà l’occasione per celebrare la beatificazione di Papa Paolo VI, Papa Montini, a cui la terra bresciana ha dato i natali (per la precisione il suo paese d’origine è Concesio, appunto in provincia di Brescia). In quella serata, come il giorno dopo, 20 maggio, al Teatro Donizetti di Bergamo, all’Orchestra Cherubini si unirà un virtuoso dell’archetto della statura e dell’esperienza di Rainer Küchl: da oltre quarant’anni primo violino della Filarmonica di Vienna, Küchl nello spirito della grande orchestra viennese non ha mai rinunciato alla carriera solistica e al repertorio cameristico, dando vita nel ’73 al Quartetto e, nell’’85, assumendo la direzione del Wiener Ring-Ensemble, ed esibendosi con successo nei contesti più prestigiosi del panorama internazionale. In questa occasione a Rainer Küchl sarà affidata l’interpretazione del Concerto per violino e orchestra n. 7 in re maggiore K 271a di Mozart, una partitura del 1777, il cui manoscritto originale è andato perduto e che probabilmente ci è giunta “ritoccata” dai solisti di scuola francese che lo praticarono nel secolo successivo, ma che tuttavia sprigiona una eleganza e una brillantezza, nonché un equilibrio dialogante tra solista e orchestra degni del suo autore. Nei concerti di Reggio Emilia, Brescia e Bergamo, alla Cherubini si affiancheranno, in un gemellaggio musicale che spesso caratterizza gli appuntamenti dell’orchestra fondata da Riccardo Muti, alcuni giovani musicisti della Filarmonica del Festival di Brescia e Bergamo.
Dopo il concerto di Bergamo l’Orchestra e il suo direttore varcano i confini nazionali per approdare a Baku, capitale dell’Azerbaijan, e prendere parte ad un altro importante Festival, l’International Mstislav Rostropovich Festival che quest’anno, nella città natale del grande violoncellista, giunge alla sua ottava edizione. Saranno due i concerti che la Cherubini terrà presso l’Heyder Eliyev Sarayi: il 23 maggio tornando ad eseguire il programma riservato all’Ouverture di Schubert, alla “Haffner” di Mozart e alle pagine dai “Vespri siciliani” Verdi; il 24 maggio, invece, proponendo la lirica intensità della giovanile Quarta Sinfonia in do minore “Tragica” di Schubert e il pathos ardente e drammatico della Quinta Sinfonia in mi minore di Pëtr Il'ič Čajkovskij.
Un paio di giorni e la tournée proseguirà a Izmir, ovvero nell’antica Smirne, in Turchia, ancora nel contesto di una prestigiosa rassegna come è il Festival Internazionale di Izmir (che segna quest’anno la sua 29° edizione): il 26 maggio, all’Auditorium Saygun l’Orchestra tornerà a proporre le musiche con cui si è aperto il ciclo. Così come avverrà nell’ultimo concerto, al Teatro Manzoni nell’ambito del Bologna Festival, il 28 maggio, in una serata che, di nuovo, assumerà un significato particolare perché organizzata a favore dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) di cui quest’anno ricorre il 50° dalla fondazione.
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